La politica al comando di GLG

gianfranco

 

“La politica al posto di comando”. Non è solo una parola d’ordine, bensì una oggettiva considerazione del posto occupato dall’azione di personaggi e gruppi politici da loro diretti nel susseguirsi degli eventi storici. Ovviamente essi agiscono nell’ambito di situazioni oggettive, che non sono semplicemente determinate dai loro propositi e delle quali devono invece tenere ben conto, analizzandole a fondo, se non vogliono semplicemente muoversi alla cieca essendo quasi sempre spazzati via. Coloro che sanno tener conto di quanto non può non influenzare ampiamente le loro modalità di intervento evitano d’essere semplicemente trascinati dal tranquillo o invece vorticoso mulinare degli accadimenti. Diciamo che sono come i surfisti che non possono determinare l’andamento delle onde, ma sanno in modo migliore o meno buono reggersi su di esse, ognuno cercando di arrivare primo alla meta; i peggiori (a volte “sfortunati”) sono travolti e cadono dentro quelle onde e allora non riescono più a raccapezzarsi di dove siano e di dove stiano andando. Il fatto è che oggi la politica è soltanto un comportamento da maneggioni di basso conio, che cercano di primeggiare nell’imbrogliare una massa di persone assolutamente ignare di quello che si svolge nell’ambito di quelle organizzazioni di inetti, che vengono chiamate partiti. La politica assume l’andamento della pubblicità e delle varie tecniche di marketing con cui le imprese cercano di influenzare i cosiddetti “gusti” dei consumatori per far loro preferire una marca rispetto alle altre nella più totale ignoranza di tali “soggetti passivi”, che poco o nulla conoscono delle qualità effettive dei prodotti che acquistano e dei processi lavorativi che li pongono in essere. E’ il male ormai secolare della sedicente “democrazia” elettorale, nel cui ambito non si svolge la vera politica, ma solo appunto campagne pubblicitarie di pura menzogna e falsificazione del reale. Ed è in quest’ambito che viene dato spazio a squallidi personaggi, denominati economisti (alla stessa stregua di altri, pochi, che hanno invece ben altra consapevolezza di quanto studiano con serietà), volgari affabulatori con la testa piena di grafici e tabelle, ignoranti delle reali situazioni e di come sia necessario compiere una serie di mosse strategiche in base ad uno studio attento sia degli svolgimenti reali oggettivi, che non possono essere soltanto resi statici e fissati in dati numerici (questi, al massimo, possono essere un coadiuvante, ma da considerarsi impreciso e non raramente ingannevole), sia delle (re)azioni degli avversari che rendono assai mobile e scivoloso il terreno su cui ci si confronta e ci si scontra per la supremazia. Una nuova epoca, non così miserabile come l’attuale, potrà aprirsi soltanto quando tornerà la vera politica e saranno messi ai ferri (possibilmente roventi) i politicanti odierni e quel putrido ceto intellettuale, che imperversa in ogni ambito di comunicazione e (falsa) informazione. Questi sedicenti intellettuali sono ignoranti e mentitori, venduti a coloro che usano semplicemente, in ogni ambito (dall’economico al politico e culturale), di modalità di inganno e rimbambimento dei “consumatori”. E i politicanti cercano solo i voti di questi ultimi; nessuna grandezza di visione, zero coerenza, dicono bianco e nero a 24 ore di distanza. Nessuno di loro crede in nulla salvo che nel poter vendere i propri “prodotti” ormai marci, che procurano sempre più gravi infezioni sociali. Altro che vaccino contro il morbillo e via dicendo. Un reale potentissimo disinfettante mirato contro politicanti e “intellettuali” di regime.