La guerra e’ finita, infuria la battaglia. Ma kiev ha perso

genSe ai separatisti fosse stato ordinato di arrivare fino a Kiev, probabilmente, in poche settimane, li avremmo già visti marciare su Majdan Nezaležnosti, Euromajdan per i fabbricatori di falsi miti rivoluzionari ad uso e consumo dell’imperialismo americano. Questo per spiegarvi i reali rapporti di forza sul campo, nonostante la retorica ucraina )assistita da quella Atlantica) che sta raccontando una guerra mediatica rovesciata negli esiti ma che è stata persa militarmente da Kiev ancora prima di essere cominciata, facendo tanti morti civili perché aveva come principale scopo proprio la pulizia etnica dei russofoni dell’est. L’Occidente si è reso complice di questa mattanza razziale, ricorrendo ad schema già visto all’opera in altre aree dei Balcani negli anni passati, in quanto convinto che solo un’Ucraina derussizzata avrebbe potuto essere integrata più facilmente nell’UE e nella Nato. Il piano è ormai miseramente fallito, così come la possibilità di ricacciare la Russia fuori dalla sua orbita egemonica. Ma gli americani hanno dato agli ucraini l’ordine di tenere le posizioni fino all’ultimo uomo. Lo stesso comando che Hitler impose alla 6 armata nel 1942, resistere fino all’ultima cartuccia. E, difatti, i soldati di Kiev cadono come mosche con la loro diavoleria a batterie solari in tasca, donatagli dal reverendo Charles Stanley, della Chiesa del contatto della verità. Guardate voi stessi come si può ancora farsi fare il lavaggio del cervello mistico nelle nostre società materialistiche: qui . E’ una forma di Jihad tutta occidentale che fa certamente meno presa della sua versione musulmana, dove l’attaccamento alla fede combacia con uno stile di vita tradizionale e dunque intimamente più vicino al divino. Ma tant’è.

Sono state le provocazioni di Poroshenko e soci a convincere le milizie filorusse ad attaccare a Mariupol e a chiudere la sacca di Debaltsevo, dove quasi 8000 soldati ucraini rischiano ora di fare la fine dei tonni nella rete. Proprio i colpi sulle abitazioni civili a Mariupol, che però sono stati esplosi dalle postazioni ucraine, hanno spinto l’UE a prolungare le sanzioni contro Mosca. Lady PESC Mogherini ha addotto questo come pretesto per continuare a colpire il Cremlino con provvedimenti del tutto inutili ed ingiusti, considerato che le responsabilità per gli ultimi efferati delitti ricadono interamente sulla testa dei quisling ucraini. Evidentemente, dire la verità (che ammettiamo essere sempre contraddittoria, come diceva il Presidente Mao) non rientra nelle prerogative della carica ricoperta dalla Mogherini che sta riuscendo a fare peggio di Lady Ashton, e non era facile. Inoltre, sono gli stessi locali che smentiscono la presenza di truppe russe sul suolo ucraino, (questa è l’altra balla sulla quale poggiano le sanzioni). Il Generale Viktor Muzhenko ha negato, in una conferenza stampa, “la presenza di unità regolari dell’esercito russo in Ucraina”. L’affermazione è pesante e stride con le numerose dichiarazioni di senso contrario del governo filo-americano di Kiev. Ciò vuol dire che le forze armate sono stanche della propaganda dei loro governanti, anche perché a rimetterci la pelle non sono gli oligarchi ma i soldati. Nelle ultime tre settimane sono morti 1200 militari ed i feriti risultano almeno il doppio. Numeri che fanno rabbrividire anche chi è abituato alla guerra. Infatti, le defezioni aumentano vertiginosamente, i soldati chiedono asilo all’odiata Russia (che così odiata non sarà), passano con i ribelli, oppure, semplicemente si arrendono perché non hanno motivazioni a combattere. Chi ne avrebbe se costretto con minacce e con ordini suicidi a recarsi al fronte? Si può morire per una patria che nemmeno esiste più? Di fronte a questo sfacelo il Parlamento ucraino sta pensando di introdurre una legge che impedisca ai suoi cittadini coscrivibili di lasciare il Paese. Come scrive Mike “Mish” Shedlock, advisor di SitkaPacific Capital Management, il governo ucraino sta introducendo la schiavitù nei suoi confini, conculcando la libertà dei singoli. Eppure, prosegue, l’analista, la guerra è ormai finita anche se infuria la battaglia. Questa battaglia continuerà finché gli Usa ed il FMI continueranno a finanziare l’Ucraina, col solo intento di destabilizzare la Russia ed al costo della distruzione di un intero popolo. In ogni caso, dice ancora Shedlock: “l’Ucraina non sarà mai più un paese unito. E’ folle disegnare arbitrariamente le frontiere senza alcun riguardo delle credenze culturali, politiche o religiose. La guerra è finita. Kiev ha perso, anche con l’appoggio degli Stati Uniti. Lasciate che il processo di pace inizi prima che si perdano altre vite e si verifichino altre distruzioni inutili”.

