CI SI RENDA CONTO, di GLG, 2 settembre ‘13

gianfranco

 

Capisco che molta gente, anche abbastanza vigile e forse non del tutto lontana dalle nostre idee, sia stufa di questa farsaccia italiana recitata ormai da tempo immemorabile (almeno tre anni, abbiamo spesso rilevato). Tuttavia, mi sembra che alcuni pensino le nostre ultime alzate di scudi come una sorta di gossip o comunque quali noiose ripetizioni del già detto. In effetti, di ripetizioni si tratta, ma se un ladro insiste, tutte le notti, nel derubare casa nostra e sempre con le medesime modalità, non si possono evitare le ripetizioni. Anche perché il ladro in questione è lasciato fare per quieto vivere, perpetra i suoi ladrocini senza che nessuno gli si opponga, anzi con la complicità di tutte quelle “forze” ufficialmente create per proteggerci da simili furti. E qui poi non si tratta di semplici furti e non vengono compiuti di notte, bensì di assai peggiori nefandezze promosse e compiute durante tutta la giornata e in tutti i giorni dell’anno (e da anni).

Siamo certo ad un tornante, che tuttavia è lungo e gira e rigira su se stesso non so quante volte. Quando verrà presa infine una direzione più precisa e stabile non si sa né si riesce ancora a prevedere con un’approssimazione temporale minimamente accettabile. La spiacevole sensazione è che sarà pur sempre una direzione pessima per la stragrande parte di noi. Inoltre, chi continua a girare il tornante lo fa del tutto impunemente e impudentemente, magari in mezzo a mugugni e brontolii crescenti, ma con la massima arroganza e la convinzione della più totale assenza di opposizioni e intralci effettivi. In questo senso, l’ultima nomina dei quattro senatori a vita – che non è certo la più grave anomalia della conduzione politica in Italia – è comunque paradigmatica. Il presdelarep fa quello che vuole, con partigianeria aperta, appena mascherata dalla notorietà dei nominati. Si dovrebbe trattare di insigni scienziati, artisti e via dicendo.

Di insigni di questo tipo ce n’erano pure altri; i nominati sono, come i loro simili, di rara inconsistenza politica, ben inquadrati in una specifica ideologia di massima superficialità nel giudizio sugli eventi drammatici della nostra epoca, che nemmeno li sfiorano, li turbano. Sono soltanto le classiche “persone per bene”, che frequentano gente d’alta società e altrettale notorietà, lontani da ogni baluginio della vita comune, che si riconoscono fra loro, annusandosi, anche nella più buia notte; come nella ben nota “Commedia degli Zanni”. E come gli Zanni saranno sempre zelanti servitori dell’alto scranno cui si sentiranno legati da riconoscenza e vicinanza “culturale” (dove cultura significa soltanto l’insieme delle abitudini del più che comodo vivere di questa “gente per bene”).

La nomina di cotali personaggi non significherebbe gran che in se stessa considerata. Il significato sta tutto nell’assenza di ogni controllo, nell’indiscutibilità delle decisioni di chi si è fatto rieleggere tramite una messa in scena più o meno ben condotta, ma soprattutto supinamente accettata dal quadro che viene indicato come politico, ma è invece composto da un ammasso di gentucola meschina, assetata di cariche e sottogoverno, e molto attenta alla volontà – manifestata a volte in modo articolato e non immediatamente diretto e scopertamente impositivo – dei predominanti “centrali”, che prendemmo per “liberatori” e cui ci piegammo perché in definitiva sconfitti (anche se chi cambiò gabbana in corso d’opera fu trattato da servo in livrea con gli alamari dorati). Oggi, a causa del crollo del mondo falsamente ritenuto socialista ma comunque antagonista degli Stati Uniti, siamo ancora più servi; la livrea ad alamari spetta solo a pochi (attualmente forse solo ad uno). In tale contesto si situa il comportamento di chi ormai decide di fare tutto quello che “vuole” (non credo per conto suo, ma non importa) senza che alcuno abbia più alcunché da ridire, salvo punture di spillo e credo persino calcolate onde dare l’impressione dell’esistenza di libertà, invece conculcata e stracciata.

