Dove va la Lega? di A. Terrenzio

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salvini putin-2Il coro di sdegno da parte dei circo mediatico e politico nostrano, a seguito delle dichiarazioni di Salvini sulla proposta “shock” di “radere al suolo i campi rom,” con puntuale disgusto di tutte le anime belle, che sono inorridite di fronte a tale uscita, rappresenta l’ennesimo tentativo di deviare l’attenzione mediatica, su tematiche di second’ordine, da questioni più vitali per il nostro Paese. La PdC Boldrini, non si è fatta attendere: “non si puo’ dire radere al suolo!” ha redarguito la campionessa del politicamente corretto, bacchettando il turpe e “becero” leghista.

Se i seguaci del boldrinismo piu’ oltranzista, invece di impiegare il loro tempo nel sanzionare o correggere l’uso discriminante del linguaggio – verso situazioni di disagio e difficoltà economiche, affrontate da milioni di imprenditori e lavoratori italiani, sempre piu’ spesso costretti al suicidio o a commettere gesti di folle disperazione, come quello della strage del tribunale di Milano – si concentrassero sul paese reale e sui suoi problemi forse si renderebbero appena meno inutili di quanto sono attualmente. Ma questa e’ la compagnia di personaggi da avanspettacolo che ci ritroviamo, totalmente distaccata dalla realta’. Per loro una parola politicamente scorretta, come “zingaro”, assume un valore cosi’ lesivo della dignita’ umana, ma poi se ne fregano bellamente se il “popolo in carne ed ossa”, quello fatto di gente che lavora e porta avanti la nazione, non arriva alla fine mese ed e’ massacrato da tasse e crisi. Questo ceto medio semicolto, intriso di universalismo democratico e di terzomondismo cialtrone, e’ quanto di peggio questa Repubblica abbia partorito dal ‘68 ad oggi, e rappresenta il vero cancro culturale della nazione, del quale e’ indispensabile liberarsi al piu’ presto.

Fatta questa premessa  la notizia che ci sembra interessante commentare sulla Lega e’ però un’altra: quella di soddisfazione espresse dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, subito dopo la rielezione di Netanyahu, leader del partito di destra Likud, a Capo della Knesset israeliana. Maroni ha detto: “Nonostante le posizioni personali dobbiamo supportare Netanyahu e il suo governo perché è stato eletto democraticamente” e in un’ intervista su una tv israeliana, Radio 24, ha dichiarato: “Netanyahu sa cosa fare e sono sicuro che vuole la pace in Medio Oriente, che significa pace nel Mediterraneo. Anche per questa ragione, ho incontrato il premio Nobel per la pace Shimon Peres”. Ora, non e’ nostra intenzione giudicare in questa sede quanto valga, in realta’, la volonta’ delle Lega, di accedere al “mondo che conta” o farsi “amici di alt(r)o profilo”, tendendo la mano ad Israele o fremitare per stringerla ai neocon repubblicani Usa, come ricorda Francesco Boezi sull’ID. Ciò che qui ci interessa valutare e’ quanto tale avvicinamento possa interferire con le istanze sovraniste avanzate dal partito di Salvini e le altre promettenti iniziative che lo avevano visto, qualche mese fa, protagonista nei suoi viaggi a Mosca, per ricucire i rapporti con la Russia dopo il conflitto ucraino, a causa di sanzioni imposte dall’Occidente, le quali hanno causato gravi perdite all’export italiano. Inoltre, Salvini aveva piu’ volte sostenuto la necessita’ di una apertura politica ed economica ad Est, nonché l’esigenza’per l’Europa di una partnership strategica con la Russia. Tali dichiarazioni, hanno addirittura spinto qualche commentatore a definire questa mossa di Salvini la “svolta eurasiatica”.

Dalle pagine di questo blog avevamo anche commentato tale “svolta”, unita alle istanze anti-austerity rivolte contro Bruexelles ed il suo apparato di tecno-burocrati, con l’ingresso nel gruppo di partiti euroscettici guidato dal Front National di Marine Le Pen, come possibilità di nascita, anche in Italia, di un movimento sovranista e nazionalista, capace di ostacolare il progetto di asservimento ad un modello di capitalismo filo-atlantico che sta costantemente erodendo il tessuto produttivo nazionale e rendendo il nostro paese sempre piu’ colonia e preda di capitali stranieri.

In piu’ la Lega di nuovo corso salviniano ha avuto senza dubbio il merito di rappresentare un populismo dai connotati piu’ radicaleggianti e meno vaghi di quello di un M5S, il quale su temi come Euro e immigrazione ha mostrato limiti e titubanze.

La Lega ha, inoltre, avuto il merito di riportare in piazza quei settori produttivi vessati dai diktat di un’Europa costituita da istituzioni antidemocratiche ed impersonali, oltre a manifestare stanchezza per un’immigrazione fuori controllo, motivo di insicurezza e disagio sociale.

La Lega, tuttavia, verrà presto messa alla prova dagli eventi. Verrà saggiato il suo coraggio e la sua coerenza perché è sempre difficile tenere due piedi in una scarpa. Non sempre si potrà dissimulare amicizia verso tutti, in ogni caso, ciò non mette al riparo da vendette e coltellate alla schiena. Ci ricordiamo di Silvio Berlusconi, amico tanto di George Bush quanto di Vladimir Putin, poi disarcionato da un golpe bianco architettato proprio a Washington e messo in atto da sicari nostrani. Ma oggi lo scenario geopolitico mondiale, pur nella sua estrema “fluidita”, sembra aver trovato una contrapposizione dicotomica molto più che apparente: quella, appunto, tra Usa e Russia intorno alla quale però ruotano interessi diversificati e protagonisti agguerriti. La ridefinizione degli scenari geopolitici, la ridiscussione di vecchi schemi di alleanze (non ultima l’apertura degli Usa al nucleare iraniano, con disappunto di altri alleati regionali della Casa Bianca, quali Israele ed Arabia Saudita), sembra avere dei riflessi anche sulle posizioni di partiti dalle istanze sovraniste, come la Lega in Italia e il Front National in Francia. Pertanto, le ambiguità e le enigmaticità negli approcci tra attori, rispecchiano la mobilita’ dello scacchiere internazionale, con evidente confusione ideologica, anche di quei partiti nazionalisti, che in linea di principio vorrebbero l’affrancamento dei loro Paesi dal dominio atlantista.

Riprendendo i concetti di Gianfranco La Grassa, ci vorra’ ancora del tempo prima che gli Usa perdano la loro supremazia, consentendo l’apertura di una piena fase multipolare, caratterizzata da scontri più diretti.

Stando agli scenari descritti, la Lega sta comunque svolgendo in Italia – al netto degli eccessi e delle dichiarazioni sopra i toni su immigrati e rom – un ruolo positivo che dovrà essere raccolto da forze sovraniste piu’ conseguenti e dai contenuti piu’ radicali, specie in contrapposizione al dominio Usa sull’Europa, vero giogo che priva il Continente di una propria libertà strategica, economica e culturale. Non è ancora nato, nel nostro paese o altrove, un movimento capace di tracciare e seguire la strada più efficace per rompere le catene atlantiche, eppure qualcosa si muove. Sappiamo, dalla Storia, che occorrono lunghe e difficili gestazioni per far giungere a maturazione idee e persone (gruppi) in grado di materializzare alternative e rotture epocali.