CHI TOCCA LA SINISTRA MUORE

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Non c’è espressione più vile e stupida di quella sentita troppo spesso in questo Paese quando si è toccati dai giudici: “ho fiducia nella magistratura”. Da dove nasce questa fede cieca non è dato sapere, soprattutto perché in Italia, da Tangentopoli in poi, questo organo dello Stato ha dimostrato di agire per “partito preso”, per ristretti interessi di corporazione e, politicizzandosi ben oltre il consentito, contro quelli del popolo italiano. Non dobbiamo mai dimenticare quando è iniziata questa degradazione che ha avuto uno “stimolo” esterno. Per una serie di decisive circostanze storiche e internazionali sono arrivati ordini, più o meno precisi, ai giudici di perseguire e perseguitare una parte politica, all’indomani di un mutamento di equilibri mondiali che coincidevano con la fine del bipolarismo Usa-Urss. Da quel momento in poi, la magistratura ha aperto gli occhi su questioni risapute contro le quali non si era mai mossa, anzi, dopo essersi nutrita di quelle “logiche” sistemiche che avevano determinato carriere e vantaggi di ogni tipo, a rimorchio del potere politico, ha rinnegato tutto e si è erta a vendicatrice dei guasti morali italiani. (chi vuole può approfondire qui: http://www.conflittiestrategie.it/tangentopoli-ventanni-di-menzogne; http://www.conflittiestrategie.it/litalia-ghigliottinata; http://www.conflittiestrategie.it/mani-pulite-aveva-le-mani-sporche).
Ma noi non dimentichiamo ciò che essa è sempre stata e, a fortiori, quel che è divenuta degenerando. Come scriveva E.L.Masters: ““Ella non rispetta gli uomini” e strappandogli la benda si vedrebbero “le ciglia erano corrose dalle palpebre imputridite; le pupille bruciate da un muco latteo; la follia di un’anima morente le era scritta sul volto – ma la moltitudine vide perché portava la benda”.La moltitudine italica non ha ancora capito e purtroppo riverisce la creatura mostruosa nonostante il disastro da essa provocato in questi anni. Certamente, tra mille mele marce c’è sempre qualcuna buona, anche se non può durare. Quest’ultima deve ammuffire insieme alle altre o essere espunta dal cesto.
Andiamo ad un esempio prosaico di qualche tempo fa, ennesima conferma di malagiustizia. Ricordate le indagini di Clementina Forleo sulla “bancopoli” della sinistra? A quel magistrato fu impedito di fare il suo dovere, fu intimidita in varie guise (subì anche uno strano incidente d’auto), isolata dai colleghi e poi trasferita. Una sorte simile a quella capitata anni prima a Tiziana Parenti, ai tempi di Mani Pulite, che tentava di fare luce sulla corruzione nel PCI, ostacolata dal pool di Milano.
Bene, dal libro intervista di Sallusti al giudice Palamara, or ora pubblicato, apprendiamo che era tutto vero, la Forleo era stata attenzionata dai colleghi che volevano impedirle di fare il suo lavoro. Afferma il togato in un capitolo intitolato “Chi tocca la sinistra è fuori”:
“L’eretica in questione è appunto Clementina Forleo, che da gip osa sfidare sia la procura sia la sinistra, nella primavera 2007 al governo. L’inchiesta è quella dei «Furbetti del quartierino» o Bancopoli, riguardante un gruppo di disinvolti finanzieri che avevano tentato anni prima la scalata a gruppi bancari, incrociandosi con la scalata di Unipol, la cassaforte del Pds, alla Bnl. Nei documenti depositati dai pm che avevano istruito l’indagine si fa cenno, ma solo cenno, a “telefonate intercettate tra quei signori e D’Alema, Fassino e Latorre, in pratica i vertici del Pds. Forleo – contraddicendo i suoi colleghi pm – non solo chiede che quelle telefonate vengano messe agli atti, ma si spinge a dire e a chiedere che D’Alema, Fassino e Latorre siano indagati, perché le loro parole dimostrano che sono «complici consapevoli di un disegno criminale». “La procura di Milano non la prende bene, il Pds neppure. Io capisco che non abbiamo scelta, al di là del merito tecnico-giuridico delle sue decisioni Clementina Forleo va rimossa, è un pericolo, e mi esprimo anche pubblicamente in tal senso, sia come Anm sia come capocorrente, “dando indicazioni in tal senso ai miei uomini dentro il Csm. Che infatti la trasferisce di peso al tribunale di Cremona…“Le pressioni erano fortissime. Guido Salvini, uno storico magistrato della procura di Milano, scriverà questa e-mail: «Sono stato testimone diretto dell’azione ambientale contro la collega Forleo dato che anche io all’epoca ero gip presso il tribunale di Milano. Ho assistito a “scene desolanti quali l’indizione tramite passaparola di riunioni pomeridiane in alcune stanze del tribunale per discutere la strategia contro la collega. Riunioni guidate da maggiorenti dell’ufficio tra cui un paio di colleghi verdi [allora la corrente più di sinistra], più rancorosi di tutti, come spesso accade, anche se completamenti estranei al caso.”
Capito che giustizia? C’è un vulnus che affligge questo Paese da quasi trent’anni. Il ruolo ipertrofico e fuori controllo di una magistratura che dopo aver agito come una quinta colonna interna per conto di potentati esteri, continua a incidere, con metodi ricattatori, sul futuro dell’Italia, arrogandosi il diritto di far cadere teste e organizzazioni, a suo piacimento.
Può farlo indisturbatamente perché, dopo tangentopoli, non abbiamo più avuto una classe politica degna di questo nome. Ed è questa la vera urgenza nazionale. Ricostruire una vera forza politica decisa a spazzare via dall’aria, dall’acqua e dalla terra avvoltoi, sciacalli e pescecani che hanno sbranato questa Penisola.