QUALE (ANTI)IMPERIALISMO IN CRISI? (di Mauro Tozzato)

Per sabato 18 novembre sono state indette due manifestazioni, una a Milano e una a Roma, per la pace in Palestina, in Medio Oriente e in Afghnanistan. Sul “Corriere” di oggi, 15 novembre 2006, è riportato che a quella di Milano promossa << dalla Tavola della Pace […], hanno aderito, oltre a Rifondazione e Verdi, anche Ds e Margherita>> mentre a quella di Roma, indetta dal Forum Palestina, parteciperanno <<Pdci, Cobas e area Ernesto del PRC assieme alle stesse sigle che si opposero alla missione in Libano>>. E’ presumibile che anche l’area “Sinistra Critica” (Cannavò, Malabarba) del PRC sia presente alla manifestazione di Roma. La prima cosa da ricordare è , intanto,  che la “Sinistra Radicale Governativa” (S.R.G.), dopo  le bizze  iniziali delle aree di minoranza riguardo alla missione in Afghanistan ha votato compatta per l’aumento del contingente nel paese suddetto e per l’invio dei soldati in Libano. Quando ci si riferisce all’opposizione alla missione in Libano invece si vuole parlare della manifestazione del 30 settembre, piuttosto “silenziata”, e del comitato informale costituitosi come coordinamento delle forze che hanno partecipato a quel corteo.

Mi risulta che ne facciano parte : “Utopia Rossa”, Red Link, la Confederazione Cobas di Piero Bernocchi, la Rete dei Comunisti-RdB di Cararo e Leonardi, il Partito Comunista dei Lavoratori di Marco Ferrando, il Campo Antimperialista di Maria Grazia Ardizzone e Moreno Pasquinelli e il Comitato IraqLibero di Leonardo Mazzei. Non mi pare, invece, che abbia contatti con  questi gruppi il PC – Rol di Francesco Ricci.

L’antimperialismo della S.R.G., sbandierato e proclamato a gran voce in particolare dal Pdci, da “Essere comunisti” (area “l’Ernesto”) e da “Sinistra Critica”, appare particolarmente ambiguo e al limite della “presa in giro”. Diliberto durante la campagna elettorale, con le sue prese di posizione  a favore della resistenza irachena si era già caricato particolarmente di ridicolo. Tutti sanno che il Pdci non voterebbe contro Prodi nemmeno se il “Capo” del governo abolisse per decreto, immediatamente e totalmente, sia il sistema sanitario che quello previdenziale pubblico !

Anche all’interno delle forze extraparlamentari che hanno manifestato contro il Libano bisogna comunque operare dei distinguo: il Campo Antimperialista e il Comitato IraqLibero avevano  tentato di organizzare l’anno scorso una Conferenza Internazionale contro la guerra in Iraq e per il sostegno politico della Resistenza Irachena che, sospesa per l’opposizione del governo Berlusconi-Fini, viene riproposta (previo benestare ai visti per l’ingresso degli esponenti politici invitati) per l’inizio del prossimo anno con la problematica allargata  alle crisi libanese e palestinese.

Si sarebbe potuto ipotizzare che gli altri gruppi che hanno manifestato il 30 settembre si facessero anch’essi promotori di questa conferenza, viste le posizioni da loro assunte sulla guerra e sulle missioni italiane all’estero, ma questo a quanto pare non si è verificato.

Qualcuno ipotizza che il clima di criminalizzazione con relativa accusa di appoggiare il “terrorismo” internazionale quando si assumano iniziative di un certo significato politico abbia spaventato alcuni “eroici” antimperialisti, qualche altro pensa che questi gruppetti costituiscano una sorta di “strato cuscinetto” con funzione di ammortizzatore rispetto al dissenso che si possa manifestare all’ esterno del “Palazzo”.

