EUROPA SERVA DEGLI USA, IN SIRIA COME ALTROVE.

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Assad ha davvero bombardato, con gas venefici, i civili siriani? Non ci sono certezze. Gli americani che si dicono sicuri del fatto loro non tirano fuori la pistola fumante. Nessuna indagine internazionale ha potuto verificare le accuse di Trump, eppure i missili statunitensi sono stati ugualmente lanciati contro un Paese sovrano, nel compiacimento di tutto l’Occidente. I russi, alleati di Damasco, sono gli unici che la pensano diversamente sugli eventi ma non godono delle simpatie della Comunità Internazionale. Il loro rapporto, che parla di esplosione in un deposito di armi chimiche dei ribelli, i quali usano la popolazione come scudo umano, non è stato nemmeno preso in considerazione. Ad ogni modo, siamo uomini di mondo e comprendiamo che certi attacchi a tradimento, come quello statunitense contro la Siria, non necessitano mai di prove quanto di espedienti, più o meno credibili, per essere attuati. I prepotenti non hanno bisogno di dimostrare nulla, la forza militare di cui dispongono è la dimostrazione stessa della giustezza delle loro posizioni e della superiorità morale delle loro azioni. Tuttavia, pur afferrando la logica delle cose, non ci rassegniamo a farci prendere per i fondelli dalla stampa asservita a Washington. Di questa fa parte a pieno titolo il Corriere della Sera. Sentite quello che riesce a scrivere Dragosei sul citato giornale:
“I servizi segreti americani sostengono di avere le prove di tutto [e lui, naturalmente, ci crede ciecamente o, almeno, tenta di farlo credere a noi]: dell’attacco aereo partito dalla base poi bombardata, come dell’interferenza russa nelle elezioni americane. Ma alla ripetuta richiesta di vedere queste prove non rispondono, come non ha risposto ieri il segretario di Stato. Segno, probabilmente, che si tratta di «evidence» [segno, piuttosto, che costui è disposto a prendere per oro colato qualsiasi cosa esca dalla bocca della Casa Bianca] ottenuta con strumenti che gli Usa non vogliono far conoscere ai russi. E forse l’insistenza di Lavrov è dovuta proprio alla voglia dei russi di sapere di più sui metodi americani [Sì, come no! Il metodo “segreto” si chiama propaganda ed i russi sanno perfettamente di cosa si tratta, essendo maestri di tale arte]. Il ministro degli Esteri russo ha proposto ufficialmente che siano gli organismi internazionali e in particolare l’Opcw (l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) a condurre una indagine indipendente su quanto avvenuto. Ma se Assad dispone ancora di gas nervino, vuol dire che gli ispettori dell’Opcw non hanno fatto bene il loro lavoro quattro anni fa. E proprio per questo, probabilmente, Tillerson non ha ancora accettato l’indagine internazionale [Sarà per questo o perché non ha nulla in mano? Un cattivo giornalista non può che essere un pessimo avvocato, perciò lo ribattezziamo Drago(cifaioci)sei. Mi auguro che quest’ultimo sia, comunque, più sportivo della Zunini del Fatto, la quale mi ha fatto pervenire la lettera del suo avvocato per episodi diffamatori a me ancora oscuri]”.
Di tutt’altra sostanza è l’intervento dell’ambasciatore Sergio Romano che su sul medesimo quotidiano afferma:
“L’unico modo per uscire da questo imbroglio sarebbe quello di decidere quale sia il nemico peggiore: Assad o l’islamismo fanatico e radicale? La Russia ha scelto senza esitare perché vuole conservare le sue basi, deve fare fronte a un pericoloso islamismo domestico e ha un leader che può imporre la propria linea. Le democrazie occidentali, invece, devono rendere conto delle loro azioni alla pubblica opinione e tenere d’occhio il barometro elettorale. Ma se hanno deciso che la eliminazione di Assad è una condizione irrinunciabile dovrebbero almeno prepararsi a ciò che potrebbe succedere in Siria il giorno dopo. E gli europei, in particolare, dovrebbero ricordare che il Mediterraneo è la loro casa, non quella degli americani”.

E’ il punto che ci riguarda più da vicino. I leader europei ci portano il caos in casa per soddisfare le esigenze strategiche degli Usa, a danno dei nostri interessi continentali. Quest’ultimi dovrebbero essere anteposti a qualsiasi sentimento morale, anche alla falsa indignazione per i fatti della provincia siriana di Idlib. In una simile ottica che Assad sia o meno colpevole non è di nessuna rilevanza. Ce lo insegnano da sempre gli americani i quali difendono ovunque i loro “figli di puttana” anche se sono dei criminali.