IL SIONISMO DI SINISTRA (Appendice di G. La Grassa)

Certo che a Marco D’Eramo, il quale scrive un articolo sul Manifesto del 22.8.06 dal titolo Alzheimer storico, non si possono dare tutti i torti ed, infatti, gli diamo una ragione, ma una soltanto. Effettivamente la storia non si ripete mai, se non come farsa. Da questo presupposto emerge che nessuna fase storica è uguale ad un’altra,  tuttavia per giustificare l’inopportunità del paragone tra genocidio nazista e genocidio israeliano D’Eramo usa un argomento da amico del popolo, un giro di parole vacuo quanto tautologico (un po’ specioso?) intorno alla questione israelo-palestinese, che serve solo a disseccare l’organismo lasciando in evidenza la pelle. D’Eramo dice: “Tali corbellerie può dirle solo chi nelle cicatrici (non solo morali) dei propri genitori non ha vissuto il passaggio delle armate naziste”(cioè si riferisce al paragone Nazisti-Israeliani). Allora la domanda mi sorge spontanea, ma lui ha visto che cosa determina il passaggio delle armate israeliane? Qui ci possono tornare utili i numeri dati dall’Ucoii sui morti e sulla quantità di stragi compiute da Israele. Non ci sono campi di concentramento o camere a gas dove “stabulare” il popolo palestinese ma la stabulazione che avviene nei campi profughi, con le provocazioni quotidiane sui confini, la morte di stenti che si patisce in tali luoghi, sono così distanti dalla brutalità di un lager? E’ qual è la finalità di questo accerchiamento dei palestinesi se non la volontà palese di annientare l’ex padrone di casa che vanta i suoi diritti millenari sulla proprietà del suolo e che non vuole rassegnarsi all’”usucapione” che gli israeliani dicono di aver maturato? Sui campi profughi palestinesi non apparirà mai la scritta Arbeith macht frei, questa sarebbe una provocazione troppo spinta che nemmeno il genio criminale di un Goebbels potrebbe rovesciare, dato che i palestinesi muoiono anche a causa dell’assenza di lavoro, delle terre che non possono coltivare perché aride, mentre il più potente vicino si è appropriato della parte migliore. Israele conquista, non con i bliztkrieg, ma con operazioni militari a spizzico che partono da lunghe provocazioni contro i popoli confinanti e giungono alle escalations di violenza che abbiamo visto in questi giorni in Libano. O davvero D’Eramo crede che hanno iniziato gli Hezbollah con il rapimento dei soldati sionisti? Non è più facile che gli Hezbollah si siano incazzati per i tetti delle case scoperchiati dagli aerei militari israeliani che s’avvicinavano al muro del suono per creare angoscia sul popolo libanese, come ben riportato dai rapporti degli ispettori dell’ONU? Gli stessi rapporti, per tre anni e più, hanno continuato a segnalare le provocazioni israeliane, i droni che spiavano il vicino giorno e notte, gli sconfinamenti periodici per tentare di “azzoppare” qualche guerrigliero libanese. In Palestina è ancora peggio e D’Eramo lo sa bene. A questo punto si può continuare a fare giri di parole ma molto più onesto sarebbe dire “io sono Israeliano”. In questa fazione D’Eramo troverà tanti amici, quasi tutti. Noi invece, pur non essendo libanesi o palestinesi, stiamo con la loro giusta lotta di resistenza. 

GIANFRANCO LA GRASSA

Credo sia sbagliato opporre il vomito alle affermazioni di D’Eramo. In effetti, penso si possa ammettere la differenza tra Israele e Germania nazista. Non credo ad es. che ci siano nel primo paese forni crematori né campi di sterminio del genere di Dachau, Auschwitz, ecc. Nemmeno credo che si trovino tappeti fatti con i capelli di arabi uccisi, paralumi fatti con la loro pelle, fosfati tricalcici (concimi) ottenuti con le loro ossa, il sapone, ecc. L’odio per i massacratori non deve far giungere all’assurdo. Ritengo però che l’Ucoii (islamici) abbia fatto altri paragoni; sbaglierò, ma mi sembra che nella pagina a pagamento sono stati paragonati certi massacri compiuti dagli ebrei di oggi a quelli tedeschi di Marzabotto o delle Fosse Ardeatine di allora; il che è corretto checché ne pensi D’Eramo. In questo caso, l’Alzheimer non c’entra per nulla. Certi metodi di guerra fondati sul "bombardamento a tappeto" di popolazioni civili, sul fare terra bruciata incendiando paesi e distruggendo case, certe rappresaglie indiscriminate (come quelle contro i palestinesi, che si contano ormai a centinaia), sono state tipiche della guerra di allora (non solo da parte nazista per la verità). Certi assassinii premeditati, alcuni compiuti dal Mossad, sono simili, ad es. (ma è solo uno dei tanti possibili esempi), a quello dei fratelli Rosselli da parte dei fascisti. E si potrebbe continuare.

Comunque, eviterei di porre solo il problema morale e l’indignazione per i deboli che soccombono per mano dei più forti. E’ indispensabile odiare, ma è anche importante schierarsi in base agli obiettivi strategici che uno crede debbano essere perseguiti in quella data fase storica; per esempio io sono convinto che si debba oggi indebolire l’egemonia, troppo accentuata, degli USA nel mondo; e Israele è sicuramente una pedina rilevante nel gioco egemonico statunitense; ergo…..

Quindi odiamo, ma anche analizziamo e non solo vomitiamo, altrimenti saremo tanto "buoni" e "giusti" ma otterremo sempre molto poco.