Accordo strategico ROSNEFT-BP

rosneft_esreport

La notizia è la seguente: il CEO di ROSNEFT, Igor Sechin è in questi giorni a Londra per cercare di concludere un accordo con BP. L’accordo prevede l’acquisto da parte di ROSNEFT del 50% della società privata russa TNK-BP in mano a BP. L’offerta di ROSNEFT è pari a 28 miliardi di USD pagati in parte cash ed in parte con azioni ROSNEFT. In questo modo ROSNEFT diventerebbe il primo fornitore mondiale di petrolio, con una capacità nominale di 3,15 Milioni di barili al giorno, largamente superiore a quella di EXXON-MOBIL e SHELL.

BP è interessata a liberarsi della sua partecipazione in TNK-BP, formata nel 2003, per due motivi: rapporti ormai impossibili con i suoi partners russi (un gruppo di oligarchi radunati in un consorzio chiamato AAR) al punto che il responsabile BP se ne dovette andare dalla Russia nel 2008, che bloccano qualsiasi azione di sviluppo della società ed inoltre la prospettiva del progressivo esaurimento dei pozzi eserciti, in gran parte situati nella Siberia “verde”. La parte cash potrebbe andare a ripianare i debiti e le pesanti sanzioni legate al disastro del Golfo del Messico. La partecipazione azionaria in ROSNEFT, oltre a rappresentare una buona fonte di dividendi, aprirebbe a BP l’enorme mercato di investimenti in tecnologie di cui ROSNEFT ha bisogno per sviluppare i giacimenti nell’Artico e nella Siberia “bianca”. Se poi questa partecipazione vedesse anche un rappresentante BP nel CdA di ROSNEFT la posizione privilegiata di BP rispetto ai concorrenti sarebbe ancor più salda.

Il consorzio AAR, che non ha alcun interesse a diventare puro partner finanziario di un colosso come ROSNEFT, non è rimasto con le mani in mano ed ha dichiarato di mettere a sua volta in vendita il suo 50% di TNK-BP. Comunque vadano le cose, gli analisti ritengono improbabile il doppio acquisto da parte di ROSNEFT, l’accordo segnerebbe un svolta nella politica energetica russa.

Le osservazioni sono tante e significative.

L’accordo proietta ROSNEFT ben al di sopra dei competitori interni russi (come LUKOIL) in una posizione di quasi monopolio del mercato del greggio in contrapposizione con GAZPROM, monopolista del gas.

Igor Sechin è buon amico di Vladimir Putin, provenendo dalle fila dei sistemi di sicurezza sovietici e facendo parte del gruppo di cosiddetti siloviki.

Considerata la assoluta dipendenza delle entrate statali dal settore energetico, è evidente l’interesse politico di accrescere la potenza di fuoco del campione nazionale, re-inglobando nella sfera statale ulteriori giacimenti e la loro rendita, soprattutto nel momento in cui l’altro campione, GAZPROM. soffre dell’impasse fra necessità di abbassare i prezzi del gas, per mantenere le quote di mercato in Europa e le necessità di grandi investimenti per venire incontro alla crescente domanda di un futuro che sempre più andrà a gas a scapito di nucleare e carbone.

Il futuro energetico della Russia è legato allo sfruttamento delle risorse nell’Artico (offshore) e nella Siberia permanentemente ricoperta dal permafrost. Ciò richiede colossali investimenti ma soprattutto tecnologie che solo le compagnie occidentali posseggono. Da qui i recenti accordi di ROSNEFT con STATOIL, ENI, EXXON-MOBIL. L’accordo con BP segnerebbe un passo ulteriore in termini di profondità della connessione con l’Occidente.

La City dovrà essere convinta che a BP conviene entrare in partnership con ROSNEFT. La storia con TNK-BP, per quanto lucrosa in termini finanziari, non depone a favore degli “ostici” partners russi. Tanto più che, se nei confronti di AAR BP poteva farsi sentire, ciò sarà molto più difficile dentro la statale ROSNEFT. Dato che l’accordo parte per iniziativa di ROSNEFT, è dunque certo che Igor Sechin si darà molto da fare per convincere i suoi partners che l’atmosfera dentro un’azienda statale russa può cambiare e che lui sarà capace di farlo. Questo potrebbe provocare qualche fastidio, dentro e fuori l’azienda in Russia, e mettere in una qualche maggiore difficoltà le politiche di creazione di consenso interno basate sui bassi prezzi energetici.

Dunque una complessa partita per entrambi i giocatori che meriterà di essere seguita.