PENSIONI AD UNA "STELLA" (di M. Tozzato)

Sul Corriere Economia dell’11 dicembre 2006 è apparso un articolo firmato Luigi Maggi che riassume abbastanza bene i  diversi temi che sono in gioco nel dibattito sulla riforma previdenziale. Naturalmente il primo  punto, che è quello più dibattuto in questo momento, concerne l’età anagrafica minima per il pensionamento. In effetti l’innalzamento a 60 anni (dai 57 attuali) previsto a partire dal 1° gennaio 2008 potrebbe risultare diluito in due o tre anni, però  questa questione, cruciale per chi si trova vicino al raggiungimento dei requisiti per la messa in quiescenza, viene forse eccessivamente enfatizzata, considerando che per la totalità dei lavoratori la problematica dell’importo delle future pensioni, e quindi dei tempi in cui il loro ridimensionamento risulterà particolarmente gravoso per il livello generale del tenore di vita del lavoro dipendente e del piccolo lavoro autonomo, appare evidentemente più decisivo. La legge delega del 2004 aveva caricato, in considerazione anche della prevista imminente stesura del decreto legislativo, di particolare significato la scadenza di fine anno 2007. Con una certa  rassegnazione si dava già per scontato fin da allora che il passaggio anticipato al calcolo contributivo avrebbe costretto tutti i lavoratori, sotto una certa anzianità lavorativa, ad aderire ai fondi pensione e comunque per usufruire di un assegno decente da parte della previdenza pubblica a  lavorare per 40 anni e quindi fino ad un età superiore ai 60. La maggior parte delle persone che potrebbe capitarmi di incontrare mi direbbe, ne sono certo, che le cose effettivamente stanno proprio così ; probabilmente invece sono necessarie alcune precisazioni. La prima osservazione da fare è che la grande bastonata non ce l’hanno ancora data e dovrebbe invece arrivare proprio nell’anno che sta per iniziare. Scrive infatti Maggi che l’introduzione del calcolo con il<<metodo contributivo […] è stata sì prevista dalla riforma Dini, ma in via graduale e solo a partire dal 2017 (col sistema “misto”, in parte ancora retributivo ma scemante, in parte contributivo via via prevalente) fino a soppiantare totalmente il retributivo solo dal 2035>>. Per coloro che andranno in pensione prima <<il metodo di determinazione della pensione è rimasto quello retributivo. […] Un criterio di calcolo vantaggioso, che prescinde dall’età in cui si decide di smettere. E’ per questo che, visto il progressivo allungamento della vita media, il legislatore chiede di elevare l’età minima di pensionamento.>> L’innalzamento previsto a breve dell’età pensionabile, a quanto sembra, quindi, servirà a posticipare per molti l’uscita dal mondo lavorativo ma non inciderà per i prossimi anni in maniera significativa sulla spesa pensionistica influenzando in maniera negativa anche il decollo dei fondi pensione. Di conseguenza Maggi afferma: <<L’unico modo per uscirne sarebbe dunque quello di passare al più presto al contributivo. Ma poiché non è pensabile un passaggio sic et sempliciter al “contributivo puro” si potrebbe nel frattempo……>>

A questo punto l’autore dell’articolo, che evidentemente è un esperto, inizia ad ipotizzare soluzioni che accelerino il processo ma sempre attraverso un sistema in cui si  <<stempererebbe l’impatto con il passaggio al sistema misto e ancor più al contributivo puro.>> L’attuale governo, i “sindacati di Stato”, questi ultimi particolarmente attirati dalla possibilità di gestire cospicui fondi pensione di diverse categorie lavorative, oltre che ovviamente la GFeID (Grande Finanza e Industria Decotta NDR), hanno sicuramente un progetto molto preciso in mente, ci hanno già scippato il TFR e hanno intenzione di farci andare in giro in pantaloncini corti e in maglietta di cotone anche d’inverno (cosa che sembra sia capitata anche a mio padre subito dopo la guerra, ma lui aveva una salute e un fisico di ferro….); con quali risorse i lavoratori italiani si preparano a difendersi dall’offensiva che verrà sferrata contro di loro nei prossimi mesi ? Se qualcuno si fa qualche illusione ce lo dica.

 

 

Mauro Tozzato                        13.12.2006