Il terrorismo americano

Italia-USA-Bandiera

Un attentato a Manchester ha falcidiato le vite di 22 ragazzi. I feriti sono 120. Ormai l’Europa è un campo di battaglia. E’ in corso una guerra “porta a porta” che colpisce gli inermi e terrorizza gli impotenti, dove meno se lo aspettano. Ad un concerto, per esempio, o mentre passeggiano per strada. Gli esecutori materiali delle stragi sono fanatici musulmani ma la matrice, al contrario di quel che si narra, non è islamista. Il “progetto” è più complesso e coinvolge apparati e drappelli di area occidentale, veri manipolatori degli esaltati, in combutta coi loro “Califfi”.  Quest’ultimi, predicano la legge coranica ma razzolano nelle sentine dei vizi e delle ricchezze. Bramano per il potere. Le vie dei signori del terrore sono tortuose ma sboccano quasi sempre a Washington. Come ha scritto recentemente La Grassa: “…è ora di finirla con tutte queste menzogne sul terrorismo islamico. Non vi è dubbio che – data la situazione venutasi a creare con tutto il caos provocato nel mondo islamico dopo l’attacco degli Usa all’Afghanistan, seguito da molti altri disordini voluti dagli Usa (anche, non scordiamocelo, ai confini della Russia, in Cecenia e nelle Repubbliche centroasiatiche in particolare), che hanno poi trovato speciale accelerazione nel 2011 con l’infame “primavera araba”, approvata pure dai farabutti della presunta “sinistra radicale” europea e italiana (quanto deve essere riscritta la storia degli ultimi anni!) – vi è stata senza dubbio la “fiammata” islamica, che ha conquistato perfino alcune migliaia di “spostati” in paesi europei (ma si tratta di una netta minoranza dei “combattenti”). Resta il fatto che i capi di tale “fiammata” sanno bene quali rapporti intrattengono con i dirigenti Usa e di una serie di paesi arabi (a questi ultimi strettamente legati), da cui sono stati ampiamente alimentati e foraggiati per una serie di finalità non ancora del tutto note”.

Quasi nessun Paese è al sicuro, eccetto uno: l’Italia. Perché? Proviamo a fare una supposizione.

Una volta c’era il cosiddetto lodo Moro che, rammenta oggi Bechis su Libero, era “l’intesa …raggiunta fra l’Italia e l’Olp di Yasser Arafat per evitare attentati sul suolo della penisola dopo la strage di Fiumicino del 1973…Ma sarebbe quell’accordo che per decenni avrebbe reso l’Italia immune dal sangue delle stragi medio-orientali. In cambio di un appoggio politico ai palestinesi che ufficialmente in effetti arrivò nel 1980, e della possibilità di utilizzare per loro e per altri gruppi di fuoco medio orientali l’Italia come una sorta di terra di passaggio immune per loro e anche per il passaggio di soldi e armi per operazioni di altro tipo”. Altri tempi ed altre situazioni (geo)politiche. All’epoca, l’Italia aveva di margini di autonomia e faceva valere la sua posizione di confine tra i due blocchi principali, Usa e Urss. Nelle zone d’ombra del bipolarismo, Roma non si limitava ad eseguire gli ordini delle superpotenze ma cercava di bilanciarli con i propri interessi nazionali, attraverso difficili equilibrismi. In quel contesto, era ancora possibile avere spirito d’iniziativa, anche solo per anticipare disposizioni più stringenti dei protettori esterni. Ora che la Penisola non conta più niente sullo scacchiere regionale e mondiale, c’è spazio unicamente per i diktat. Per questo, se davvero esiste un famigerato “lodo Isis”, lo stesso non può che avere le caratteristiche di un pactum sceleris siglato alle nostre spalle. L’ipotesi più accreditata è che il Belpaese debba funzionare da centro di smistamento dei terroristi, eventualmente mischiati tra i migranti, in cambio di una relativa calma. La settima porta (quella dell’inferno), altro che settima potenza! Politici, servizi segreti, magistrati ed altri ordinamenti, ciascuno per quanto di competenza, devono lasciar operare queste cellule, garantendo contemporaneamente una certa sorveglianza. Ogni tanto polizia e carabinieri sono autorizzati a sgominare qualche banda, di minore importanza, affinché risulti credibile la messinscena della sicurezza garantita dalla nostra superiore abilità d’intelligence. Per ora, l’indicibile “collaborazione” con i criminali ci ha evitato scorrimenti di sangue. E finché le masnade barbute serviranno a chi governa i piani alti del mondo è molto probabile che non accada nulla. Oppure, davvero credete che sia stata la bravura degli Alfano e dei Minniti a pararci il culo dalle carneficine che altri paesi non hanno saputo prevenire? Tuttavia, se per nuovo calcolo politico (che pare ormai nell’aria, dopo l’elezione di Trump) gli americani dovessero scaricare gli invasati finora condizionati e che ormai scorrazzano sul nostro territorio, cosa succederebbe? Diventeremmo il bersaglio privilegiato per vendette trasversali, proprio a causa del mancato rispetto dei patti, e ci rimetteremmo in pari con le altre nazioni per numero di morti e tragedie. Alla fine potremmo pagare persino un prezzo più alto. Per questo non ha senso prendersela con i migranti (anche se non si può accogliere chiunque) senza denunciare i mandanti del disastro in corso. Per fermare l’invasione occorre liberarsi dei veri invasori, gli americani.