Pur essendo sicuri che i separatisti non si spingeranno fino a Kiev, siamo quasi certi che potrebbero arrivare fino ad Odessa e chiudere definitivamente l’accesso al mare all’Ucraina. Quest’azione a protezione di una zona che i russi considerano di loro esclusiva pertinenza, troppo vicina ad una importante base navale per essere lasciata al nemico, è divenuta legittima nell’istante esatto in cui la Rada, il parlamento ucraino, ha rinunciato alla sua neutralità manifestando la volontà politica di aderire al Patto Atlantico. L’Ucraina si è ficcata in un vicolo cieco dal quale uscirà soltanto quando si rassegnerà, insieme ai suoi burattinai esteri, a firmare dolorose concessioni territoriali che la mutileranno per una lunga fase storica e, forse, definitivamente. Gli ucraini possono ringraziare di questa disfatta i loro fasulli movimenti nazionalisti che in combutta con i servizi segreti Usa hanno allestito un disastro in piena regola, sottovalutando la reazione di Mosca. Del resto, Putin ed il suo entourage strategico hanno preso sul serio le minacce del Dipartimento di Stato americano il quale parla già come se fosse in guerra contro i russi. Quando Vctoria Nuland dice espressamente che “dobbiamo mettere dei centri di comando e delle forze di reazione rapida nei 6 paesi dell’Europa che si trovano sulla linea del fronte” invia una dichiarazione di guerra al Cremlino che, pertanto, si mette in uno stato di allerta non per sua paranoia ma per il significato stesso delle parole pronunciate da membri influenti dell’amministrazione americana. Ciò che sconcerta è che la politica estera dell’Unione Europea esca direttamente dai centri strategici Usa che coinvolgono Bruxelles solo a giochi stabiliti. La Nuland delibera quello che si deve fare in sei stati membri della comunità ed i vertici europei non rilasciano nemmeno una frase di smentita per dissimulare un minimo di indipendenza dei loro uffici.

Questa Europa di servi non durerà ancora a lungo e non per colpa dell’euro o della crisi economica ma per una svendita della sovranità decisionale che la sta marginalizzando sullo scacchiere globale, in un periodo di immensi sconvolgimenti geopolitici che rifaranno i connotati al pianeta. E’ questa la lezione più dura che gli europei stanno apprendendo dalla crisi ucraina.

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I piccoli Goebels del bunker di Kiev si ridimensionano, di Max Bonelli

