IL RUGGITO DEL CONIGLIO (AZZOPPATO)

 

Tronchetti-Provera ha indetto ieri una conferenza stampa per far sapere all’Italia intera che “esiste una zona grigia che specula sulla debolezza della politica”. Che bella scoperta e che bella faccia tosta! Lui, ovviamente, di quella zona grigia non ha mai fatto parte, eppure la sua scalata a Telecom, nel 2000, indicherebbe tutto il contrario. Innanzitutto, si trattò di una scalata fatta con “cambiali” (in massima parte) e con i soldi provenienti dalla vendita alla Corning della Optical Technologies (219 milioni di dollari finiti nelle sue tasche). Assistente alla vendita: Chase Manhattan.

Era l’epoca dei capitani coraggiosi sponsorizzati dalla politica. Colaninno riuscì a scalare Telecom solo con quegli appoggi e senza una lira, Tronchetti farà lo stesso poco dopo. Oggi, invece, MTP vede e avverte (a sue spese) la debolezza del fronte politico solo perché qualcuno punta a buttarlo fuori da un’azienda strategica per il suo gruppo. Tutto vero, l’affaire intercettazioni è stato tirato in ballo ad arte per deviare l’attenzione dal piano Rovati, voluto da Prodi, voluto da SanIntesa, con assistente allo “smembramento” la Goldman Sachs.

Ma Tronchetti, con l’ultimo filo di voce rimastogli, sta urlando l’indecenza dell’intromissioni pubbliche negli affari privati di un’azienda(privata). Ammesso e non concesso che possa essere privatizzata una rete infrastrutturale non divisibile (meglio sarebbe parlare di traslazione della cui natura pubblica o privata poco ci interessa) MTP sa benissimo che il piano Rovati, il quale prevedeva lo scorporo tra rete fissa e rete mobile, con cessione della prima alla CDP, non è un’operazione di ristatalizzazione bensì un’operazione volta a rafforzare una certa finanza italiana a lui ostile (ostile perché cresce a dismisura e con piani di fagocitazione).

Il piano di Prodi…ops! di Rovati era quello di acquistare conto terzi la rete fissa, attraverso la CDP, facendo pagare alla stessa Telecom i costi della transazione, tramite le maggiori tasse che l’azienda telefonica avrebbe dovuto sborsare al momento dello scorporo della rete. Geniale no? Ma una cosa tanto geniale certo non poteva venire dalla mente di Prodi né, tanto meno, dal solo Angelo Rovati che con un italiano stentatissimo aveva annunciato nella conferenza stampa di Pechino di aver fatto tutto da solo.

Prodi sapeva fin dall’inizio e probabilmente cercò di far capire a Tronchetti-Provera che non poteva fare di testa sua, altrimenti…

MTP non ha ascoltato, capitano coraggioso qual è ha giocato la sua mano, ma con una misera doppia coppia. Di fatti, la vendetta del professore bolognese è arrivata subito. L’aver diffuso il piano della Presidenza del Consiglio dei Ministri (su carta intestata) per lo scorporo di Telecom, gli è costato l’avvio delle indagini sulle intercettazioni e le dimissioni dall’azienda telefonica.

Ma MTP ha proprio una bella faccia tosta (anche se Prodi è irraggiungibile in questo) e così ieri ha cominciato a dare i numeri, numeri che attesterebbero la solidità del suo gruppo, da Pirelli a Olimpia fino alla stessa Telecom che, con le giuste cessioni, potrebbe appianare i debiti ritenuti abbondantemente gestibili.

Anche questo potrebbe essere vero, Tronchetti, tuttavia, sa altrettanto bene che qui non si tratta di un discorso economico, di argomenti di “scuola” quali il libero mercato e la mano invisibile, buoni per i momenti di difficoltà, qui si tratta di potere (politico e finanziario) e lui sta per essere azzoppato. Non si sa come andrà a finire, i Benetton, soci di MTP in Olimpia, cercano di mediare perché hanno un altro “problemino” da risolvere (fusione con Abertis) e alla fine potrebbero spingere Tronchetti-Provera ad abbassare il tiro. MTP ha ancora qualche chance da giocarsi, questa volta senza bluffare e preparandosi almeno un buon tris d’assi, spingendo D’Alema dalla sua parte. Il baffetto sadico teme il rafforzamento di Prodi e ha mal digerito la fusione che ha dato vita alla SanIntesa, dopo lo stop imposto all’Unipol con il suo tentativo di scala a BNL. D’Alema chiederà ragione a Prodi di quello che sta accadendo, probabilmente paventerà al professore un altro “98” se la gestione di certi affari non sarà concordata preventivamente con la sua area.

La pentola ribolle e a noi non resta che attendere le cazzate che Prodi andrà a raccontare in parlamento.