La crisi economica e l’alleanza franco-tedesca

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[Traduzione di Alfredo Musto da: The economic crisis and the franco-german alliance/Stratfor]

Due annunci fatti mercoledì hanno suggerito domande sul futuro economico della Francia e sul suo rapporto con la Germania. Il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha detto che la Francia potrebbe probabilmente mancare l’obiettivo del deficit pubblico di quest’anno. Il ministro delle Finanze Pierre Moscovici ha detto che sarebbe “molto difficile” per la Francia raggiungere la sua preventivata crescita annuale del PIL. Queste dichiarazioni sono giunte due giorni dopo che il presidente Francois Hollande ha proposto un euro più debole per aumentare le esportazioni europee, un’idea che la Germania ha immediatamente respinto. Alla base di questi annunci e proposte c’è il crescente disagio a Parigi per la situazione economica del paese e, in una certa misura, con la leadership tedesca dell’Unione europea.

L’alleanza tra Francia e Germania è il cuore dell’Unione europea. Nel 1951, i leader di Francia e Germania occidentale – così come quelli di Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo – crearono la “Comunità europea del carbone e dell’acciaio” e nel 1957 crearono la “Comunità economica europea”. L’obiettivo della Francia era chiaro: costruire un’unione politica ed economica con la Germania che riducesse le possibilità di un’altra guerra in Europa. Questi erano i primi giorni della Guerra Fredda, e gli Stati Uniti erano interessati anche ad incorporare Bonn nell’Occidente.

Nel corso dei successivi quattro decenni, la Francia ha comodamente condiviso la leadership in Europa con la Germania Ovest. Ma nei primi anni ‘90, la fine della Guerra Fredda e la riunificazione della Germania hanno cambiato la mappa politica dell’Europa e con essa il ruolo della Germania nel continente.

La riunificazione tedesca ha recato disagio alla Francia. Il primo processo di unificazione della Germania alla fine del XIX secolo ha portato a quasi un secolo di guerre in Europa. Inoltre, la nuova Repubblica federale di Germania era una potenza economica con 80 milioni di abitanti, sostituendo potenzialmente la Francia come leader politico del continente.

Due fattori hanno contribuito all’ “appeasement” della Francia. Primo, la Germania doveva sopportare l’onere finanziario dell’incorporazione della ex Germania dell’Est. Secondo, il Trattato di Maastricht e la creazione dell’euro assicuravano a Parigi che l’economia tedesca sarebbe rimasta legata all’economia francese.

Dopo quasi due decenni di prosperità, la crisi europea sta minacciando gli equilibri di potenza nel cuore dell’Europa. La Germania si è consolidata come la principale potenza economica dell’Unione europea e ha assunto la leadership politica della crisi. Allo stesso tempo, l’economia francese ha progressivamente perso competitività, ha affrontato un deficit commerciale pervasivo e sperimentato tassi di crescita inferiori a quelli del suo vicino orientale. Sotto il governo di Nicolas Sarkozy, Parigi ha dato priorità alla conservazione dell’alleanza con Berlino. Con l’aggravarsi della crisi, Hollande ritiene che questa strategia stia diventando sempre più costosa.

L’attuale strategia  della Francia è di modificare il rapporto con la Germania senza romperlo. Durante la campagna elettorale, Hollande ha promesso crescita in risposta all’austerità progettata da Berlino e Bruxelles. Ma, una volta al potere, ha trovato che la Francia dovrebbe anche ridurre la spesa e aumentare le tasse. Nelle ultime settimane, Hollande ha iniziato a criticare il valore dell’euro, sostenendo che la moneta comune è inutilmente forte e che un euro più debole potrebbe avvantaggiare le esportazioni del continente.

La Germania rifiuta questa idea, ritenendo invece che l’euro non dovrebbe essere sottoposto a manipolazioni politiche. Il rifiuto tedesco dell’idea francese deriva in parte dalla paura delle conseguenze inflazionistiche di svalutare l’euro. Parigi e Berlino hanno avuto un dibattito analogo due decenni fa, quando hanno gettato le basi della Banca Centrale Europea. La banca è stata creata a immagine e somiglianza della Bundesbank tedesca, con un chiaro mandato di dare priorità alla lotta contro l’inflazione. A differenza di altre banche centrali – come la Federal Reserve degli Stati Uniti – la stabilità dei prezzi è l’obiettivo primario della Banca Centrale Europea.

La nuova strategia di Hollande porta la Francia anche più vicina agli interessi della periferia della zona euro. Alcune delle proposte francesi, come la concessione di una maggiore assistenza finanziaria per la periferia e la potenziale creazione di eurobond, sono in linea con gli interessi di paesi come Spagna, Portogallo, Italia e Grecia. Ma l’interesse francese nel preservare l’alleanza con la Germania costringe Parigi anche a cercare un equilibrio tra la richiesta di un maggiore sostegno finanziario e la richiesta che la periferia adotti politiche fiscali responsabili. La Francia troverà sempre più difficile mantenere questo equilibrio, perché il suo rallentamento economico probabilmente determinerà che essa manchi gli obiettivi europei di deficit.

Francia e Germania sono interessate a preservare la loro alleanza, poiché la sopravvivenza dell’Unione Europea dipende da questa. Ma la Francia sta cominciando chiaramente a sentire gli effetti della riconfigurazione politica ed economica dell’Europa che è iniziata due decenni fa. Come risultato, la sfida principale per Parigi e Berlino non è solo di preservare la loro alleanza, ma anche di fare in modo che essa rimanga reciprocamente vantaggiosa.