Il degrado prodottosi all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso è stato netto e si è incancrenito nell’ultimo ventennio. Tuttavia, per una serie di concause da noi più volte ricordate e in specie per l’inettitudine dei rinnegati del comunismo – scelti dagli Usa e, subordinatamente, dai dominanti della sfera economica italiana (i “cotonieri” o la GFeID come li ho chiamati più volte) quali nuovi possibili governanti senza più dignità alcuna e totalmente asserviti – si è prodotta una degenerazione profonda del tessuto economico, sociale e politico italiano. Per contrasto di mera superficie (senza alcuna discussione in merito a tale asservimento agli Usa), sono spuntate alcune velleità di settori distanti dalla “sinistra”, strettisi attorno ad un personaggio meschino (subito perseguito dall’azione giudiziaria ormai sostitutiva di ogni lotta politica data appunto l’inettitudine degli ex piciisti), in direzione di nuove realtà internazionali in crescita dopo la débacle sovietica. Abbiamo ricordato più volte che si era faticosamente, e molto parzialmente, andato costruendo un debole asse Mosca-Roma-Tripoli (con qualche addentellato forse in altre zone), miseramente crollato nel suo anello centrale occupato da un personale raccogliticcio malamente guidato dal mediocre personaggio appena ricordato, dimostratosi totalmente incapace di costruire une rete di potere in Italia (nel mentre si faceva continuamente spiare nelle sue velleità di vecchio e bavoso “amatore”) e non dotato di un minimo di coraggio.

Al di là del disprezzo meritato da quest’uomo, ci sta un problema alla fine rivelatosi decisivo e che non c’entra gran che con tutte le banalità raccontate circa il conflitto di interessi, le frodi fiscali, la corruzione di minorenne o di altri personaggi, ecc. Data la sua infinita paura – non so quanto per la sua vita, quanto per le sue aziende, ecc. – costui si è di fatto consegnato mani e piedi nelle mani dei centri strategici americani venuti in auge con Obama, il quale aveva in Italia, situato in alto, un vecchio amico degli Usa, già “ambasciatore” del Pci quando iniziò negli anni ’70 lo spostamento di campo di tale partito, organizzazione politica all’origine del dissesto politico e sociale che ha afflitto il nostro paese in misura crescente.

L’ometto fifone si è infine consegnato totalmente nelle mani di “padron Obama” con il suo rappresentante in Italia; è così stato complice dei mutamenti strategici operati dagli Stati Uniti in zona africana e mediorientale, mutamenti che esigevano alcuni aggiustamenti della subordinazione italiana al paese centrale di questo “occidente” in decadenza. I centri strategici obamiani sembrano oggi in difficoltà per contrasti interni; forse pure per una crescita di capacità di manovra della Russia (comunque sempre molto prudente poiché nemmeno essa ha risolto vari problemi interni ed inoltre il crollo sovietico ha inciso profondamente sulla sua potenza, da ricostruire in tempi adeguati). In ogni caso, si ha la netta impressione che incidano soprattutto problemi interni e varie difficoltà cui è andata incontro la nuova strategia (del caos), decisa a sfruttare il principio del divide et impera (ad es. tra islamici) e l’azione di sicari vari (tipo Inghilterra, Francia e anche Italia), mostratisi singolarmente deboli e incapaci, una vera palla di piombo al piede.

Le difficoltà statunitensi si riflettono in quelle attuali della pseudo-politica in Italia, dove al momento l’unico obiettivo cui si tende è lo sfacelo completo del quadro esistente da vent’anni per cercare una maggiore stabilità (completamente servile e di stampo simil-coloniale) nel rifacimento, mediante commistione tra i due schieramenti presi per “sinistra” e “destra”, di un nuovo presunto “centro”. Al conseguimento di tale obiettivo fanno da ostacolo, al momento almeno, intanto le suddette difficoltà esistenti nell’ambito dei centri strategici Usa (forse all’interno stesso dei circoli obamiani, dove almeno una revisione tattica è probabilmente presa in considerazione). Vi è poi un ignobile personale politico in Italia, disistimato dalla popolazione. L’ultima carta sembra questo Letta, che è soltanto un “altro Monti”, pompato pure dal centro-destra (e dal fifone in persona) affinché non venga investito dal massiccio disprezzo toccato infine in sorte al suo predecessore. Dietro, e sopra, Letta non si riesce a trovare ancora un sostituto di Napolitano, uomo più che anziano e costretto ad agire da monarca, forse per certi suoi ricordi savoiardi. Alla lunga, però, non basterà, anche perché comincia a stufare con questa supponenza “regale”, di cui non è comunque il principale responsabile; è obbligato a ricoprire tale ruolo (e non certo dagli ambienti economico-politici nostrani, ormai del tutto scombiccherati e ininfluenti nella politica internazionale).

