DA RICORDARE (14 luglio)

I documenti qui presentati (tre tratti da Libero di oggi) danno il quadro della nuova criminalità degli aggressori “occidentali”; sia in Libia, sia nel Kosovo a suo tempo. Siamo passati oggi ad una nuova strategia Usa, apparentemente meno impegnata; nel senso che, più ipocritamente e vilmente di un Bush, questo presidente si nasconde dietro l’uso di sicari cui fa balenare di essere associati ad un lauto banchetto. Si è servito di Francia, Inghilterra e in fondo Italia, grazie al presdelarep, in prima fila nel volere l’intervento libico al fianco degli Usa (vero emulo del D’Alema del ’99), e con la meschinità di Frattini, La Russa, ecc., mentre Berlusconi ha mostrato di non contare ormai più nulla, limitandosi a dire “non volevo”, “non potevo fare a meno”, “sono stato obbligato dai precisi interventi del capo dello Stato”, ecc. ecc.

Uno dei documenti – che è ufficiale e riguarda il rapporto di una Commissione europea – precisa chi è il presidente del Kosovo (un autentico bandito e “cannibale”), già capo dell’UCK, i famosi partigiani “liberatori”, creati quasi ex-novo nell’agosto ’98 dagli Usa per poter poi montare la pantomima del finto genocidio, che li condusse ad aggredire la Jugoslavia (Serbia) nel ’99 serviti pedissequamente dal governo italiano di D’Alema (che proprio a tal fine, come rivelato da Cossiga, fu messo al posto di Prodi nell’autunno ’98). Si può essere sicuri che di notizie simili non si farà mai un vero battage come quello che viene montato in occasione delle menzogne di questi criminali aggressori. Le notizie, però, ci sono comunque. Non si può salvare il “poppolo”. Si condannò quello tedesco anni ’30, dicendo che non poteva non sapere o almeno immaginare del massacro (non dei soli ebrei, ma di questi e di molti altri). All’epoca, però, è certo che la stampa tedesca non pubblicò nemmeno in trafiletto le notizie “mortuarie”. Qui invece ci sono; il “poppolo”, volendo, le potrebbe sapere e ricordare. Nessuna scusante per nessuno. Siamo sotto il tallone, all’interno come nell’agone internazionale, di autentici delinquenti; per di più privi di qualsiasi grandezza, di qualsiasi progetto epocale; solo meschini assassini e ladri, a seconda dei casi. Nessuna scusante se continuiamo a tenerceli “cari”.

Si legga e si mediti; e finalmente si vomiti per la nausea, sarebbe almeno un inizio!

Traffico d’organi: Approvata dal Parlamento Europeo la Risoluzione di Dick Marty

26 gennaio 20/1/2012

 

Il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza di voti la Risoluzione di Dick Marty. Invitando la comunità internazionale affinchè venga fatta piena luce sui crimini commessi in Kosovo prima, durante e dopo la guerra, con particolare attenzione al traffico di organi, che vedrebbe coinvolto il primo ministro Hasim Taci (v. foto).

L’inchiesta di Dick Marty, durata due anni, ha portato al rapporto del Consiglio d’Europa, secondo il quale il primo ministro Hasim Taci sarebbe a capo di un gruppo mafioso albanese accusato di contrabbando di armi, droga e organi umani in Europa orientale.

La delegazione albanese, nel corso del dibattimento ha provato a minimizzare l’importanza della relazione di Marty, attuando inoltre proteste dinanzi al parlamento europeo.
Marty, nel presentare la propria relazione, ha palesato il timore che la collusione tra la criminalità organizzata e la struttura politica in Kosovo, rappresentano una minaccia per l’Europa.

Oltre agli interventi dei rappresentanti parlamentari delle nazioni concordi nel chiedere chiarezza, nel corso del dibattito il rappresentante del Gruppo dei partiti nazionali europei, Holger Haibach, ha puntato il dito contro quanti pur essendo a conoscenza dei crimini in Kosovo, hanno deciso di tacere.
Proseguirà oggi la sessione del Parlamento Europeo, che oltre ai deputati parlamentari europei vedrà presente anche il presidente della Serbia, Boris Tadic.

All’ordine del giorno tre risoluzioni sull’ex Jugoslavia: “Protezione dei testimoni come la base della giustizia e della riappacificazione nei Balcani” dell’inviato Jean-Charles Garetto; “Riappacificazione e dialogo politico tra i paesi dell’ex Jugoslavia” dell’inviato Pietro Marcenara; “Obbligo dei membri del Consiglio d’Europa di collaborare nei processi per i crimini di guerra” dell’inviato Miljenko Doric.

L’inchiesta di Dick Marty, nata a seguito di un procedimento giudiziario iniziato da un tribunale distrettuale di Pristina, per un presunto caso di traffico di organi scoperto dalla polizia nel 2008, arriva al Parlamento Europeo in un periodo cruciale per il Kosovo, dove da poco si sono svolte le prime elezioni da quando è stata dichiarata l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, che hanno consentito a Hasim Taci di assumere il governo della nazione.

L’organizzazione criminale della quale avrebbe fatto parte il Primo Ministro, secondo Dick Marty, opererebbe da oltre dieci anni, da quando i fedelissimi di Drenica, il gruppo che faceva capo a Hashim Thaci, divenne la fazione dominante all’interno del KLA, e prese il controllo della maggior parte di imprese criminali in cui i kosovari sono stati coinvolti a sud del confine in Albania.

Come affermato da Holger Haibach, è sconvolgente il fatto che in molti sapessero dei crimini commessi in Kosovo ancor prima della relazione dell’investigatore e nonostante ciò abbiano preferito tacere, ma ancor più sconvolgente ci sembra il fatto che nonostante le accuse mosse al capo di un governo di essersi reso responsabile di crimini gravissimi, i mass media – in particolare quelli italiani – stiano sottacendo ogni notizia.

Ancor prima della relazione di Dick Marty, Antonio Evangelista, che ha diretto le indagini sui crimini di guerra e guidato la polizia criminale, con il suo libro “La torre dei crani” (ed. Editori Riuniti), aveva testimoniato da un punto di vista neutrale quanto realmente avvenuto nel Kosovo, anticipando gli sviluppi a livello internazionale di una guerra che ha prodotto piú danni di quelli preesistenti, favorendo miseria e criminalità.
A seguito di quanto emerso dalla relazione Marty, c’è da chiedersi perché mai si sia legittimata in Kosovo una classe dirigente corrotta e legata a doppio filo con la mafia, lasciando che a governare il paese potesse essere un uomo coinvolto nel traffico di armi, di droga e di organi umani.

Gian J. Morici