NOTE LAMPO (di Gianfranco La Grassa)

Il centro-destra è in via di sbriciolamento o come minimo di profonda crisi e ristrutturazione che andrà accelerando dopo l’estate. L’UDC accentuerà il suo spostamento verso l’altro schieramento, sperando ovviamente nell’operazione “grande centro” se non proprio subito quella che insiste sul partito democratico. Innanzitutto, comincerà a staccarsi il duo Follini-Tabacci, notoriamente molto “sensibile” alle sirene di quel gruppo finanziario (e industria decotta in cerca di sussidi statali) che appoggia il centrosinistra con l’ammiraglia Corsera in testa, e poi Repubblica, Stampa, Sole24ore, ecc.

AN è pure in crisi; e Alemanno in specie è molto ricettivo rispetto al gruppo economico appena nominato. La LEGA è allo sbando, con Maroni che punta ad accordi con il centrosinistra (contando soprattutto su D’Alema), altri che non hanno alcun senso di orientamento, Bossi non più in grado – almeno sembra – di riuscire a tenere unita una banda di “sbandati”. Quanto a FI, ha un solo capo e tanti galletti o di scarso affidamento o qualcuno dotato di maggiori capacità ma non in grado di controllare il “capo”, il cui valore è solo montato dallo schieramento avverso per tenersi unito pur nel completo disaccordo di tanti gruppettini. Una delle più gravi, e anche pericolose, mistificazioni ideologiche degli ultimi 12 anni – e che dimostra chi ha sempre avuto la prevalenza massmediatica, malgrado le gran balle raccontate sulle TV tutte di Berlusconi – è quella che indicava in quest’ultimo un Mussolini in doppiopetto. Solo i cretini possono pensare che il capo fascista fosse uno sciocco e vanesio, esattamente come lo è invece il suo preteso (dalla sinistra) surrogato. E poi l’ultima “ciliegina”: mi sembra che anche il “tecnico” di principale riferimento della fu CDL, al secolo Tremonti, faccia discorsi “strani”, si prepari a qualche “saltino”, si dimostri sensibile all’idea della grande coalizione, del centrismo vincente (non tanto facilmente a mio avviso); in definitiva, vuol restare nei giochi dell’establishment finanziario-industriale oggi in attività per sfruttare l’Italia.

L’unico vero pericolo di regime (e che regime!) è quello che stanno adesso tentando di instaurare gli attuali governanti; anche l’ultima pantomima sui servizi segreti – deviati, fedeli; no, in parte deviati ma cui dare sostanziale fiducia; il loro capo non poteva non sapere, ma no era invece in fondo ignaro, ecc. ecc. – serve per preparare una loro completa ristrutturazione alle strette dipendenze di quei settori del centrosinistra in pieno accordo con il gruppo finanziario-industriale di cui sopra, che attueranno una politica in grado di ottenere la convinta, pur se meno conclamata, fiducia americana: quella di Bush (con qualche mugugno) e poi quella del dopo-Bush, magari caratterizzata da un po’ meno di bastone e da un po’ più di carota.

Che il centrodestra si sfarini va nella sostanza bene; anche perché è fatto di veri scemi, ignoranti, furfantelli, a mio avviso meno pericolosi degli altri ma del tutto irritanti per il loro filoamericanismo e filosionismo che superano i limiti della tollerabilità “umana”. Però, è inaccettabile che si dichiari ancor oggi l’altro schieramento un po’ migliore o il “meno peggio”. Basta con queste menzogne. Si ha a che fare con forze politiche piene zeppe di personaggi pericolosissimi, cattivi, in perfetta mala fede, pervertitori di ogni pur minima “verità”, scandalosamente privi di valori, cinici (da bar oltretutto), marci fino al buco del c…. I sinistri sono una vera degenerazione del DNA, una malattia (e non semplicemente dell’“anima”).

Sappiamo bene che anch’essi sono una “Armata Brancaleone” e questo ci dà qualche speranza per l’avvenire. Ma non si deve abbassare la guardia nei loro confronti. Basta vedere come tentano di appropriarsi – e con quanta goffaggine per la verità – della vittoria calcistica. Le loro affermazioni rasentano il ridicolo; la Melandri è scatenata in mezzo ai giocatori (“bei fusti”?); il parroco di campagna (e grande esperto di sedute spiritiche, che questa volta non gli avevano però preannunciato il successo) bofonchia impacciato di “orgoglio nazionale” assieme all’umbertino Presidente della Repubblica (che ha certo uno stile più signorile nel farlo); il “grande tecnico” dell’economia – sulla intelligenza del quale (e di quella dei suoi boriosi vice) avevo già serie perplessità – annuncia aumenti del PIL grazie al meraviglioso calcio azzurro, in ciò coadiuvato da famose società di rating, quelle stesse che garantivano della solidità della Cirio e della Parmalat 4-5 mesi prima del loro crac (l’unica a mostrare perplessità sulle taumaturgiche virtù del nostro “sport preferito” è la JP Morgan; onore al merito!).

