Il vile prezzolato

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Mario Draghi parla di pupazzi prezzolati. La Storia sa che si rivolge a se stesso. Tutti noi ricordiamo le parole di Cossiga sul “vile, vile affarista, socio della Goldman & Sachs, grande banca d’affari americana, il liquidatore, dopo la famosa crociera sul Britannia, dell’industria pubblica, la svendita dell’industria pubblica italiana, quand’era Direttore Generale del Tesoro, colui che svenderebbe quel che rimane di questa povera patria (Finmeccanica, l’Enel, l’Eni) ai suoi comparuzzi di Goldman Sachs”.
Il discutibilissimo Cossiga era uno che sapeva e sul “banchiere dell’universo” la sapeva lunghissima.
Ciò che costui ha fatto all’Italia grida ancora vendetta. Lui (anche se non solo lui) ha ridotto il nostro Stato ad uno zerbino Atlantico, senza più futuro, né speranza. Sento ancora dire a certi imbecilli, pappagallescamente, che Draghi sarebbe la faccia migliore che abbiamo, quella che non ci fa sfigurare all’estero. Brutti cretini che non siete altro. L’estero così inteso non esiste, è cialtroneria interna o imbecillità estesa, quella che superando i confini rende tutti affini nell’idiozia. Affini e subordinati agli Usa. Perché è quest’ultimo aspetto quello che conta. L’estero che ci arride ci deride, chi non lo capisce lasci perdere la (geo)politica e si dia al cabaret.
Draghi ci ha portati in guerra, con ipocrisia e viltà. In questo eccelle e in nient’altro. Questa guerra la pagano gli italiani ma gli interessi sono americani. Quelli dei suoi padroni. Domani, se ci ritroveremo coinvolti in qualcosa di peggio non potremo accusare nessuno se non noi stessi. L’obice italiano che ha colpito il soldato russo ci espone a ritorsioni sicure, quando sarà il momento. Abbiamo perso l’innocenza che non abbiamo mai avuto. I partiti che non hanno mosso un dito per fermare Draghi o che lo hanno persino assecondato e incoraggiato sono fatti della stessa sostanza di scarto. Tutti si sono accodati alla versione dei russi aggressori e assassini, pur sapendo che dietro al conflitto ci sono sempre gli yankee, i quali da anni stanno preparando gli ucraini a sacrificarsi per la libertà dei più forti.
In Italia non ci sono ingerenze straniere, in Italia c’è lo straniero, non è russo ma noi russiamo.