IL FRONTE DI GUERRA SI ALLARGA E KIEV SI SCORAGGIA

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vladimir_putin2Come stiamo riportando da settimane, l’avanzata di Kiev è un bluff della propaganda governativa e dalla stampa internazionale che supporta la prima. Entrambe collaborano a sostenere un frame di manipolazioni e di strumentalizzazioni ad uso della strategia d’ingerenza americana. Si cela all’opinione pubblica mondiale la sconfitta militare dell’armata ucraina e si fanno passare per vittorie i vili bombardamenti sui centri abitati. La violazione dei diritti umani nell’Oligarchistan è invisibile agli occhi della Nato che però vede benissimo sconfinamenti di mezzi militari russi, soprattutto laddove gli improbabili riscontri fattuali sono fabbricati dai suoi uffici che lavorano al Photoshop. Bravissima a creare allarmismi molto meno a fornire le prove, la Nato si sta giocando la faccia con azioni e dichiarazioni rasentanti il ridicolo. Anche quella dell’invasione è, dunque, una frottola in quanto gli scatti mostrati al mondo dall’Alleanza Atlantica sono stati presi in territorio russo. Stiamo ancora aspettando la documentazione occidentale, con tanto di rilevazioni satellitari, dell’abbattimento dell’aereo malese di linea nei cieli del Donbass ma quella, molto probabilmente, non l’avremo mai perché non conviene pubblicizzarla. Scagionerebbe definitivamente i filo-russi e farebbe cadere una tegola pesantissima sulla testa di Poroshenko e soci, i protetti di Obama, che quindi diverrebbero immediatamente indifendibili. I nostri giornali, che per giorni hanno raccontato l’imminente disfatta dei separatisti e la caduta delle due roccaforti ribelli di Donetsk e Lugansk, assediate dalla Guardia Nazionale ucraina, si sono aggrappati alla notizia dell’ingresso dei soldati russi per giustificare l’improvviso capovolgimento della situazione sul campo. Non c’è stato alcun ribaltamento degli eventi e faceva tutto parte dei piani dei resistenti sin dal principio. Se qualcuno ci avesse letto ed ascoltato adesso non sarebbe così sorpreso. Nessun giornalista italiano ha la minima idea di quello che sta succedendo realmente laggiù ma ha la pretesa di informare i lettori. I servizi di Dragosei da Mosca, quelli di Lombardozzi dalla cameretta di casa sua e le cronache della Zunini dalla sede galiziana di Pravy Sektor, solo per coprire tre tra i principali organi di stampa italiani (Corriere, Repubblica ed Il Fatto), sono esemplari in proposito. I loro resoconti di guerra sembrano stesi dalla stessa penna ma, soprattutto, dalla medesima agenzia informativa statunitense. Articoli di tutt’altro tenore appaiono, invece, su Il Giornale o su Libero dove qualche fatto concreto riesce a farsi spazio nella selva dei rapporti manipolati. Ieri, proprio su Libero, Mirko Molteni, confermava finalmente la “tradizionale maestria russa nell’arte della “maskirovka”, il mascheramento tattico e strategico”. E’ quello che chi legge il nostro blog o la nostra pagina facebook conosce benissimo da mesi. Più volte abbiamo fatto presente che l’obiettivo delle milizie era quello di liberare la fascia sud verso il mare di Azov e creare un corridoio con la Crimea. Già dai giorni della strenua resistenza di Slaviansk che hanno consentito di rafforzare le difese di Donetsk e Lugansk e di preparsi all’allargamento del fronte verso di Golfo di Taganrog. Anzi, abbiamo detto di più, e cioè che solo allorché anche Odessa verrà liberata l’operazione potrà considerarsi completa con la nascita della Novorossija, nella sua configurazione territoriale ottimale. Per questo aspettatevi a breve l’apertura di un’ ulteriore linea di guerra, dopo l’attacco improvviso a Mariupol, dove si trovano adesso circondate le forze ucraine. Stando a quello che ci hanno comunicato ieri i miliziani, in seguito allo sfondamento di 4 depositi militari che appartenevano alla marina ucraina, sono entrati in possesso 5 mila tonnellate di munizioni varie. L’esercito ucraino sta diventando il fornitore “ufficiale” e non sempre “recalcitrante” di armamenti ai miliziani. In queste condizioni favorevoli perché i russi dovrebbero entrare a sporcarsi le mani? Non ne hanno bisogno, poiché, come Putin ha ribadito a iosa, la faccenda la devono e la possono risolvere i locali tra loro, sbarazzandosi, tanto per cominciare, dei golpisti che hanno portato il Paese sull’orlo del disastro. Se questi lestofanti non dovessero capirlo potrebbero pensarci le forze di pace dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO). Queste si sono dette pronte ad un intervento di pace in qualsiasi momento. In questo caso è possibile che qualche soldato russo attraversi, legittimato dalla sua missione umanitaria, il confine col vicino nel caos.