GRANDE CAOS SOTTO IL CIELO (di GLG)

gianfranco

[[Preoccupazione per il lancio soprattutto in Corea del Sud e Giappone. Seul ha fatto sapere di avere lanciato un missile in mare in risposta a Pyongyang e la presidenza ha convocato una riunione urgente del consiglio di sicurezza nazionale. Riunione analoga è stata convocata anche in Giappone, dove intorno alle 7 ora locale (mezzanotte circa fra giovedì e venerdì in Italia) nel nord del Paese sono risuonati avvertimenti che invitavano i cittadini a cercare rifugio. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato aggiornato sul lancio: ultimamente la sua politica è stata di chiedere alla Cina di fare di più per arginare il suo vicino. Ma Pechino preferisce una risposta internazionale al problema. «Cina e Russia devono esprimere la loro intolleranza per questi sconsiderati lanci missilistici intraprendendo da sé azioni dirette», ha dichiarato il segretario di Stato americano, Rex Tillerson. Pechino però, tramite una portavoce del ministero degli Esteri, ha negato che la Cina abbia la chiave per allentare la tensione sulla penisola: «Ogni tentativo di lavarsi le mani dalla questione è irresponsabile e non aiuta a una soluzione», ha affermato, ribadendo che secondo Pechino le sanzioni sono efficaci solo se accompagnate dai colloqui.]]

[[Abbiamo strangolato la Corea del Nord economicamente, abbiamo tagliato il 90% degli scambi commerciali» di Pyongyang» . Intanto il presidente Donald Trump incontrerà il premier Giapponese Shinzo Abe e il leder sudcoreano Moon Jae in la prossima settimana a margine dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu]]

Da un articolo del “Corriere della sera”, della Redazione on line

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Come già ho altre volte sottolineato, uno dei motivi rilevanti (non l’unico) dell’atteggiamento della Corea del Nord – che certamente non agisce semplicemente di testa propria per “follia” di un “dittatore”, in base a quanto affermano fonti di informazione di una stupidità crescente e dichiarazioni politiche ufficiali tracotanti ma poco convincenti (e direi perfino poco convinte) – è l’intenzione di spingere Giappone e Corea del Sud ad una maggiore autonomia dagli Stati Uniti. Questi due paesi gongolano, pur con dichiarazioni di preoccupazione e di ostilità (che è reale, sia chiaro) nei confronti dei nordcoreani. Anche la Cina – che finge di criticare pur essa il paese “atomico” (e di fatto amico), ma dice di non poter far niente e sottolinea la necessità di evitare soluzioni militari – è in realtà soddisfatta. Evidentemente, Cina, Giappone e Corea del sud non sono alleate fra loro, anzi in netto contrasto quali potenze interessate all’area asiatica. Il problema è che la predominanza conquistata dagli Usa con la seconda guerra mondiale è ormai sopportata a denti abbastanza stretti e si desidera giungere ad una migliore articolazione delle sfere d’influenza di tali nazioni (fra le quali al momento la Cina è nettamente più forte) in quest’area. I tre paesi sono avversari, ma interessati ad una diminuzione della “presa” statunitense. E gli Usa hanno certo le mani che prudono, vorrebbero probabilmente intervenire, ma sono sufficientemente intelligenti (non come i giornalisti d’accatto) per valutare l’insieme della questione e i possibili giochi dei paesi asiatici succitati; lo ripeto, non alleati e conniventi fra loro, ma comunemente interessati all’indebolimento della preminenza statunitense.
La Russia, che purtroppo non ha la potenza dell’Urss di un tempo, mi sembra fare la sorniona in tal caso. Essa manifesta preoccupazione, non credo realmente sentita, per il comportamento nordcoreano, ma sono convinto che ne è invece intimamente soddisfatta poiché può creare problemi agli Stati Uniti – pur se questi decidessero, abbastanza improvvidamente, di attaccare il “provocatore” – e alla lunga favorire un allentamento della “pressione” esercitata ai suoi confini; tipo quella posta in atto dalle precedenti amministrazioni Usa in Ucraina. E poi ci sarebbero forse ricadute positive in Siria e in generale in tutta l’area, ivi comprese magari Turchia e Iran e poi ancora in Libia dove ci sono contatti tra russi e il gen. Haftar, al vertice della Cirenaica.
Quanto allo strangolamento dell’economia nordcoreana, sostenuto per nascondere la rabbia di non poter procedere senza effetti negativi alla “distruzione” del “dittatore” nordcoreano, c’è solo da sorridere. La stragrande maggioranza del commercio estero di tale paese è con la Cina. Si può essere certi che i cinesi sarebbero perfino capaci di far la faccia feroce con l’alleato e lasciare in piedi quel commercio fin nelle sue minutaglie; in realtà, hanno un atteggiamento molto moderato e insistono per trattative. Così pure altri paesi. Il fatto è che Bush e Obama (e anche altri come Clinton) hanno lasciato una gran brutta eredità a Trump, con effetti di quelle strategie aggressive (dirette e indirette) alla fin fine poco positivi. Malgrado questo risultato, il vecchio establishment non dismette i tentativi di far cadere la nuova presidenza, creando la possibilità di ulteriori indebolimenti della preminenza mondiale Usa a causa dei gravi ritardi nel pensare una strategia più appropriata, tesa fra l’altro al consolidamento delle aree tradizionalmente influenzate dal paese ancora predominante: Sud America e, di fatto, la UE, dove esistono paesi, quelli ex “socialisti”, decisamente sfavorevoli alla Russia e quindi pienamente schierati con la potenza d’oltreatlantico. Comunque, anche in Europa si avvertono possibili mutamenti d’impostazione; Macron sembra non essere del tutto sfavorevole a Trump. D’altra parte, quest’ultimo (il gruppo che rappresenta) deve mostrarsi morbido e pronto a compromessi con gli avversari interni, arrivando quindi ad alcuni rilevanti cedimenti. Nel contempo, deve mettere in mostra un alto grado di aggressività, come quella contro il Nord Corea, per fingersi interessato ad un predominio globale, ormai difficilmente raggiungibile.
Tutto questo sta ritardando, e di molto, un possibile riadattamento strategico statunitense alla nuova situazione mondiale in fase di movimento disordinato e piuttosto incontrollabile, tipica caratteristica del multipolarismo in accentuazione. Molto bene: “grande caos sotto il cielo”. E sempre maggiori difficoltà per chi vorrebbe prevedere con maggiore correttezza i fenomeni che si andranno producendo nel breve e medio periodo (quelli del lungo periodo li lasciamo ai profeti, cioè ai fessi).
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