Degenerazione

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Il politicamente corretto è il frutto avvelenato della degenerazione di grandi idee del passato, ormai esaurite dal processo storico e dai mutamenti sociali. Sono idee che hanno definitivamente perso il loro contenuto e si sono allontanate dalle realtà divenendone, persino, la sua negazione. Come quelle comuniste (o liberali). Tali concetti, che avevano un senso ed una forza nell’epoca precedente, sono diventati la spazzatura del presente, il cumulo di rovine che sbarra il passo a più fresche ed urgenti interpretazioni del mondo, confacenti ai cambiamenti in corso. Su questi pensieri marciti fondano il loro potere oligarchie politiche e cricche intellettuali zombificate le quali non vogliono arrendersi al destino di essere sotterrate per sempre da rinnovate energie vitali. La loro resistenza reazionaria si basa sull’imposizione di modi comportamentali che non corrispondono alle esigenze generali dei tempi e degli uomini, alla voglia di riscatto dei popoli e dei corpi sociali, ai bisogni culturali degli individui e dei gruppi. Queste combriccole dominanti vogliono relativizzare tutto ciò che affonda nella coscienza dei soggetti da secoli per predisporli alle peggiori abiezioni spirituali. Al fine manipolarli meglio e tenerli in un mondo di tenebra. Chiamare, ad esempio, diritti civili le sfilate di depravazione Lgbt fa parte del loro inganno. Battezzare come legittime proteste di piazza lo scassamento di vetrine ed il disturbo alla quiete pubblica, perché non si gradisce un risultato elettorale, anche. Autorizzare invasioni di stranieri per imporre stili di vita sradicati, peggio ancora. Non sorprende, pertanto, che precedenti e giustissime battaglie di massa per la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la sessualità e la tolleranza si siano trasformate nel loro opposto, in altrettante intimazioni coercitive con le quali comprimere gli impulsi realmente trasformativi del periodo in avanzamento. Libertà, uguaglianza, tolleranza obbligatorie sono, appunto, gli strumenti utilizzati dai guardiani del politicamente corretto per perpetrare il loro totalitarismo asfissiante, rivestito di bieco buonismo. Tuttavia, costoro ed il loro avvizzito apparato ideologico periranno perché nessun crepuscolo dura per sempre e l’alba di un nuovo giorno spunta già all’orizzonte. Coraggio.

Max Nordau
Degenerazione
Un periodo storico giunge sommessamente alla fine, e un altro si annuncia. Si fa uno strappo alla tradizione e il domani sembra non volere più avere alcun rapporto con l’oggi. Ciò che esiste vacilla e cade; si lascia che rovini perché se ne è sazi e si crede che non valga la pena fare uno sforzo per conservarlo ancora. Le opinioni che fin qui dominavano gli animi sono morte, oppure bandite come tanti re detronizzati: eredi legittimi e presunti lottano per averne l’eredità. E intanto domina un interregno con tutti i suoi orrori: confusione dei poteri, la folla incapace di scegliere un partito perché privata dei capi, i soprusi dei forti, la comparsa di falsi profeti, oligarchie che tramontano in fretta, e che proprio per questo sono ancora più tiranniche. Gli sguardi si volgono ansiosi verso il nuovo che deve venire, ma non sanno neppure da quale parte aspettarlo e in cosa dovrebbe consistere. Nella folla dei pensieri si spera che l’arte sappia dare qualche informazione sull’ordinamento che farà seguito a tutto il caos. Il poeta, il compositore, devono rilevare, o indovinare, o per lo meno lasciare capire, sotto quali forme si svilupperà l’etica. Cosa significherà domani la parola morale, la parola bello? Cosa sapremo, cosa crederemo, per quale cosa proveremo entusiasmo, in che maniera godremo? Ecco ciò che si chiede, a mille voci, dalla folla; e là dove un ciarlatano apre la sua baracca sostenendo di avere la risposta, là dove un pazzo o un impostore incomincia improvvisamente a fare il profeta in versi o in prosa, con la musica o con la tavolozza, o dicendo di essere artista in modo diverso dai suoi predecessori e concorrenti – ecco accalcarsi la folla, che lo circonda – come negli oracoli di Pitia – che cerca di indovinare un senso in ogni sua azione, di interpretarlo – e quanto più tali azioni saranno prive di senso, tanto più quelle povere menti bramose di rivelazioni le riterranno altrettanto più sicure dell’avvenire e le interpreteranno con tanta maggior avidità, con tanta maggior passione.
Questo è lo spettacolo offerto dalle passioni umane sotto la luce rossa del crepuscolo dei popoli. Le nubi ammassate fiammeggiano in quella vampa bella, ma inquietante, che fu osservata per anni dopo l’eruzione del Krakatoa. Tenebre sempre più fitte si distendono sulla terra, avvolgendo le immagini in una misteriosa oscurità che distrugge tutte le certezze e lascia il campo libero per ogni supposizione. Le forme perdono i loro contorni evaporando come nebbia che scompare. Cala la sera; si avvicina la notte! I vecchi la guardano trepidanti poiché temono di non vederne la fine. Pochi giovani e robusti sentono la vita scorrere in tutta la sua pienezza nelle vene e nei nervi, e aspettano felici l’arrivo del sole. Ecco i sogni che si succedono nella notte fino allo spuntare dell’alba: per i vecchi, memorie dolenti, per i giovani, speranze ardite, e la forma sotto cui questi sogni colpiscono i sensi sono le creazioni artistiche dell’epoca.