I piccoli Goebels del bunker di Kiev si ridimensionano. La settimana passata si e´guadagnata un piccolo posto nelle pagine di storia della Russia. A partire dal 13 gennaio i consueti bombardamenti ucraini che annunciavano l´alba come ogni giorno negli ultimi due mesi presero un andamento continuo e di vero martellamento della citta´ di Donetsk. Dopo un paio di giorni di proteste le forze di DNR(repubblica di Donetsk) dopo un acceso incontro tra il comandante delle forze ucraine all´aeroporto e il presidente di DNR Zakarcenko sfociato quasi nella rissa fisica, si preannunciava l´attacco finale al nuovo terminale posizione strategica difesa  fino a quel momento da un misto di elementi della 93 brigata, Pravy Sektor e mercenari polacco americani . I reparti di punta di Dnr prendono il terminale tra la notte del 16 e del 17 ed iniziano la pulizia dagli ulltimi difensori. Gli Ucraini che tutti ritenevano in procinto di un attacco devastante anche a causa dei roboanti proclami di ”Porkoshenko” e dei suoi accoliti, vanno in panico ed incominciano oltre al disumano bombardamento indiscriminato delle principali citta´ del fronte (Donetsk e Gorloka), una serie di attacchi in cui solo il primo e´ abbastanza ben congegnato. In questo primo tentativo due colonne corazzate una con direttrice ovest-sudest dal villaggio di Peski e l´altra da Avdeka con direttrice nord-sudovest, provano a tagliare la circonvallazione dell´aeroporto per isolarei reparti di DNR all´interno dell´aeroporto dal resto della citta´. La colonna di Peski viene respinta ma quella di Andreivka passa il ponte di Putilovka HYPERLINK “https://www.youtube.com/watch?v=Z7sNDr2Sxr0&x-yt-ts=1421914688&x-yt-cl=84503534″https://www.youtube.com/watch?v=Z7sNDr2Sxr0&x-yt-ts=1421914688&x-yt-cl=84503534 con 5 carri armati e blindati e sorprende 3 carri di DNR a fare rifornimento di munizioni, la battaglia sembra volgere a favore degli Ucraini che distruggono i 3 carri ma sopraggiungono i rinforzi del battaglione Somalia del comandante Givi. Gli specialisti anticarro ed il sacrificio del ponte che viene distrutto per impedire i rinforzi decide le sorti della punta di lancia ucraina. Tutti gli altri 5 successivi attacchi all´aerea dell´aeroporto sono contrassegnati da disfatta completa degli ”Ukrop=finocchio” come vengono denominati dai secessionisti (un soprannome non proprio politically correct nei confronti degl omosessuali ma siamo nella terra dei cosacchi cosa pretendete, peggio di un omosessuale c´e´ solo la categoria degli astemi). Le perdite saranno superiori ai 500 morti con la cattura del comendante della 93 brigata numero Oleg Mikats numero3°nella lista elettorale alle elezioni parlamentari per PravySektor. Tutto questo viene passato in silenzio dai principali quotidiani italiani di centro sinistra, la troika mediatica del potere Repubblica,Corriere e La Stampa. In quei giorni parlano solo dell´eccidio di Volnovaka che poi risultera´ frutto di una attivazione non voluta di un campo minato ucraino posto in maniera incosciente troppo vicino al posto di blocco.Solo a Gorloka a causa dei bombardamenti che prendono inizio dal 13 fino ad oggi si contano quasi 300 morti tra i civili, ma questo nel silenzio assoluto della nostra stampa che evidentemente risponde a ben altri doveri rispetto a quelli informativi. Dopo l´annuncio di Poroshenko dell´offensiva si aspettavano la caduta della capitale o perlomeno di Gorloka ed invece arriva la notizia che DNR come un bravo pugile dopo la difesa passa all´uno due in contrattacco e conquista Peski dove arriva a preparare l´assalto ad Avdeka. In quel momento inizia lo shock internazionale, in primis gli Americani che si ritrovano che i loro ”Advisor” non riescono a rendere questi bravi ragazzi dalla svastica facile una armata vincente e si accorgono che anche quando provano a far vedere come si fa, la mortalita´tra gli yankee e´ alta. I russi (quelli di DNR si definiscono tali e dicono con orgoglio che in Donbass i russi ci sono da 4 secoli) non solo sparano