I CONIGLI SULL’ISOLA DEI CONIGLI

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Al largo di Lampedusa è avvenuta l’ennesima tragedia del mare che ha inghiottito centinaia di disperati. Per ora sono stati recuperati più di duecento corpi, mentre restano irrecuperabili gli opportunisti i quali, a cadaveri ancora caldi, dicono la loro sulla sciagura puntando il dito contro la legislazione (che i loro partiti hanno votato o non hanno modificato quando potevano), il razzismo, la discriminazione, i respingimenti ecc. ecc. Tutte cose che non c’entrano nulla con quanto accaduto e che servono a mascherare più gravi responsabilità ricadenti sulle loro teste.

La bagnarola non è stata abbattuta da una legge sull’immigrazione troppo rigida e inflessibile. E, se vogliamo dirla tutta, non è nemmeno colpa della furia del mare e della natura, perché neanche la fortuna può tenere a galla un barcone con 500 persone a bordo.

I professionisti dell’accoglienza e dell’integrazione, che versano lacrime di coccodrillo e si abbeverano del sangue dei dannati della terra, sono stati i più rapidi ad invocare conflitti e bombardamenti contro quei Paesi dai quali adesso salpano orde di profughi e schiere di fuggiaschi, inseguite dai tagliagole di Al Qaeda e dai plotoni di esecuzione degli estremisti di Allah.

Si scappa dalle guerre civili e dalla desolazione sociale che gli occidentali hanno scatenato per precisi piani geopolitici.

La menzogna con la quale si autorizzano siffatti sconvolgimenti è quella di scacciare dal trono presunti dittatori che iugulano la libertà civili, sopprimono i diritti umani e disprezzano la democrazia. Ma una volta abbattute le vecchie tirannie salgono al potere cricche criminali ancora più sanguinarie che hanno la ragione dalla loro parte perchè amiche degli americani e dei loro secondi europei.

Così, dalle situazioni di difficoltà e d’instabilità precedenti si passa, a forza di raid poco mirati, alle attuali fasi di caos e d’ingovernabilità di cui i viaggi della speranza sono il risultato più nefasto.

Volete proprio sapere di chi sono i torti principali? Benissimo, siamo franchi e non franchi tiratori sulla pelle dei migranti, come gli sciacalli in vetrina a Lampedusa.

Chi ha votato l’intervento militare contro Tripoli nel 2011? Chi ha reso questo territorio un porto di smistamento di sventurati pronti a lasciarsi alle spalle tribolazioni e patimenti? Quali partiti dell’arco costituzionale italiano e quali leader politici e istituzionali nostrani furono d’accordo con la soluzione violenta? Chi non disse una parola oppure persino assecondò interferenze e ingerenze (mettendo a disposizione basi, intelligence e addestratori militari) in Medio Oriente, vicino Oriente e Nord Africa nella ormai famigerata stagione rivoluzionaria delle primavere infernali? Chi rinnegò i patti stretti e le alleanze forgiate con alcuni di questi Governi, ai quali eravamo legati da relazioni privilegiate e interessi reciproci ? Chi approvò, silentemente o esplicitamente, l’appiccamento del fuoco in tutta l’area per motivi ideologici e non razionali, nonostante fosse preventivabile quello che sarebbe successo dopo, compreso l’incremento dei flussi migratori?

Tutti i partiti in Parlamento votarono contro Gheddafi e avrebbero fatto altrettanto con la Siria, qualche settimana fa, qualora gli Stati Uniti li avessero messi di fronte al fatto compiuto. Oggi, nella Libia in mano ai gruppi fondamentalisti, la cosiddetta Libia normalizzata e democratica, lo sfruttamento degli emarginati, che tentano la traversata della vita o della morte, è uno dei business più redditizi.

Si sarebbe potuta evitare la strage impedendo ai signori della guerra e dei traffici disumani di prendere il sopravvento nell’ex colonia italiana. Ed, invece, i nostri affranti (davanti alle telecamere) politicanti non hanno mosso un dito quando potevano perchè  erano più importanti le falsità civili e umanitaristiche, di cui la distesa di bare dentro l’hangar dell’aeroporto di Lampedusa è il sigillo finale. Sia la terra lieve per i morti dell’isola dei conigli, sia fango per tutti gli altri conigli che restano e rilasciano dichiarazioni impudenti.