LA GUERRA DI SETTEMBRE di Giovanni Caprara

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La visione geopolitica di Putin è una egemonica voglia di potenza degli Stati Uniti sull’Europa, compresi i Paesi che gravitavano nel Patto di Varsavia. La condotta del leader russo, non sembra però essere dissimile da quella di Obama, ad iniziare dall’annessione della Crimea ai continui test atti a valutare i tempi di reazione della NATO. La tensione fra i due blocchi, ha prodotto un notevole aumento delle spese militari e delle esercitazioni che hanno coinvolto anche gli alleati. Il dispiegamento delle forze in campo per assolvere a questi addestramenti, è tale da rappresentare una vera forza di invasione o di contrasto. La “Trident juncture” dell’Alleanza Atlantica è la più importante ed ambiziosa esercitazione della storia contemporanea e sembra, effettivamente, più che una dimostrazione di forza un movimento di truppe e mezzi per celare un’ aggressione in Ucraina. La mossa russa è stata quella di estendere sino al 15 di ottobre l’addestramento della Difesa Aerea in corso nell’Oblast di Ashuluk, a circa 500 chilometri dal confine dell’Ucraina. Lo stato dei fatti, ha convinto Putin a firmare un ordine che la Tass ha battezzato “Settembre di guerra”. Il documento autorizza l’uso di armi nucleari per fermare il possibile attacco della NATO che dovrebbe rivolgersi inizialmente contro le forze separatiste ucraine e successivamente prendere il controllo della Crimea. I primi a schierarsi nel Distretto Militare Meridionale, sono stati i reggimenti missilistici con i vettori balistici tattici Iskander-M e 9000 soldati. La previsione degli strateghi russi è quella che i 65.000 militari ucraini, in prontezza operativa presso Donetsk, attaccheranno la Crimea anziché tentare di passare il confine russo, pertanto si renderà necessario eliminare le linee dell’artiglieria pesante poste a difesa dell’invasione e poi bloccare gli ucraini con 50.000 soldati russi schierati ai confini dell’Ucraina stessa. A supporto di quest’ultimi sarà la 20° Armata russa. In questo preciso momento, l’Alleanza Atlantica muoverà guerra alla Russia. In tutto questo, la Tass ignora che le esercitazioni estive della NATO hanno palesato gravi deficit nelle truppe occidentali, mancanze tali da denunciare le difficoltà in una guerra prolungata contro l’antico nemico, dunque sarebbe più semplice prevedere l’uso di ordigni nucleari dalla NATO. In ogni caso, pare alquanto improbabile che si possa concretizzare questo scenario, in quanto anche se le armi adoperate fossero tattiche ed i bersagli limitati, il fall out radioattivo coinvolgerebbe una larga parte dell’Europa con la risultanza di disattendere alla dottrina che vuole il territorio avversario conquistato e non distrutto. Annettere le Nazioni sconfitte vuol dire sfruttare le capacità intellettuali e le riserve naturali, il vero motore per assurgere a superpotenza. Il pericolo maggiore rimane la crisi finanziaria, la quale è oggetto di colloquio fra Germania e Francia, che tentano di mettere a punto una strategia di contrasto a quella che Euronews ha definito come l’apocalisse economica di settembre. In tale contesto è possibile che si possa muovere guerra, ma non quella nucleare perché non gioverebbe a nessuno.