IL PARTITO DELLE 3M…e

 

L’ineffabile Luca Cordero di Montezemolo, Presidente di Confindustria, scopre ora il “gioco degli specchi” tra destra e sinistra e propone, non di andarvi oltre mandandoli entrambi in frantumi, ma di attraversare il guado della (finta)contrapposizione  bipolare per “seguire linee più trasversali agli schieramenti politici”. Insomma, si richiede una formalizzazione (con accentuazione "centristica") di quello che ormai è sotto gli occhi di tutti. Stiamo parlando, naturalmente, dell’ennesimo tentativo di dar vita al Grande Centro. La novità di questa operazione, vecchia come il cucco, sta semmai nel fatto che a proporla non sono tanto i politici ma gli "uomini d’affari", secondo le loro specifiche logiche. Così il nuovo partito di Montezemolo ha già il suo programma politico, indirizzato alla costituzione di un diaframma neocentrista che punterà a sospingere fuori dagli schieramenti le ali “estreme”, e che si fonderà su quest’ unico punto programmatico, cento volte  più performativo della caterva di pagine scritte dagli “unionisti” in campagna elettorale e degli stessi dodici punti dettati da sua eminenza finanziaria Romano Prodi, all’indomani della crisi di governo. Il partito delle 3M (Montezemolo, Monti, Mieli) comincia a scandire le priorità dell’agenda politica italiana e poiché non è realistico che il leader della Fiat voglia davvero costituire un nuovo soggetto politico, i diktat non possono che essere indirizzati a chi ha orecchie per intendere e volontà da spendere. Una nuova coalizione di volenterosi, pronti a dare al paese la capacità di affrontare le “sfide del futuro”. Il che vuol dire che a fronte di una crisi sociale gravissima, da loro stessi innescata in circa un quindicennio di transizione ad un mondo unipolare (in realtà, un’adesione incondizionata allo strapotere americano), questi signori stanno ricercando la via per dare maggiore stabilità al sistema (in funzione dei loro luridi interessi personali) per tirare a campare altri 10 o 15 anni. Pazienza se poi a farne le spese sarà il paese, almeno loro potranno continuare a galleggiare mentre il popolo sprofonderà nella merda.

Per questo hanno voluto accendere una miccia da entrambi i lati dello schieramento politico (le ali estreme, per la maggior parte schierate a sinistra, ne sono ovviamente escluse), la spinta centripeta dovrebbe dar seguito ad una Grosse Koalition – qualcosa di meno precario rispetto ai frastagliati assetti attuali – alla quale i partiti saranno costretti ad aderire pena la marginalizzazione o l’esclusione dalla politica ben retribuita. Così qualcuno ha voluto parlare di un’Opa ostile lanciata sui partiti. L’occasione per parlare del Grande Centro è stata quella delle “5 giornate di Milano”, organizzate dalla Bocconi e dal Corriere della Sera, dove è chiaramente emersa l’impostazione neocentrista che questi arditi salvatori della patria vogliono dare ai rapporti tra economia e politica. Fa certo sorridere  Montezemolo quando fa il Sarkozy, proprio lui che dal governo Prodi ha ottenuto quanto di meglio non poteva sperare, dal cuneo fiscale, alla rottamazione, fino mobilità lunga. Soldi pubblici elargiti, senza un minimo di criterio che non fosse quello della reverenzialità ai poteri forti della GF-ID da parte di un ceto politico-professionale (ex-picìista) corrotto e desolante, e per di più ad un’impresa che millanta di essere venuta fuori da una crisi decennale. E Montezemolo che ieri ripeteva, al consesso dei suoi colleghi, che ci vuole più mercato e maggiore iniziativa privata per risollevare il Sistema-Paese. Che faccia di c…

Ma gli equilibri politici sono tutt’altra cosa, il leader di Confindustria ha ben compreso che non si può procedere con questo centro-sinistra ancora per molto tempo (nonostante le stesse ali “estreme”, che di estremo hanno solo l’infingardaggine e l’idiozia, abbiano avvallato gli aiuti alle Imprese Decotte di automobili e frigoriferi). Gli scandali si susseguono, i partiti di centro-sinistra sono troppo riottosi (sia al loro interno che nei rapporti reciproci) tanto che, nelle beghe quotidiane fra loro, vengono spesso allo scoperto i reali rapporti (collusione e subordinazione) con la Finanza e con i potentati industriali. Questo, ça va sans dire,  non piace a Montezemolo e soci. E stia attento lo stesso Prodi a non fidarsi troppo dei suoi stretti legami con alcuni uomini della GF, quella che lui ha contribuito a rendere  strapotente, perchè potrebbe accadere, come ha già sostenuto La Grassa in un precedente articolo apparso su questo blog, che il Mortadella venga sacrificato da Bazoli qualora quest’ultimo dovesse cambiare di strategia al mutare della situazione esterna. Nulla dura per sempre.

Uno di quelli che più ha applaudito il discorso dell’uomo Fiat è stato Veltroni, quel Walter che si è risentito per la perdita della banca capitolina (con Geronzi che gli ha taciuto tutta la manovra di avvicinamento a Profumo, tanto che Veltroni ha lamentato di avere appreso la notizia dai giornali) e che ora cerca  riscatto e protezione dopo le minacce simil-mafiose di D’Alema pronunciate dalle pagine del CdS. Lo scompaginamento è perciò generale, non a caso D’Alema paventava una “notte dai lunghi coltelli” nella quale fare i conti (magari con il solito aiuto di una magistratura compiacente) con vicini e lontani al suo schieramento. In mezzo a tutto questo bailamme resta il torbido di un’Italia perennemente depressa, la fase di putrescenza del paese sembra non avere limite e gli uomini che più l’hanno causata sono sempre saldi ai posti di comando. Ma che fanno gli italiani? Dormono?