AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE! di GLG, 2 dic 13

gianfranco

Mentre il “decaduto” continua con il suo doppio binario, mostrando estrema moderazione (che a mio avviso è soltanto prosecuzione della sua complicità degli ultimi anni con gli Usa di Obama e il suo “rappresentante” italiano negli alti vertici “collinari”), alcuni insofferenti “forzaitalioti” – non so se per gioco delle parti o perché realmente irritati con il loro “duce” – sembrano quasi inseguire Grillo nelle sue sparate contro l’euro e la UE (in particolare sostenendo che questa è ormai dominata dalla Germania, anzi dalla Merkel).
Per carità, mi va benissimo se si riesce a riportare la lira in Italia; ma voglio sapere a quale cambio avverrebbe tale ritorno: a 1936,27 lire per euro o invece a meno, molto meno? Quanto alla UE, mi va altrettanto bene che si urli contro il suo eccessivo intervento nelle “cose italiane”. Sono del tutto d’accordo che si mandino più di una volta al diavolo le autorità europee, prive di qualsiasi autorevolezza e solo demenziali. Tuttavia, non si può continuare a nascondere una semplice verità. La UE è sotto il predominio degli Usa; e anche la Nato ha la precedenza, nei suoi interessi e obiettivi, rispetto a quell’insieme di organismi, che finge di rappresentare una inesistente “collettività europea”.
Se usciamo dalla UE e/o dall’euro per restare sotto la predominanza degli interessi strategici statunitensi, non abbiamo guadagnato un bel nulla, non è stato risolto alcun nostro problema. Non appena si cercasse di svolgere una reale politica nazionale, in accordo con forze nazionali di altri paesi europei – politica che non potrebbe non essere svincolata dagli interessi statunitensi di contenimento e possibile accerchiamento della Russia, e quindi autonoma anche per quanto riguarda i rapporti con dati paesi dell’Africa del nord, del medioriente, con l’Iran, ecc. – assisteremmo ai fenomeni in corso in Ucraina, che ha rifiutato di entrare nella UE alle condizioni attuali. Vedremmo l’orrendo “popolo di sinistra” assediare il Colle, dove ci sarebbe un altro presdelarep, poiché non si esce dall’euro e dalla UE se non si segue Grillo anche sull’impeachment a Napolitano; vedremmo le cosiddette femen (che chiamerei in modo ben diverso) urinare sul ritratto di questo nuovo presidente, ecc. ecc.
Bisognerebbe quindi essere pronti a far intervenire le forze di repressione – con l’aggiunta di “volontari” che avessero finalmente la voglia di pestare queste “orrende masse di sinistra” – usando metodi ben più violenti di quelli adottati in Ucraina. Chiunque predichi semplici misure di carattere monetario o di contestazione antieuropea (fino alla possibile recessione dall’Unione), senza mettere minimamente in discussione la politica svolta in modo particolare negli ultimi anni dall’Amministrazione Obama, mente spudoratamente sugli scopi dell’attuale agitazione antieuro e antieuropea, condita con l’indicazione della Merkel quale nostro nemico principale. Mi dispiace, ma non è possibile accettare questo inganno. Mi sembra abbastanza evidente che siamo cotti e che la popolazione, ormai nel pallone, è comunque fortemente irritata. Invece di urlare infine alto e forte qual è la reale provenienza di questa nostra servitù – che si è accentuata, prima, con “mani pulite” e il tentativo di dare il governo in mano alla presunta “sinistra” e, poi, impaurendo Berlusconi e rendendolo complice – si tenta di dirottare la rabbia o comunque il malcontento e il timore della gente verso obiettivi non fasulli, sia chiaro, ma derivati, causati dall’atteggiamento aggressivo degli Usa obamiani.
E vorrei precisare anche il carattere di questa aggressività. Non è più quella diretta, e in un certo senso scoperta, della precedente Amministrazione americana. Resta senz’altro la bugia dei massacri perpetrati da altri, delle armi di uccisione di massa in mano ad altri; resta l’individuazione di sempre nuovi “Hitler”, mentre i più criminali uccisori di decine di migliaia di inermi sono oggi i vertici dirigenti statunitensi. Tuttavia, questi sono divenuti più subdoli, creano il caos non sottraendosi al pericolo di alcuni svarioni e di processi che sfuggono parzialmente di mano; sempre, tuttavia, sotto il loro sostanziale controllo, per quanto più flessibile e di “larga manica” rispetto ad un tempo. Importante è il modo statunitense di rapportarsi al nemico principale, che resta pur sempre la Russia (mentre si cerca di far credere che sia la Cina, con la quale si tenta invece qualche approccio, magari non scevro di momenti di tensione, così come si fece ai tempi dell’Urss e della guerra in Vietnam con il tentativo Nixon-Kissinger, vanificato tramite l’operazione Watergate).
