A PROPOSITO DELL'INTERVISTA DI PREVE SUL MARXISMO

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Intervengo brevemente sulla intervista di Preve, sulla filosofia ,sul nome del blog :
Rispondendo all’ottava domanda dell’intervista Preve ribadisce un’obiezione già sostenuta in altre circostanze secondo cui La Grassa disprezzerebbe la filosofia e conclude : “Ma già Lenin scrisse che in generale chi disprezza la filosofia e ritiene di poterne fare a meno è in realtà schiavo di una cattiva filosofia.”
In una delle noterelle che GLG mi ha inviato si sostiene che Preve ignora Marx (sull’ipotesi di estinzione dello Stato) e non conosce Lenin.
Ahimè la frase di cui sopra sembrerebbe dar ragione a GLG, perché non Lenin sostenne l’argomentazione di cui sopra, ma Engels :
“Gli scienziati credono di liberarsi della filosofia ignorandola o insultandola. Ma poiché senza pensiero non vanno avanti e per pensare hanno bisogno di determinazioni di pensiero e accolgono però queste categorie, senza accorgersene, dal senso comune delle così dette persone colte dominato dai residui di una filosofia da gran tempo tramontata, o da quel po’di filosofia che hanno ascoltato obbligatoriamente all’Università …, o dalla lettura acritica e asistematica di scritti filosofici di ogni specie, non sono meno schiavi della filosofia, ma lo sono il più delle volte purtroppo della peggiore; e quelli che insultano di più la filosofia sono schiavi proprio dei peggiori residui volgarizzati della peggiore filosofia…” . Engels ‘Dialettica della natura’
Personalmente non credo che il punto sia se disprezzare o meno la filosofia, dato che ogni posizione scientifica ne veicola e consente un determinato ventaglio e ne ostacola altre : semplicemente la forma filosofica del discorso di GLG non è quella di Preve né tantomeno quella che Preve forse vorrebbe.
Come al Lenin di ‘Materialismo ed empiriocriticismo’ si possono effettuare obiezioni e critiche circa la sua comprensione circa il relativismo soggettivistico di Mach, ma sul punto riguardante il tipo di ricaduta politica di certe posizioni filosofiche credo che Lenin avesse sostanzialmente ragione. Analogamente ritrovandomi nelle coordinate teorico-politiche tracciate nel corso dei suoi lavori da GLG , non ritengo né produttivo né prioritario lo sviluppo della prospettiva indicata da Preve rispetto alle mie esigenze analitiche—che riguardano la teoria dello Stato.
A proposito della filosofia il vituperato, da Preve , Althusser scriveva “La filosofia enuncia delle Tesi, che concernono effettivamente la maggior parte dei punti sensibili dei problemi cosiddetti ‘di totalità’. Ma siccome la filosofia non è scienza, né la scienza del Tutto, non dà alcuna soluzione a questi problemi. Essa, tuttavia, interviene in tutt’altro modo : enunciando delle Tesi che contribuiscono ad aprire la strada per una giusta posizione di questi stessi problemi.” Filosofia e filosofia spontanea degli scienziati De Donato pg 24
La domanda diventa per me : le attuali tesi di Preve ,in particolare quella sull’utopismo marxiano circa l’estinzione dello Stato, contribuiscono o no ad aprire la strada per la predisposizione di una teoria dello Stato fuori dal raggio dell’ideologia dominante ? Secondo me no (ma questo lo vorrei argomentare in uno scritto a sé).
Il nome del blog risente inevitabilmente della tradizione : la capacità di re-interrogare radicalmente i propri presupposti lo ritengo specifico della pratica scientifica, mentre l’esaurire l’attività conoscitiva nella esclusiva ripetizione , nella esclusiva verifica di corrispondenza al testo risponde ad un bisogno, sì legittimo, ma che assume una natura religiosa. Gli oltrepassamenti di Marx (perché di Lenin si è preferita la rimozione) proposti, sono apparsi come ricadute pre-
marxiane, e le attestazioni di analfabetismo constatabili ad ogni piè sospinto impongono sì cautela, ma deve prevalere l’esigenza di vera e profonda innovazione.
Inoltre usando un termine orrendo,la soggettivazione di una teoria penso sia di forte ostacolo (non solo epistemologico) al procedere della ricerca : non credo sia casuale che non esista nella fisica un ripensaregalileo o nella psicologia sociale un ripensarelewin