E’ uno spettacolo che ha certo valenze comiche di rilievo; tuttavia, nella sostanza, è una farsa tragica, perché può prepararci un futuro assai poco radioso. Non prendiamoli sottogamba. Abbiamo a che fare con il peggior ceto politico di sempre, e con una “schiuma” intellettuale di una “leggerezza” mortale. E’ impensabile dove potrebbero portarci, perché non esistono precedenti storici di simile bassezza, cui appellarci per qualche previsione di massima; navighiamo a vista, depredati e irrisi, e dobbiamo andare a tentoni. Nemmeno mi sogno di dare ad altri certezze; ho delle convinzioni, come tutti, ma so che bisogna stare bene all’erta e saperle modificare alla bisogna. Più che ipotesi non possiamo, secondo me, formulare. L’unica cosa di cui mi sento certo è che questo nostro centrosinistra (politico e culturale) è realmente molto pericoloso (naturalmente per il gruppo di potere che ha alle spalle), fatta sempre salva la “base” che, “per definizione”, è “ingannata”. Accettiamo questo postulato e …. “raccomandiamoci l’anima a Dio” (cui personalmente non credo, ma si dice così).

E’ vero che ci sono settori, di seguaci ma anche qualche raro parlamentare, della sinistra che si oppongono ai peggiori misfatti: ad es. in politica estera, sull’uso delle nostre truppe in vari teatri di guerra. Tuttavia, pur non mettendo in dubbio la buona fede (fino a prova contraria), credo poco alle prospettive di un pacifismo generico, senza sbocchi né comprensione delle strategie di chi si sta muovendo sullo scacchiere: innanzitutto nazionale e poi globale. Senza cadere nel banale economicismo, è comunque indispensabile comprendere gli interessi complessivi in gioco; quelli geopolitici e poi quelli più grettamente nostrani, relativi ad un ristretto e parassitario insieme di gruppetti dominanti, per fortuna in sorda, e speriamo crescente, lite sugli assetti futuri.  

L’unica posizione che mi sento di assumere è l’invito a smetterla con le varie invidiuzze di gruppetti, a smetterla ancora di più con il suddetto “meno peggio”. Accettato il principio che la destra non è assolutamente il nostro orizzonte, e che siamo lietissimi del suo sbriciolamento, dobbiamo renderci conto che non c’è mai stata, credo in nessuna parte del mondo e in nessuna epoca, una sinistra (lo ripeto: politica e culturale, esclusa per definizione “la base”) così disastrosa, succube di dominanti tanto inetti e parassitari; e subordinati a quelli USA. E’ necessario riunire tutto il raggruppabile nell’ambito di coloro che hanno smesso di pensare che si deve stare insieme per battere Berlusca, che hanno capito da quale parte sta arrivando il reale tentativo di regime totalizzante (da 1984 di Orwell), che hanno individuato chi grida al lupo perché è lui il lupo.

Credo sia anche necessario abbandonare i troppo “buoni sentimenti”, che spesso ottundono le nostre capacità di analisi e di critica della situazione odierna. Adesso non mi metto a disquisire sulle possibili linee direttrici di quest’ultima, su cui del resto mi sono espresso più volte e che ho consegnato ad una operetta globale che speriamo riesca ad essere pubblicata (non sarà facile dato il dominio della ghenga culturale di sinistra). L’importante è intanto mettere termine agli indugi; e puntare veramente ad una nuova impostazione critica, seguendo con attenzione i fatti importanti, non le questioni marginali su cui verte la stampa, la TV e la pubblicistica onde distogliere la nostra attenzione.

Come “gocce d’acqua” continuiamo la nostra opera critica; e sondiamo tutto l’arco sociale per vedere chi sarà più sensibile ed accorto nel capire in quale cloaca stiamo navigando. Credo che molti sedicenti “qualunquisti” (sempre più numerosi) si dimostreranno alla fine meno stupidi di tanti “sinistri”, che ormai vogliono credere per fede o per semplice antipatia di appartenenza ad una presunta élite di individui più colti e morali degli altri; in realtà assai più sciocchi, fatui, irresponsabili, pieni di sé e della propria superficialità e ignoranza politica.

 

12-7-06