Per quanto riguarda la situazione in Iraq, di fronte alla stragrande maggioranza dei media che mettono l’accento sul caos e sul persistere di una guerra civile, interetnica e interreligiosa, negli ultimi giorni si sono levate voci che vanno in direzione opposta. Si era ventilata una già avvenuta costituzione di un Centro unificato di comando della Resistenza Irachena; queste voci, apparentemente sorprendenti, sembrano  a questo punto  confermate, anche se solo in parte, da importanti esponenti iracheni mentre su internet è apparso, pare, addirittura un elenco di 25 nomi di personalità che in questo momento svolgerebbero un ruolo importante di direzione politica.

Un importante esponente della Resistenza Irachena ha inoltre dichiarato che attentati con bombe o altri ordigni non inviati su bersagli militari e/o non affidati a un “kamikaze” devono essere attribuiti in ogni caso a forze filoamericane, collaborazionisti e agenti filoimperialisti di vario tipo.

In sintesi le componenti Baath, islamica sunnita, l’Alleanza Nazionale Patriottica, comunisti della resistenza, oltre ad alcune componenti scite starebbero costituendo un coordinamento che potrebbe portare anche se in tempi non brevi ad un Fronte di Liberazione Nazionale soprattutto se alcune importanti forze, come quella facente capo a Moqtada Al Sadr, decidessero di rompere gli indugi e assumere una posizione decisa contro l’occupazione angloamericana.

Se le trattative con il governo italiano per i visti agli esponenti iracheni, libanesi e palestinesi andassero a buon fine e la Conferenza potesse aver luogo nei primi mesi del prossimo anno in Italia si tratterebbe di un importante successo per il movimento antimperialista nel nostro paese o meglio per quei pochi che si impegnano effettivamente nei fatti e non solo a chiacchere.

Purtroppo gli eventi contingenti portano spesso ad “adattare” anche le analisi dei fatti e delle situazioni e anche gli antimperialisti italiani mi pare che negli ultimi tempi stiano rischiando di assumere valutazioni del panorama politico difficilmente condivisibili.

Dopo aver criticato a lungo l’antiberlusconismo fanatico di molte componenti (tutte?) della S.R.G. e aver correttamente compreso la natura del bipolarismo e le forze che sostengono gli schieramenti politici di “destra” e “sinistra”, non si può ritornare, in un momento come questo, in cui Prodi e Bertinotti sono stati i primi e i più solerti sostenitori sul “campo” (di battaglia) dell’egemonismo imperialista americano a riproporre la tesi che il centro-sinistra è migliore del centro-destra.

Il fatto che un Ministero degli Esteri del centro-sinistra sia più disponibile a discutere di uno del centro-destra significa ben poco, pensare poi che D’Alema, l’uomo che ha sostituito Cossiga come referente degli USA in Italia e in parte anche in Europa sia in realtà un “nuovo Andreotti” con l’intenzione di mettere i bastoni tra le ruote agli americani in Europa e in Medio Oriente mi pare del tutto infondato.

Arriviamo al vero e proprio delirio quando retrodatiamo questo “strano” D’Alema al tempo della guerra del Kosovo: lo ricordate con il generale Clark, ricordate Clinton che lo definì “una roccia di fedeltà”!!

Comunque al riguardo è sufficiente leggere quanto riportato da La Grassa sul blog “Ripensare Marx” qualche giorno fa e perciò non mi dilungo oltre.

L’ultima cosa a cui voglio accennare riguarda le discussioni che si sono svolte negli ultimi tempi sul tema del Fronte antimperialista mondiale. Gli esponenti delle varie aree geopolitiche: latino-americana, medio-orientale allargata, estremo-orientale in particolare hanno scoperto di parlare linguaggi del tutto diversi. L’”analisi concreta della situazione concreta” inevitabilmente porta ad un radicale prospettivismo quando ci si ritrova dentro situazioni molto diverse, e se non esiste una teoria della società “comune” (come è stata nel passato, bene o male, il marxismo) in grado di legare categorie, concetti, schemi e mappe di lettura  con le concrete condizioni storico-congiunturali delle varie formazioni sociali sarà inevitabile che il risultato sia un dialogo tra sordi e che ognuno prosegua per la sua strada nella lotta contro l’egemonismo e l’imperialismo.

 

Mauro Tozzato ( o Fabio Dizghen )                     15.11.2006