La Memoria è un trucco

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La Memoria divide, la Storia aiuta a capire. Sono parole di Alessandro Barbero, storico e accademico di rara bravura. Ed è effettivamente così. La Memoria, ormai completamente identificata con un solo evento relativamente recente, come la Shoah, è divenuta un pezzo di ideologia con la quale garantirsi l’impunità dei delitti. Gli ebrei sono stati perseguitati per secoli in tutto il mondo e sono stati falcidiati sotto il regime nazista. Questo popolo martoriato e disperso ci ha messo pochi anni a trasformarsi da vittima in carnefice di palestinesi ed altre popolazioni che non tollerano la prossimità con uno Stato agguerrito, per loro illegittimo, usurpatore di territori. Lo Stato di Israele ormai esiste ed è una potenza ben armata, dotata persino di ordigni nucleari, però è inaccettabile che si nasconda dietro il piagnisteo dei torti passati per procurare agli altri sofferenze simili a quelle patite. Non esistono genocidi di seria A e di serie B ma sembra che gli unici intoccabili siano loro, pur se hanno smesso di essere carne da olocausto da molti decenni. Inoltre, identificare Memoria e sangue versato dagli ebrei è un atto di ingiustizia nei confronti dei numerosi massacri avvenuti nella Storia della umanità, i quali meritano la stessa ricordanza. Tanto più che sono avvenuti stermini che hanno superato per efferatezza e numero di morti quello ebraico. Hitler non è l’unico cattivo della specie e non si è inventato nulla essendosi formato alla scuola americana e inglese delle conquiste e dei campi di concentramento per i cosiddetti subumani (indiani ma anche asiatici), dai quali lager prese spunto per i suoi luoghi di tortura. Come riportato da M. Zezima nel libro Salvate il Soldato Potere: “Durante la guerra contro i boeri (1899-1902), il Regno Unito aveva usato campi di concentramento simili per internarvi gli elementi ostili della popolazione sudafricana. Lo stesso fecero Spagna e Stati Uniti nelle Filippine scrive lo storico Michael Adams, rilevando come simili precedenti fossero stati presi a modello dal regime nazista.
In realtà, dice Ward Churchill, docente al Center for Studies in Ethnicities and Race in America dell’Università del Colorado (con sede a Boulder), la politica tedesca traeva ispirazione da esempi ancora più remoti.
Hitler aveva ben presente il trattamento riservato agli indigeni d’America, specie in Canada e negli Stati Uniti, e prese a modello quelle procedure per ciò che definiva “politica dello spazio vitale”. In pratica, il Führer fece sua l’idea della “conquista dell’Ovest”, con la conseguente deportazione dei residenti all’arrivo degli invasori, che condusse all’insediamento del ceppo anglosassone nelle terre americane come esempio per la sua espansione a est verso la Russia, dislocando, deportando e/o liquidando la popolazione per farsi spazio e sostituirla con quella che riteneva una razza superiore. Hitler era pienamente consapevole di come la sua politica ricalcasse le precedenti esperienze della popolazione anglo-americana nelle regioni a nord del Rio Grande”.
Il più pulito dei potenti ha la rogna e, in ogni caso, non c’è presidente o dittatore che abbia evitato di ordinare un’ecatombe per superiori ragioni di Stato e di sicurezza nazionale.
Diciamo dunque la verità, il vero odio è la Memoria selettiva che si ricorda solo di quel che conviene per criminalizzare chi non si adegua alla narrazione ufficiale. Ora che in Italia abbiamo pure una commissione contro l’odio questo crescerà esponenzialmente perché l’odio si alimenta di pregiudizi e di versioni partigiane degli eventi. Solo degli ignoranti e degli idioti potevano concepire un tale parto. E i parlamentari si sono anche alzati in piedi a battere le mani alla loro stupidità, dopo aver approvato a larga maggioranza questo monumento alla cialtroneria. Fortunatamente la Storia non si fa impressionare dalla cretineria umana e già prepara il prossimo annientamento per far tacere la “malsineria” con la quale gli abietti cercano di mettere a tacere chi non si uniforma al coro.