IL LORENZACCIO

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Pensavamo fosse la rottamazione ed, invece, è tutta una rappresentazione: la “scemeggiata” dei giovani rampanti, il cui livello di carineria è inversamente proporzionale al loro grado di competenza. Costoro, col passo spedito di chi non pensa per mancanza di idee […]

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TRANSIZIONE COMPIUTA? di GLG, 23 febbraio ‘14

1.Ho citato molte volte quanto accadde nel 2011 tra Obama e Berlusconi [vedi: qui].
I soliti sciocchi di “sinistra”, con il loro ormai totalmente annebbiato “ceto medio semicolto” pensarono alla solita incapacità berlusconiana di apparire “serio” all’estero, dove si sarebbe prodotto in una nuova figura barbina. Non capirono che la risposta obamiana – data più in sordina e non sentita, ma subito dopo rivelata da Palazzo Chigi senza smentite d’oltreatlantico; risposta che suonava “o non caschi o caschi in piedi” – completava un duetto in cui si prendeva un accordo di massima. Berlusconi, che già aveva tradito Gheddafi e la Libia, sanzionava il suo inchinarsi alle successive mosse che sarebbero state prese in Italia, con il “suggerimento” (ordine) – per qualche tempo abbastanza elastico e apparentemente distaccato – proveniente dagli Stati Uniti (dagli ambienti obamiani, quelli cui, ormai lo sappiamo bene, fa stretto riferimento pure un Renzi).
Da allora, come messo più volte in luce, Berlusconi, in modo sufficientemente furbo e a lungo non appariscente, ha coadiuvato nella sostanza le mosse del “Lord Protettore” (vero successore dei Savoia che nel 1943, dopo segrete trattative, siglarono il patto con gli “Alleati” angloamericani), il quale riceveva il suo input da oltreoceano. Berlusconi fece a lungo finta di essere in disaccordo e polemica con le mosse successive compiute nella (pseudo)politica italiana. In realtà, ha accettato e coadiuvato sotto sotto i governi Monti e Letta, che non hanno fallito l’obiettivo come tutti si ostinano a ritenere. E’ del tutto ovvio che – dopo vent’anni di antipolitica sostituita dalla demenziale polemica pro o contro il cavaliere – si dovesse procedere con molta cautela perché altrimenti la “sinistra” – è lì era situato colui che, ben legato ai centri obamiani, doveva infine operare una svolta – avrebbe perso molti voti e si sarebbe trovata in grave difficoltà.
Monti e Letta avevano soltanto il compito di pestare acqua in un mortaio, chiacchierare molto di riprese, riforme, ecc. senza combinare alcunché; erano demandati ad accentuare al massimo la disaffezione popolare a tutta la politica fin lì svolta in modo che, alla fine, qualsiasi anche modesta rimessa in ordine dell’economia e delle istituzioni apparisse quasi una rivoluzione. Sembra piuttosto probabile che il “Lord Protettore”, ben consapevole dei bisogni del suo schieramento di appartenenza, volesse ancora trascinare la transizione (per cui era stato rinominato piuttosto impropriamente). Tuttavia, trascinarla ancora rischiava di liquidare anche Renzi. Inoltre, si sono inseriti fattori internazionali: ad es. l’accelerazione subita dalla sedicente nuova “guerra fredda” tra Usa e Russia (con episodio oggi centrale in Ucraina). La soluzione, cui ci si sta al momento avviando in quella zona, mi sembra dimostrare una certa debolezza della Russia, ancora lontana dal costituire un polo antagonista efficace nei confronti degli Usa. Obama si permette di invitare (tutte le parti) ad evitare spargimenti di sangue; e lo fa in apparente concordia con Putin. Non c’è alcuna concordia; Obama si può consentire la finzione di non essere all’origine della tensione. Putin è obbligato ad accodarsi, pur se – spero – comincerà a pensare le contromisure, ma temo da una posizione di arretramento parziale.
D’altronde, è vero che l’accelerazione sta avvenendo in quella zona, ma si sta guardando anche più a sud: trattative segrete con l’Iran, probabili anche con la Turchia, problemi in Medioriente con Arabia Saudita e soci; e con Israele che deve comunque ritrovare altri equilibri di “difesa” della sua posizione, perché dubito che gli Usa possano spingersi fino a mettere in pericolo, non dico la sua esistenza ma nemmeno la sua forza. Ed è esattamente per servire all’azione americana in tale area che l’Italia deve assumere oggi maggiore stabilità, senza più odî antiberlusconiani folli. L’Ucraina sembra più vicina ad una crisi internazionale acuta; tuttavia, è più lontana dalla zona nella quale la “portaerei” Italia può svolgere al meglio la sua funzione: di servitù verso gli Usa, intendo dire.