Anche la Russia sembra stare, almeno parzialmente, al gioco; non so se per astuzia o per qualche problema interno dovuto alla presenza, non ancora del tutto debellata, di ambienti “quasi gorbacioviani” (Medvedev, ecc.). Ha mollato, abbastanza incredibilmente, sulla Libia (forse messa pure in difficoltà dall’atteggiamento di Berlusconi che ha di fatto tradito il debole “asse” costituitosi, pur facendo finta di essere in disaccordo con l’aggressione Usa-Nato tramite i sicari francesi e inglesi); è stata meno disponibile sulla Siria, ma credo che anche in tal caso ci siano accordi russo-statunitensi i cui effetti si manifesteranno a tempo debito. Sull’Ucraina Putin dovrà impuntarsi ben di più, ma è sintomatico che gli Usa ritentino la vecchia strada; vedremo con quale determinazione.
Stiamo anche attenti ad un altro modo subdolo di agire degli Usa, tramite i loro subordinati (in specie europei). Alcuni di questi aprono rapporti apparentemente buoni con la Russia – o comunque mostrano o fingono di mostrare notevole apertura in tal senso – ma nel tentativo di invischiarla in giochi alla fin fine paralizzanti. Tipico il comportamento della Germania, ai cui propositi di autonomia dagli Usa credo poco (a differenza di quanto sta tentando il Front National francese); i “deutsch” fanno i furbi, a mio avviso; aprono ad est ma per conto di Obama (almeno finché ci sarà la Merkel e la Dc al governo). La Russia di Putin, forse per il fastidio procurato all’interno dai “quasi gorbacioviani”, sembra nicchiare, ma penso (e spero) che sia ben conscia della malafede tedesca; e le manovre americo-europee in Ucraina la mettono del resto sull’avviso. Anche l’Iran, nella visione di Rohani, credo sia intenzionata a intraprendere le stesse subdole manovre. I pericoli per la Russia sono evidenti.
Si tenga presente che “furbacchioni” simili (vestiti con la stessa stoffa delle Merkel o dei Rohani, ecc.) sono all’opera pure in Italia. Il governo Letta (e la “spiona” filoamericana che è stata messa agli Esteri) si attiene al medesimo gioco, approfittando della strada aperta – ma con ben diversi intenti – da Berlusconi nel 2003 nel suo incontro agostano con Putin. Non si creda nemmeno per un momento a questi imbroglioni. La Russia è in qualche modo obbligata a “nicchiare”. In Italia, chi ha a cuore il nostro sovranismo, la nostra autonomia in campo internazionale, deve combattere senza quartiere questo governo di inganno (con una Bonino intessuta di menzogna e falsità), che serve solo a prendere tempo in vista della totale svendita del paese e della sua completa trasformazione in “base d’operazioni” degli Usa obamiani in un’area rilevante per lo scontro con la Russia).
Questo il nocciolo essenziale dell’attuale situazione. Quindi, se si vuol essere anti-euro, anti-UE (con condimento antitedesco), siamo in ascolto; ma a patto che ci si dica: tutto ciò avviene perché il nostro nemico acerrimo, il più criminale, rappresentato dagli Usa di Obama, sta muovendo le sue perfide pedine nella nostra area. In mancanza di tale precisa dichiarazione, non crediamo a questi agitatori; essi sono iper-critici verso i sicari solo per portarci direttamente sotto il tallone del mandante. Tutti uniti contro Obama; o altrimenti ognuno per sé. Sia chiaro, però, affinché non sorgano ulteriori equivoci, che Obama è la semplice denominazione di determinati ambienti statunitensi, da alcuni anni autori di una subdola strategia di disordine globale; strategia specialmente venefica per il nostro paese. Alla fine, il presidente americano sarà un altro (Obama è al secondo mandato); e magari anche la politica Usa verrà riadattata a nuove situazioni. Resterà a lungo, invece, l’intento particolarmente criminale dei reali “nuovi Hitler”, ormai di stanza negli Stati Uniti! Addosso dunque a questi ultimi; gli altri mali sono “effetti collaterali” della loro nefasta azione.