“Attacco in Corea sarebbe devastante”, di R. Vivaldelli

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Isolazionista o interventista? Dopo il ridimensionamento del “guru” Steve Bannon, la strategia geopolitica del presidente statunitense Donald Trump appare contraddittoria e per certi versi enigmatica, indecifrabile, potenzialmente imprevedibile. Ha ceduto alle pressioni del “Deep State” e dell’apparato da lui tanto osteggiato in passato oppure fa parte di una tattica più ampia della sua amministrazione? L’attacco missilistico alla base siriana di Sharyat – azione dimostrativa o meno – ha segnato un possibile punto di svolta rispetto alle promesse di una politica estera meno «aggressiva», dettata anche da una visione più mercantilistica? La prova di forza e le tensioni con la Corea del Nord, sull’onda di un eventuale «attacco preventivo», lasciano spazio a molti dubbi e a diverse interpretazioni dell’attuale geo-strategia USA. E il futuro è altrettanto incerto.

Ne abbiamo parlato con Philip Giraldi, ex ufficiale militare della CIA ed esperto in materia di antiterrorismo. Analista e commentatore, è noto per essersi opposto, con altri ex ufficiali e il “Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS)”, alla guerra contro l’Iraq del 2003, evidenziando come le prove contro Saddam Hussein fornite all’epoca dall’Intelligence fossero del tutto carenti e insufficienti. Giraldi è inoltre direttore esecutivo del «Council for the National Interest», think tank che si occupa di questioni mediorientali e relazioni internazionali.

Dottor Giraldi, iniziamo con la Corea del Nord. A suo parere, quali conseguenze potrebbe avere un attacco statunitense contro il Paese asiatico? Quali sono le vere intenzioni di Donald Trump? Sta solamente mostrando i muscoli? O altro?

Un attacco avrebbe gravi conseguenze per la Corea del Sud e forse anche il Giappone. Potrebbe innescare una guerra regionale che sarebbe devastante, in particolare per Seul, che sarebbe sotto il tiro dell’artiglieria della Corea del Nord. Sono preoccupato per il fatto che Donald Trump  creda che un attacco preventivo contro la Corea del Nord possa avere successo. L’attacco missilistico in Siria e il MOAB in Afghanistan suggeriscono una cosa: il presidente sarà molto aggressivo.

Parliamo dell’attacco missilistico alla base siriana di Sharyat . Qual è il significato di questo uso della forza? Azione dimostrativa, come hanno suggerito più esperti? Chi era il vero destinatario di tale azione?

Il destinatario era l’opinione pubblica negli Stati Uniti, la quale chiede azioni contro la Siria, ancora confusa dal caso Russiagate. Trump, con un attacco scorretto, ha dimostrato di essere “duro” contro la Siria e di essere disposto a punire la Russia. A mio parere la decisione di attaccare la Siria è stata fatta da Trump per motivi politici, e non dai generali che lo consigliano.

Dopo aver messo da parte Steve Bannon, Donald Trump ha davvero ceduto al “Deep State”? Durante la campagna elettorale ha promesso un’America più isolazionista rispetto a Obama e Bush. 

Sì. È il vero fallimento del mandato di Trump. O stava mentendo sulle sue intenzioni in Medio Oriente e nei confronti della Russia, oppure è è cambiato da quando ha assunto l’incarico. In entrambi i casi rappresenta una grande delusione per molti che hanno votato per lui.

Trump ora ha un consenso interno che prima mancava? Hillary Clinton e i «neocon» plaudono alle sue ultime mosse, così come certa stampa che prima si era opposta a lui con tutte le forze.

Sì, ma questo è temporaneo e le valutazioni favorevoli sono già finite. Se vuole continuare a fare la guerra per mantenere la popolarità, questo è molto, molto pericoloso. Ecco perché le sue recenti mosse contro la Corea del Nord e l’Iran dovranno essere monitorate da vicino.

Com’è maturato questo cambiamento di Trump verso la politica estera? Lei che idea si è fatto?

Vorrei sapere la risposta, ma il mio sospetto è che sia stato sedotto da tutto il potere che controlla. Ogni presidente attraversa questa fase – sia Obama che Bush correvano per la presidenza come candidati per la pace e si sono rivelati ben altro.

E’ ancora possibile una nuova distensione con la Russia? O, come affermato dal presidente russo Vladimir Putin, con Trump le relazioni tra i due Paesi sono peggiorate?

E’ possibile, ma richiederà l’ennesima «giravolta» da parte del presidente. Non credo che una distensione possa accadere ora dopo le parole dure di Tillerson e Haley dirette alla Russia.

Quali sono le intenzioni degli USA verso l’Iran?

Pessime. Trump sta attualmente valutando l’accordo con l’Iran, probabilmente rifiuterà di revocare alcune sanzioni in esso contenute e probabilmente ne chiederà altre. Non si capisce cosa stia facendo, ma è controllato dalle lobby, da Israele e dagli «intransigenti» del Congresso.

Il futuro del presidente siriano Bashar al-Assad è segnato? Oppure la Russia e l’Iran si opporranno all’ennesimo «Regime Change»?

Assad rimarrà. Trump non ha gli strumenti a portata di mano per rimuoverlo e la guerra sta volgendo a favore del presidente siriano.

Gli Stati Uniti hanno lanciato un missile MOAB in Afghanistan. Altra azione dimostrativa?

Sì. Per avvisare la Corea del Nord e l’Iran di ciò che siamo capaci di fare.