2. In questi giorni, mi sembra si sia svolto uno degli atti finali della commedia. Si sono avuti segnali continui di una disponibilità del complice Berlusconi alla nascita del governo Renzi. Un governo non entusiasmante, preceduto da tre ore di colloquio tra il nuovo premier e il presdelarep, che ha continuato, secondo il mio parere, nella sua funzione di calmiere rispetto ad una transizione (secondo lui) troppo veloce nel suo finale e favorita da un accordo adesso troppo palese con il cavaliere; operazione che potrebbe procurare slabbrature evidenti con la grossa parte del Pd (dirigenti ed elettori) nient’affatto matura di fronte alle nuove prospettive. In effetti, a partire dal mediocre ministro dell’economia – legato ancora a vecchie prospettive – mi sembra che il governo, per quanto snello e corrivo nel concedere il nuovo nelle sue forme più banali (il 50% al femminile), sia abbastanza scadente. Leggere poi tutte le personalità – italiane e straniere, dei più svariati rami d’affari – che stanno intorno a questo governo, fa riandare alla memoria certi racconti del mondo di “Napoleone il piccolo” a metà ottocento, che si gonfiava il petto ed era avviato alla catastrofica sconfitta ad opera della Prussia.
Tuttavia, non sottovalutiamo la “svolta” (piccola senz’altro) in una situazione in cui la popolazione italiana è al lumicino quanto a razionalità e comprensione della realtà. Per il momento, non sembra sia da nutrire troppa speranza in un raddrizzamento della situazione. Non è escluso inoltre che Renzi stesso serva a sbaraccare via l’ultimo ventennio di pura agitazione forsennata intorno ai meriti e demeriti di un solo individuo, aprendo la strada ad una ulteriore tappa del nostro asservimento ai disegni neoimperiali statunitensi; un bel governo presieduto da Draghi o da qualcuno del genere, e appoggiato sia da una “sinistra” che da una “destra” ancora meno distinguibili di quanto già non lo fossero dopo la caduta della prima Repubblica.
Attendiamo un qualche po’ per esprimere più consolidati giudizi circa questa situazione. Il governo è più che scadente, ma proprio per questo servirà a dirigere la politica italiana nel senso più conforme alla neostrategia Usa (obamiana) che cerca di mettere in difficoltà soprattutto la crescita del polo russo. Potrebbe esserci perfino un qualche aiuto al nostro paese per far tirare un minimo di sospiro di sollievo ad una popolazione complessivamente stressata dagli ultimi tre anni di governi di dissesto nazionale; governi che avevano quel compito, non erano semplicemente composti di incapaci, come non lo era il presdelarep nella sua apparentemente “monarchica” gestione delle vicende per noi disastrose. Attenzione alle apparenze sempre ingannevoli della politica, che è una continua serie di raggiri, inganni, astuzie; sia pure da quattro soldi nel caso dei modestissimi personaggi, di cui si sta nutrendo da anni la gestione degli apparati della “pubblica amministrazione” in Italia.

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