LO SFASCIO ITALIANO (di Franco D’Attanasio)

L’Italia è un paese ormai allo sbando. Non potevano certo mancare i giudizi delle agenzie internazionali di rating sulla situazione del debito pubblico del nostro paese. Il genio di Prodi ci rassicura che era tutto nelle previsioni, e che, effettivamente, non poteva essere altrimenti dopo cinque anni di governo Berlusconi. Per la maggioranza di governo le cose cominciano a mettersi un po’ troppo male, la situazione si fa sempre più ingarbugliata, quel minimo di compattezza (ma fondata esclusivamente sulla sete di potere e non su motivi prettamente politici) che ha permesso a questa armata Brancaleone di sopravvivere fino ad adesso, mostra i primi segnali di sfaldamento. Arrivano dure critiche perfino dal Corriere della Sera e Repubblica, fino a ieri in prima a linea a sostenere il fuoco di sbarramento in favore dei propri alleati e fiancheggiatori. Si sa, quando si inizia a temere per la tenuta del proprio prestigio e dei propri interessi, i vigliacchi, che questa compagine governativa può vantare di averne a bizzeffe, iniziano a pensare al modo in cui farla franca e si preparano ad evitare la valanga che potrebbe da  un momento all’altro travolgerli; inizia così la fase dei tradimenti, dei colpi bassi e i peggiori danno il meglio di loro stessi.

 Ma molto probabilmente questo governo resisterà, rimanendo in carica per qualche anno ancora, anche perché dall’altra parte, escludendo le sceneggiate a cui assistiamo ogni giorno per via del gioco delle parti, ci sono molte componenti che preferiscono gli inciuci, piuttosto che sferrare il colpo decisivo ai propri avversari, il che dovrebbe essere relativamente facile data l’attuale situazione di particolare vulnerabilità di chi occupa gli scranni più alti delle istituzioni. Ma si dà il caso che oggi giorno le categorie di destra, centro e sinistra hanno perso qualsiasi valenza politica (nel senso più alto e nobile del termine), non tengono conto di alcunchè, e sono utili esclusivamente a tenere in piedi quella parvenza di democrazia atta ad ingannare il popolo sulla inevitabilità di tale situazione e la mancanza assoluta di alternative; danno vita a distinzioni puramente formali, dietro le quali si nasconde una sostanza ben diversa, fatta di rapporti di potere le cui connotazioni risultano essere non facilmente identificabili ma comunque trasversali ai due schieramenti.

I giudizi delle agenzie di rating suonano più come un avvertimento rivolto a Prodi & C. che altro, bisogna fare di più non solo nell’opera di tosatura della stragrande maggioranza del popolo, ma soprattutto nel tenere sotto controllo la situazione sociale complessiva, nel riuscire a contenere il malcontento con maggior efficacia. Non scordiamoci che questa maggioranza ha avuto l’investitura, non solo del gotha del capitalismo italiano, ma anche di certi ambienti politici e finanziari americani, e sono questi ultimi adesso che si fanno sentire e si sentono in dovere di bacchettare chi non sta ripagando appieno la fiducia da loro concessa. Questa è una ulteriore dimostrazione di come il nostro povero paese sia ormai totalmente in balia dei poteri stranieri, di come sia vittima di una classe politica ed economica incapace di esprimere una seppur minima autonomia, che si accontenta di servire detti poteri perché ciò le consente comunque di avere ancora un minimo di gloria. Non crediamo alle favole dell’obbiettività dei giudizi di queste agenzie di rating, agiscono secondo logiche e strategie ben precise che dipendono direttamente dalla configurazione del potere su scala mondiale e sono in grado, quando lo decidono, di mettere in ginocchio intere nazioni.