Il dominio del politicamente corretto

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Non si può più parlare perché la grammatica è maschilista, non si può più pensare perché è in atto un’autocensura preventiva delle idee per non offendere nessuno, persino mangiare è diventata una guerra tra bande di proibizionisti. Scopare neanche per scherzo, si rischia l’accusa di stupro. Altro che fascismo, nazismo e comunismo. L’oscurantismo è hic et nunc. Il politicamente corretto è la peggiore dittatura di tutti i tempi, dominio di classi dirigenti decadenti che vogliono trascinare la collettività in un inferno di divieti per perpetuarsi al potere. La libertà è ormai una vecchia meretrice che gronda sangue dalle mani e bava dalla bocca. Usa i diritti come una spada per percuotere la gente e dividerla in minoranze che si scannano a vicenda. Essere liberi significa diventare servi di ogni idiozia marginale e chi non si piega viene messo alla gogna. Le donne contro gli uomini, i gay contro gli eterosessuali, i migranti contro gli autoctoni, i bianchi contro i negri, i vegetariani contro gli onnivori ecc. ecc. I popoli che unanimemente la rifiutano si beccano bombe di democrazia sulla testa. Bisogna liberarsi della libertà per tornare ad essere un po’ più liberi. Occorre una lotta di liberazione contro la libertà per vivere liberamente (senza illudersi per questo di essere veramente liberi). Solo una libera dittatura, l’unica in grado di coinvolgere grandi masse di popolazione, ci potrà salvare dalla dittatura della libertà, instaurata dalla minoranza dei politicamente corretti e umanamente corrotti.

«Il politicamente corretto è diventato uno strumento delle “classi dominanti”, l’idea di un comportamento appropriato per mascherare meglio il loro “predominio sociale” e mettersi
la coscienza a posto. A poco a poco, il politicamente corretto è perfino diventato un marcatore di questo “predominio” e uno strumento di controllo sociale, un modo di distinguersi dai “bifolchi” e di censurarli, di delegittimare la loro visione del mondo in nome della morale. Ormai la gente deve fare attenzione a quello che dice. E va di male in peggio, specialmente nelle università. La forza di Trump nasce probabilmente dall’aver rotto con questa cappa di piombo. Per esempio, la gente molto ricca in genere tiene un profilo basso mentre lui se ne vanta. Suppongo che una parte degli elettori preferisca questo all’ipocrisia dei politici conformisti».
«Attraverso Radical Chic descrivevo l’emergere di quella che oggi chiameremmo la “gauche caviar” o il “progressismo da limousine”, vale a dire una sinistra che si è ampiamente liberata di qualsiasi empatia per la classe operaia americana. Una sinistra che adora l’arte contemporanea, si identifica in cause esotiche e nella sofferenza delle minoranze ma
disprezza i rednecks (bifolchi ndr) dell’Ohio. Certi americani hanno avuto la sensazione che il partito democratico fosse così impegnato a fare qualsiasi cosa per sedurre le diverse
minoranze da arrivare a trascurare una parte considerevole della popolazione. In pratica quella parte operaia della popolazione che, storicamente, ha sempre costituito il midollo del partito democratico. Durante queste elezioni l’aristocrazia democratica ha deciso di favorire una coalizione di minoranze e di escludere dalle sue preoccupazioni la classe operaia bianca. E a Donald Trump è bastato chinarsi a raccogliere tutti quegli elettori e convogliarli sulla sua candidatura».
«Nessuno si prende la briga di definire correttamente cosa si intende per aggressione sessuale. È una categoria estremamente sommaria che va dal tentato stupro alla semplice attrazione, e da questa confusione nascono tutti gli eccessi. Sono diviso tra lo spavento, come cittadino, e il divertimento, come romanziere, per questa meravigliosa commedia
umana. Se continua di questo passo, questa storia può diventare la più grossa farsa del Ventunesimo secolo. Sulla stampa, ancora adesso sul New York Post e sul New York Times, ci sono articoli in prima pagina con titoli a caratteri cubitali. Oggi qualsiasi uomo dedichi qualsiasi sorta di attenzioni a qualsiasi donna, per esempio sul posto di lavoro, diventa un “predatore”. Da quando è scoppiato il caso Weinstein, sento dappertutto uomini che dicono alle giovani donne che frequentano “non dovrei farmi vedere con te in questo o quel posto”, “lavoriamo nella stessa impresa e sono in una posizione più alta della tua, farebbe una pessima impressione”. Ormai gli uomini si preoccupano perché trovano attraenti certe donne. Improvvisamente ci ritroviamo in opposizione con le leggi naturali dell’attrazione che ora bisognerebbe ignorare. Nessuno parla di quelle donne, tuttavia numerose,
che provano un piacere concreto e considerevole a incontrare sul posto di lavoro un collega che trovano attraente. Un uomo che altrimenti non avrebbero avuto occasione di incontrare. Penso che il mondo non sia cambiato così tanto da mettersi a proclamare che oggi all’improvviso le donne non vogliono più suscitare l’attenzione degli uomini. In realtà non è cambiato niente, eccetto il fatto che le donne dispongono di un potente strumento di intimidazione che prima non avevano. Adesso possono rimettere al loro posto gli uomini le cui attenzioni sono troppo estreme o che esse giudicano troppo volgari, possono eliminare un rivale sul piano professionale o magari vendicarsi di un amante “troppo mascalzone”. Per accusare qualcuno di aggressione sessuale sembra che ormai basti la parola di una donna e alcuni stanno già chiedendo un rovesciamento dell’onere della prova e che sia l’uomo sospettato a dover provare la propria innocenza».

Tom Wolfe intervista a La Repubblica.