CHI MINIMIZZA SUL COVID “ALLARMA” SULLE NANOPARTICELLE. APRITE GLI OCCHI.

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La cultura antiscientifica in Italia è ancora troppo radicata. Questo è un problema perché molta gente, anche con un grado di istruzione medio o alto, finisce nelle grinfie di ciarlatani o simil-tali. Gli stregoni si sono aggiornati e adesso adoperano un linguaggio pseudo-medico o pseudo-scientifico per gabbare persone anche abbastanza colte. Così, di fianco a vecchie pratiche decennali di truffa ne vediamo sorgere di nuove, più raffinate, che scimmiottano teorie provate – utilizzandone categorie e termini – ma stravolgendole nel loro significato. Penso, ad esempio, alla medicina quantica, una branca della medicina che non esiste se non nella testa di qualche pazzo o truffatore. L’uovo di upupa del mago Gabriel era certamente più efficace della “terapia quantistica” che promette l’autoguarigione.
Approfittando dell’epidemia in corso, anche in virtù di qualche errore di valutazione e polemica impropria tra scienziati generalmente molto seri, gli impostori hanno ripreso forza, aiutati da cosiddetti mezzi di controinformazione e persone molto suggestionabili. In realtà agli italiani manca la pazienza dello studio e la fatica di andarsi a cercare da soli la verità senza passare da Byoblu o da altri siti delle stesso genere.
Vi riporto, a questo proposito, un caso eclatante. Abbiamo in Italia l’unico nanopatologo al mondo. Questo tipo di specialista non esiste in nessun altro Paese dma noi siamo all’avanguardia nelle ”defininvenzioni”. I nostri geni così sono trattati da esperti americani:

‘Sono qui, sono lì, sono ovunque! Scusate. Non ho resistito. Inoltre non ho potuto resistere a rivisitare il tema delle nanoparticelle un’ultima volta. Ricordate le nanoparticelle? Sono i contaminanti che avvelenano tutto, almeno se credete a due italiani…che hanno pubblicato un documento che pretendeva di dimostrare che i vaccini erano irrimediabilmente contaminati da nanoparticelle di metalli pesanti. (Ehi, sarebbe un grande nome per una band.) Sfortunatamente per loro, lo studio è stato un pasticcio senza speranza che mancava di qualcosa che assomigliava a controlli adeguati, propositi sperimentali, replica o analisi statistica…Mi ha anche portato a scoprire il mondo selvaggio e meraviglioso delle nanoparticelle. In realtà, le nanoparticelle hanno molti potenziali usi in medicina e sono un argomento affascinante in biologia e medicina. Non è di questo che sto parlando. Sto parlando di ciarlatani e di come vedono le nanoparticelle. Fondamentalmente, i ciarlatani si sono aggrappati alle nanoparticelle come si sono aggrappati alla fisica quantistica e all’epigenetica. Piegano la scienza e, in questo caso, la usano per “spiegare” ogni tipo di malattia. Hanno trovato “nanoparticelle” non solo nei vaccini, ma praticamente in tutto… Quindi ieri mi chiedevo: quanto è andata lontano la ciarlataneria delle nanoparticelle? I lettori di lunga data si renderanno conto che gli omeopati hanno – esilarante – invocato le nanoparticelle come meccanismo con cui l’omeopatia “funziona”. È diventato un trofeo così comune tra gli omeopati che ora mi viene da ridere. Qui, stiamo parlando di una diversa forma di ciarlataneria di nanoparticelle. Curioso, ho cercato diversi importanti siti Web di ciarlataneria e ho scoperto che le nanoparticelle sono un argomento popolare…definiamo quali sono le nanoparticelle… Fondamentalmente, le nanoparticelle sono particelle che misurano tra 1 e 100 nanometri di dimensioni. Sono classificate in base al diametro e hanno molte applicazioni in medicina, fisica, ottica ed elettronica. In effetti, Sono nella commissione di laurea di uno studente il cui progetto di dottorato prevede lo studio di una nanoparticella come dispositivo di rilascio di farmaci nella chemioterapia del cancro… non posso fare a meno di indicare il punto di vista di Sayer Ji. Ti ricordi Sayer Ji, vero? Ne ho discusso in numerose occasioni. È il proprietario di GreenMedInfo, un archivio di ciarlatani basato sull’interpretazione errata di articoli scientifici. Non sorprende che rimase piuttosto impressionato dall’articolo [dei nostri italiani] al punto che scrisse un articolo chiamato Vaccini contaminati con nanoparticelle di metallo: perché le dimensioni contano:
“Un nuovo studio molto controverso sui vaccini contaminati da metalli pesanti è sotto tiro, ma i suoi detrattori non riescono a capire che, nella nanotossicologia, le dimensioni contano molto più di quanto si credesse. Infatti, a volte più piccola è la dimensione, maggiore è la tossicità”.
Fondamentalmente, Ji sembra pensare che le nanoparticelle invalidino il dire di Paracelso che la dose fa il veleno. In sostanza, sembra discutere dell’omeopatia delle nanoparticelle in cui più sono piccole (e meno massose), più sono fortemente tossiche:

