COSI’ PARLO’ GOLDMAN SACHS

 

La finanziaria del governo Prodi, apparentemente, finisce per scontentare tutti i ceti sociali. Si lamentano le piccole e le medie imprese che dovranno sottostare ad una maggiore pressione fiscale e alla sottrazione del 50% del TFR che verrà stornato all’Inps ( anche se queste, selettivamente, potranno beneficiare del cuneo fiscale per 4,7 mld). Si lamentano i ceti professionali “vessati” dalle liberalizzazioni di Bersani e dalle alchimie sul pagamento delle prestazioni che impongono “percorsi rintracciabili” delle entrate e delle uscite ai fini della riduzione dell’evasione fiscale (tutto da vedere, visto che cliente e professionista potrebbero sempre accordarsi “in nero”). Si lamentano i lavoratori che in assenza di carichi familiari subiranno un aggravio dei prelievi di circa 120 euro, con uno stipendio su base annuale pari a 23.100 euro, mentre un lavoratore con moglie e due figli a carico risparmierà in tutto 20 euro al mese, un inezia. Vorremmo capire dove sono i ricchi puniti dalla manovra di questo governo “Robin Hood”  che secondo i rifondaroli avrebbe fatto piangere l’intera “classe borghese”. L’unico che fa finta di lamentarsi è Luca Cordero di “Montezuma” che ha ricevuto un bel po’ di regalini dal governo e che gli permetteranno di vendere qualche auto in più e di licenziare, all’occorrenza, qualche lavoratore in più. Il leader della Confindustria ogni tanto fa la voce grossa contro il governo, soprattutto per tenere a bada la base recalcitrante della sua organizzazione, la quale non ha valutato per nulla positivamente “lo scippo” del TFR, fonte “autonoma” di finanziamento per le piccole e medie imprese che non sempre hanno le garanzie sufficienti per accedere al credito bancario. Forse, le più contente sono proprie le banche, quelle che hanno ricevuto una serie di “regaloni”, e che spingono affinché il governo Prodi continui su questa strada. Detto en passant, l’unico provvedimento “contro” le banche preso da questo governo è stato quello sulla chiusura gratuita dei conti per i clienti, previsto dal decreto Bersani. Pochi giorni dopo l’ABI aveva già diffuso, tra gli istituti bancari, una circolare per aggirare il provvedimento e per farci pagare lo stesso.

Padoa-Schioppa ha trasecolato di fronte alle critiche generali piovute sulla sua manovra, si è chiesto come sia possibile non comprendere la grandezza di questa (tra un po’)legge finanziaria. La colpa, a suo dire, è tutta del governo che difetta in comunicazione, lui vorrebbe un Vasari per consegnare alla storia dell’arte questa grande opera e per agiografare la vita di un uomo illuminato che di nome fa Tommaso. La verità è che questa gente non ha proprio il senso della prosaica vita quotidiana. Già Berlusconi ci aveva consigliato di essere più oculati nelle spese, di girare per i vari mercatini in modo da trovare i prodotti con i prezzi più bassi. Ciò dovrebbe bastare a spiegare l’arroganza di questi privilegiati, ma poi dovevano venire pure Padoa-Schioppa e Draghi a dirci che se il prezzo del peperoncino aumenta del 400% l’inflazione non muta, o che se le imprese perdono il TFR possono sempre rivolgersi alle banche con applicazione di un tasso d’interesse doppio. E che sarà mai il 6% rispetto al 3% attuale! Grandi tecnici per grandi cazzate, la Grandeur è sempre uguale a sé stessa, in qualunque occasione la si esprima.

Poi, però, questi vanesi ogni tanto hanno l’esigenza di rampognarsi a vicenda, perché abbisognano di emergere in qualche modo, fremono per essere sempre i primi della classe. Draghi per esempio. Ieri ha detto che non c’è da preoccuparsi sull’attuale situazione economica perché l’economia mondiale è in “bilanciamento”. Segnatevi questa nuova legge dell’economia elaborata dal banchiere della Goldman Sachs. Il bilanciamento consiste in questo: se l’economia del paese centrale arretra (America) e se quella del paese semicentrale (Europa) cresce di qualche punto decimale, si realizza un equilibro che prelude ad un nuovo balzo dell’economia. Questa la legge di Draghi che, però, contraddice un’altra legge economica ben più verificata, per cui quando arretra l’economia trainante le altre, a questa legata, vanno in recessione piena.

Potremmo raccoglierne molti di questi errori marchiani da grandi tecnici, i quali fanno i salti mortali per accordare scienza economica ed ideologia politica. Sono “tecnicamente” perfetti per propagandare i diktat di chi li mette sugli scranni più alti delle istituzioni di un paese.

Fanno i calcoli ed edulcorano o peggiorano i conti a seconda degli obiettivi che si sono prefissati, sempre ben attenti a curare gli interessi dei loro protettori. Ormai è un dato acquisito che tutti questi “contabili” hanno costituito in Italia una succursale della Goldman Sachs, la quale detta forme e interventi di qualsiasi manovra economica. E’, ovvio, che la Goldman Sachs non è la Spectre, ma una delle più importanti Merchant Bank americane la quale ha tentacoli in tutta Europa e che diffonde il verbo americano garantendone purezza(economica) e inevitabilità(storica). Ed è proprio qui il problema. Tutto appare come inevitabile e senza soluzione alternativa, o si fa come dicono loro oppure sarà il collasso del sistema Italia. Vorremmo ricordare a questa gente (che taglia, cuce e ricompone a proprio piacimento) che l’unica maniera per ridare fasto al nostro sistema-paese è quello di accrescere la torta che si dovrebbe dividere. La nostra torta (leggi l’incremento della ricchezza generale) è ormai ridotta ad una ciambella bucata della quale voi prendete sempre i 4/4 e al popolo lasciate il buco che sta in mezzo.