In una situazione simile, pensare ai ricambi generazionali fa ridere. Credere alla novità di Alfano o della Santanché nel Pdl o a Renzi e alla Serracchiani nel Pd suscita ilarità. Se qualcuno non si è ancora reso conto del grosso equivoco, e del pericoloso pantano rappresentato dal “movimentaccio” di Grillo, allora siamo proprio al lumicino. In realtà, quelli un po’ esperti di politica, quanto meno quella politicante e di non di “grande ampiezza di orizzonti” – come appunto il vecchio Napolitano e pochi altri, tutti vecchi come lui o comunque decisamente anziani – sanno che il personaggio cruciale è ancora Berlusconi. Questi è ormai prigioniero, legato mani e piedi, a quelli che fa finta di trattare ancora da avversari. Costoro, per ogni evenienza, gli stringono sempre meglio attorno i fili, mediante i quali renderlo una semplice loro marionetta. Ed egli sa, è connivente, nell’agire in codesta veste. I burattinai che ne muovono i tiranti debbono ogni tanto fargli agitare più o meno scompostamente braccia e gambe come accade in questa antichissima forma di teatro. Poi, lo fanno calmare e abbracciare l’avversario per “senso di responsabilità”.

Stanno però ripetendo un po’ troppo spesso l’operazione; il tira e molla è divenuto noioso, il burattino – sempre sottoposto a lifting, trapianto capelli e altro – è ormai una caricatura di se stesso, un vero mascherone. Con i suoi tradimenti, menzogne, finzioni e prestidigitazioni, rischia di perdere ogni “appeal”. In effetti, vent’anni di politica italiana come quelli trascorsi dall’operazione “mani pulite” (l’inizio del più pervasivo servaggio italiano) hanno depositato un viscido liquido su cui i saltimbanchi di “sinistra” (la causa) e di “destra” (l’effetto) continuano a scivolare, producendosi in acrobatiche piroette. Per il momento il gioco riesce, ma non può durare in eterno.

D’altra parte, questi politicanti di scarso valore – che hanno sostituito i governanti della prima Repubblica – hanno in vent’anni creato una pessima situazione con poche prospettive di rapida e indolore uscita. La “sinistra”, vistasi tolta la vittoria dall’entrata in campo di un semplice individuo di non grandi prerogative, invece di combatterlo politicamente (poiché non ne era capace, non avendo alcun progetto a disposizione oltre al servire pedissequamente americani e confindustriali italiani) lo ha indicato quale responsabile di ogni nefandezza possibile e immaginabile. Oltre a tutto, hanno battuto per anni la gran cassa sull’avvento di un nuovo fascismo (sia pure mediatico, categoria per totali dementi), quando costui ha accettato la sconfitta elettorale per ben due volte e non ha creato alcuna squadraccia in grado di terrorizzare gli avversari; anzi ha dimostrato, come già rilevato, una singolare inettitudine nello stabilire contatti con apparati decisivi anche soltanto per rafforzare il proprio potere secondo i dettami della “democrazia”.

Dall’altro lato, quest’individuo indicato quale “male assoluto”, nullità politica qual era, non ha saputo far altro che straparlare di comunisti sul punto di impadronirsi del paese; comunisti spalleggiati e pompati dagli Stati Uniti, verso cui si erano già spostati segretamente alcuni decenni prima, e che ormai avevano cambiato denominazione in seguito al crollo generale del campo “socialista” europeo e dell’Urss, l’unico possibile punto di riferimento di coloro che ancora non si fossero gettati in direzione degli Usa. La commedia degli ultimi vent’anni è stata dunque invereconda, demenziale, tale da impedire a popolazioni ormai istupiditesi ogni e qualsiasi comprensione dei veri caratteri dell’epoca che si apriva.

Adesso, alcuni settori stanno tentando l’operazione di avvicinamento tra ambiti delle sedicenti sinistra e destra, ma gran parte dell’elettorato non segue, fa difficoltà a superare i vecchi odi o comunque le insuperabili antipatie. Questi elettori sono ridotti alla condizione del “cane di Pavlov” e rispondono a stimoli elementari. In ciò sta la difficoltà dei mediocri vertici del paese. Berlusconi deve essere continuamente vessato e coartato per non dare al ben noto ceto semicolto l’impressione di cedere di fronte all’uomo cui è stato attribuito tutto il male che ammorba l’Italia; nel contempo, si deve cercare di fare uscire di scena costui con qualche “garbo” e in lenta progressione, in modo da scoraggiare e disorientare con i dovuti tempi i suoi fan e impedire loro di seguire un domani qualche altro personaggio. Questi non è al momento in vista; ma se per caso si presentasse, è necessario che sia altrettanto manovrabile del cavaliere. Al momento, una parte dei semicolti sembra realmente intenzionata a dare l’investitura ad un Renzi, il che non sembra modificare adeguatamente la sceneggiata finora recitata e fa scendere sempre più il livello del ceto politico; e costui nemmeno sembra più in grado di piacere gran che all’elettorato di “destra”. Pessima è la situazione, la cui architrave è il burattino Berlusconi; politicamente alla fine, ma non “cancellato” finché non ha assolto ogni suo compito. Molto dipende dagli eventi che coinvolgeranno Obama (e, per “proprietà transitiva”, Napolitano). Seguiamone attentamente il decorso.