“Il numero di particelle presenti in ciascun campione di vaccino testato variava da 2 a 1.821. ORAC e i suoi colleghi sostengono che si tratta di quantità biologicamente insignificanti. Le probabilità: “Quello che hanno davvero scoperto è che la quantità di contaminazione inorganica è così bassa da essere biologicamente irrilevante. In realtà, ciò che hanno scoperto è che i vaccini sono prodotti incredibilmente puri.” Credo che questa prospettiva ignori ciò che ora sappiamo del pericoli delle nanoparticelle. Contrariamente alla credenza popolare, in realtà è a causa delle dimensioni estremamente ridotte di queste particelle che possiedono tossicità particolarmente potenti e complesse, nonché una maggiore propensione alla biopersistenza. Il peso molecolare, quindi (cioè “dose”), non produce il veleno. In altre parole, quando la dimensione di un metallo o di un tossico diminuisce (e quindi la sua massa), il danno prodotto può effettivamente aumentare. Per non parlare del fatto che nell’era della medicina personalizzata e delle presentazioni di malattie sindromiche sempre più complesse, è impossibile generalizzare sulla “irrilevanza” di un’esposizione.
Te lo sto dicendo. È di nuovo l’omeopatia, dove più piccola è la nanoparticella, più forte è il suo effetto tossico.
Sistemiamo prima l’uomo di paglia. Non è il peso molecolare che fa il veleno. Ricordate, sostenevo che il numero di particelle, non la massa delle particelle, era irrilevante. In effetti, sono stato criticato per non aver tenuto conto della possibile massa. In ogni caso, le nanoparticelle non invalidano in alcun modo le esposizioni dose-response. Potrebbero avere diverse esposizioni dose-response, diverse distribuzioni a diversi fluidi e organi nel corpo, ma la dose produce ancora il veleno. Sì, le nanoparticelle possono presentare citotossicità e genotossicità. Sì, le dimensioni influenzano la tossicità. Tuttavia, la dimensione è solo un fattore. Ce ne sono molti altri, tra cui composizione chimica, forma, struttura superficiale, carica superficiale, aggregazione e solubilità e presenza o assenza di gruppi funzionali di altri prodotti chimici…
Fondamentalmente, ciò che è accaduto alle nanoparticelle è ciò che accade a così tante domande scientifiche rilevanti per la salute quando i ciarlatani ci mettono le mani sopra. Le domande sul fatto che le nanoparticelle abbiano effetti negativi sulla salute sono sensazionalizzate, e quindi le nanoparticelle si trasformano in un bogeyman tossico per tutti gli usi che provocano ogni tipo di malattia cronica, che si trovano ovunque e che sono più tossicche tanto più piccole sono. Poi, ovviamente, arrivano i test diagnostici per rilevarli. In questo, [gli italiani] conoscono chiaramente il loro pubblico e sono avanti in cialtronaggine.’

Avete capito brutti dementi? Il nostro nanopatologo che minimizza il Covid, “allarmizza” sulle nanoparticelle perché è il suo “lavoro”. Aprite gli occhi e non fatevi fregare. Basta cercare anziché ascoltare Byoblu.