bene ma hanno tattiche innovative e soprattutto hanno una missilistica antiaerea di tutto rispetto che riesce ad azzerare l´aerounatica ucraina..Abituati dalla seconda guerra mondiale ad usare bombe al fosforo od al naplan per fare il lavoro sporco e poi si mandano i marines a fare un lavoro di pulizia, non e´ facile inventarsi nuove tattiche al di fuori di questi schemi. Per farla breve l´amministrazione Obama si rende conto che sul terreno loro i ”cosacchi”sono una brutta bestia e grandi alternative dopo aver dissanguato economicamente gli europei in dissennate sanzioni non ne hanno. All´ultimo G7 beccano un no a nuove sanzioni sia dalla Merkel che dal fido alleato nipponico. La nostrana troika mediatica  di piccoli Goebels, si rinchiudono in un mutismo rassegnato fin quando il 21 la pagina facebook del battaglione nazista Azov(quello che ha per simbolo la runa del lupo portata dalla triste divisione ss Ucraina Galizia) ammette che l´aeroporto e´caduto. Repubblica si sveglia dal torpore e fa un servizio sulle rovine dello scalo ”Ci sono voluti mesi per ottenere l’autorizzazione per entrare nell’aeroporto di Donetsk, mesi di contatti e di mediazioni.Ci siamo entrati dalla parte delle milizie filorusse. La stampa occidentale li chiama i “separatisti” o “ribelli”. Loro, invece, si sentono i “difensori” della loro terra, della loro identità. L’identità di una popolazione che si sente russa.” Hanno tirato la volata ai nazisti per un anno che si sono macchiati dei peggiori crimini in europa dalla fine della seconda guerra mondiale ed adesso che Zio Tom rimane perplesso sul da fare..si ricordano dell´informazione giornalistica….Trovano anche il tempo di parlare dell´ultima strage al quartiere Leninsky 13 vite falciate su un filobuss di lavoratori da una salva di mortai da 81 che un gruppo di sabotatori ucraini ha tirato su uno dei quartieri fino ad allora tra i piu´ tranquilli e quindi piu´attivo durante le ore del giorno. Anche il Corriere della Sera s´illumina sulla via di Damasco e ricomincia  a riportare le notizie, ”l´aeroporto in mano ai secessionisti,i ribelli guadagnano porzioni di territorio” oppure” HYPERLINK “http://www.corriere.it/esteri/15_gennaio_23/ucraina-putin-accusa-kiev-lanciata-grande-operazione-militare-8e38e512-a2f9-11e4-9709-8a33da129a5e.shtml” Putin ha precisato che l’Ucraina non ha risposto a una proposta da lui fatta, tramite lettera, a Poroshenko, di cessate il fuoco e anche di ritiro dell’artiglieria pesante da entrambe le parti, ma il lato ucraino ha respinto il piano e non ha proposto nulla.” Il padrone Obama non sa dove indirizzare il cavallo e la cavalcatura prosegue per la strada che conosce ..quella dell´informazione di base. Solo La Stampa grazie alla  Zafesova continua sul sentiero della ”disinformazia” ”i giorni di silenzio dei cannoni a dicembre sono già finiti, sostituiti da una pioggia di missili e decine di scontri.” Gli abitanti di Gorloka e dei quartieri Nord di Donetsk hanno visto solo le pareti dei rifugi anche nel mese di dicembre in media un paio di civili morti al giorno costava il silenzio dei cannoni ucraini. Ma nel suo partito preso si lancia in pezzi esilaranti ”La guerra è tornata, e la caduta dell’aeroporto di Donetsk, del quale dopo 240 giorni di assedio restano solo rovine, difese fino all’ultimo da militari e volontati ucraini che si sono guadagnati dai loro nemici il soprannome di “cyborg”.  In realta´ il soprannome era ben altro ma lasciamo stare.. ma presa dalla disperazione della situazione militare si abbassa in onanismi politici dove la Russia sta scaricando un Donbass in mano a dei pericolosi esaltati. In realta´ la situazione militare per Kiev sta precipitando nei prossimi giorni si preparera un mega calderone a Debaltzevo che forse puo´ portare ad una svolta militare con conseguenze politiche per il potere ucraino devastanti. Tra i secessionisti il grido e´ solo uno”Davai ,k pabede Avanti fino alla vittoria”. Max Bonelli

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