FREE OGM

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Molti dei nostri pregiudizi sono di natura biologica, o meglio nascono da adattamenti evolutivi, quali forme residuali (sottoprodotti), di decisivi processi cognitivi, scarti di lavorazione concettuale (che però vengono anche funzionalmente “riciclati” e sistematizzati, vedi i dogmi religiosi) di cui, evidentemente, non possiamo fare a meno, essendo ciò un piccolo prezzo da pagare alla conformazione delle nostre strutture mentali e alla nostra maniera unica di interpretare il mondo. Come scrive il neuroscienziato Giorgio Vallortigara, la maggior parte delle nostre credenze, soprattutto quelle che si indirizzano al sovrannaturale, derivano dal cosiddetto essenzialismo psicologico. “L’essenzialismo è l’idea per cui certe categorie di cose (le donne, i gruppi razziali, le lucertole, i quadri di Matisse) posseggono una loro natura interna, un’essenza per l’appunto, non osservabile direttamente, che definisce la loro identità e spiega le somiglianze tra membri della stessa categoria. Le proprietà delle essenze tendono a trasferirsi da un corpo all’altro…In ambito scientifico l’essenzialismo viene giustamente guardato con sospetto, perché è stato causa di molte inutili controversie. Per esempio, quelle attorno alla definizione di che cosa sia «vivente». Nozioni come quella di «razza» non corrispondono ad alcuna sottostante essenza. Lo stesso vale per la nozione di «specie», perché le specie evolvono e sono definite a livello di popolazione e non come proprietà intrinseche degli individui. Molte discussioni che investono la sfera civica, etica e religiosa sono legate all’essenzialismo (l’aborto, le cellule staminali, gli OGM). Ciò accade presumibilmente a causa del fatto che pensare in termini essenzialistici fa parte del nostro retaggio biologico…Essenzialismo, pensiero teleologico e dualismo intuitivo rappresentano quindi fondamentali adattamenti cognitivi che hanno generato, come sottoprodotti, la nostra inclinazione a credere al sovrannaturale e alle superstizioni in generale. Per quali ragioni biologiche si sarebbero sviluppati questi adattamenti lo abbiamo visto in precedenza: gli agenti sono categorie fondamentali per riconoscere potenziali prede, predatori, partner sociali o sessuali. Perciò, se vediamo un ramo spezzato nel bosco tenderemo a interpretarlo come il segno che «qualcuno» è passato di lì, anziché il risultato accidentale di un evento naturale, «qualcosa» come un temporale…D’altronde, cooperazione e competizione sociale necessitano di raffinate abilità d’interpretazione e anticipazione dei comportamenti altrui: in questo senso, la capacità di rilevare tracce di agentività e d’interpretarle è fondamentale. E il prezzo da pagare per tutto ciò, la nostra credulità, sembra tutto sommato esser valso la pena”.

Riprendo tale cruciale passo di Vallortigara proprio perché mi interessa mettere alle corde, in questa particolare occasione, i preconcetti contro gli Ogm che non hanno alcuna sostanza scientifica e sono dettati da mera chiusura mentale, benché, in un certo senso, “giustificata” da quanto sopra riportato. Gli organismi geneticamente migliorati rappresentano una grande opportunità per l’umanità perché possono affrancarla, meglio di quanto finora è stato fatto, dalla necessità di procacciarsi cibo in abbondanza. Ci sono molte aree del pianeta in cui si soffre, ancora al principio di questo terzo millennio, per denutrizione. Ma non solo di ciò si tratta. Gli Ogm sono convenienti anche per noi che viviamo nell’abbondanza alimentare perché ci forniscono alimenti più sani (che necessitano di meno agenti chimici per essere coltivati), a più lunga conservazione e a prezzi più contenuti. L’uomo si è sempre guadagnato il cibo strappandolo alla natura, modificandolo secondo i suoi gusti e le sue esigenze nutritive. Luciano Capone scriveva ieri su Il Foglio che: “ll rapporto dell’uomo con il cibo è sempre stato regolato da divieti, tabù e false credenze. Dopo l’introduzione dalle Americhe – e prima di diventare un ingrediente fondamentale della “dieta mediterranea” – il pomodoro è stato a lungo solo una pianta ornamentale, perché considerato velenoso. Allo stesso modo si riteneva che la melanzana, a causa dell’annerimento della polpa, provocasse turbe psichiche e che addirittura diffondesse la peste (da qui l’origine del nome “mela insana”). Molte volte è toccato agli scienziati far superare le ingiustificate paure della popolazione”. La scienza ci rassicura sul consumo degli ogm perché effettua studi ed esperimenti. Nessuno ci vuole avvelenare, nemmeno le multinazionali che controllano il settore. Quest’ultime, ovviamente, sono interessate ai profitti e non alle grandi cause dell’umanità, ma non è sterminando la popolazione che si arricchiscono, come qualcuno stupidamente afferma. Il fatto che gli “innesti” vengano eseguiti in laboratorio, ricorrendo alla tecnologia, anziché sul “terreno”, come un tempo, facilita il lavoro, lo rende più rapido ed anche più sicuro nei risultati. I rischi, ovviamente, non possono essere azzerati ma non lo sarebbero in nessun caso, anche ricorrendo alle pratiche antiche che sono frutto di tentativi secolari, molti dei quali finiti male. Perché allora si dà maggior credito a filosofi, letterati e preti, i quali fanno incrementare le paure della gente, su argomenti che non maneggiano, piuttosto che ad esperti che governano la materia e la plasmano per il miglioramento della vita collettiva (e per ori e allori che vengono loro da simili scoperte)? Inoltre, come Paese, non possiamo attardarci nel settore in quanto corriamo il pericolo di farci invadere dai prodotti ogm di altri Stati che daranno il colpo di grazia alla nostra agricoltura. Chi ci invita a lasciar perdere gli Ogm con sistemi di propaganda subdoli e bugiardi vuole speculare su altri affari di nicchia, profittevoli per lui ma (quasi) inutili per la nazione. Chi, tra i nostri governanti propala menzogne sugli ogm lavora per i nemici stranieri. L’Europa, per esempio, predica una cosa ma “singolarmente” ne fa un’altra. Vedi la tedesca Bayer che acquisisce l’americana Monsanto, leader mondiale degli ogm. In periodi di crisi come quelli in cui viviamo è un delitto imperdonabile assecondare miti scadenti, rivestiti di “naturalismo”, che ci rendono ancor più indigenti e antiquati. Le nostre Università (ultimamente, mi pare, la Bocconi) che organizzano convegni sull’agricoltura biodinamica (che ricorre a pratiche magiche per fertilizzare i terreni) andrebbero chiuse e i ministri che blaterano di Italia OGM-free andrebbero rinchiusi. E’ inammissibile che le istituzioni statali, anziché destinare maggiori fondi alla ricerca, sperperino il denaro pubblico patrocinando conferenze sciamaniche sui corni ricolmi di merda conficcati nel terreno. E’ vero che il nostro cervello funziona in un certo modo ma non possiamo letteralmente mandarlo in vacca (che tanto ormai pure le vacche sono nutrite con mangimi geneticamente modificati).