LA TRAGEDIA E’ UNA FARSA. LA GRECIA RESTA ED IL RESTO MANCIA.

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La tragedia greca sta assumendo i connotati di una sceneggiata parteno(euro)pea. Noi italiani sappiamo di che si tratta. Urla scomposte in pubblico, piagnistei, pavoneggiamenti, evoluzioni di mani da villani che vanno costantemente a vuoto, minacce di divorzio e riconciliazioni, con un finale senza sorprese a tarallucci e vino. Atene non lascia ma vuole almeno raddoppiare i tempi per ripagare i suoi debiti perché forze più non ha ed ha già perso le sue catenine, impegnandosi pure quelle senza diventare libera. Tuttavia, per ottenere un piccolo sconto sul disastro, che non migliorerà la situazione generale del popolo greco, o dimostrare al mondo che in Europa ci spezziamo ma non ci pieghiamo (tutt’al più ci liquefacciamo, sotto moniti esterni ben più rigorosi di quelli dei centri finanziari autoctoni) pare tutto un po’ esagerato. La Grecia non uscirà dall’Ue e l’Ue non rientrerà in se stessa perché il suo corpo non le appartiene, essendo un’appendice dell’Occidente a guida Usa. Altro che IV Reich milionario, se Berlino si fa mettere alle strette da qualche oplita disarmato, alle sue spalle teme ben altre armature. Obama, infatti, l’ha sentenziato e nessuno si permette di contraddirlo. Atene resta ed il resto mancia. Quindi non è la “perfida” Russia che aizza gli ellenici, anzi Mosca sta alla finestra a godersi lo spettacolo, finché morte non ci separi. I centri strategici del Cremlino preferirebbero contare su una spina nel fianco dell’Unione, sulla quale esercitare influenza per disturbare i manovratori europei ed americani, piuttosto che su un fuoriuscito che non saprebbe da che parte ricominciare. E’ Washington che guida lo squadrone dei morti di sonno di Bruxelles, è essa ad imporre la sua visione che non contempla vuoti di potere o fianchi sguarniti nel Mediterraneo per avvantaggiare i competitor. Il prezzo è giusto per Oltre Atlantico, qualunque esso sia. A Berlino, dove pensavano di conquistare il continente, soldi in mano e libretto degli assegni in resta, si resiste ma non si insiste perché carta canta ma non incanta. Ci vuol ben altro per far valere le proprie ragioni, ci vogliono le divisioni che i tedeschi non hanno. Ma a chi credono di far paura con i loro lager per cattivi pagatori? Forse solo agli italiani che barcollano tra loro e gli americani, propendendo maggiormente per quest’ultimi e proponendosi come ambasciatori di pene senza palle. Chi sostiene il contrario non ha capito un tallero bucato. La Merkel fa quel che può per farsi valere, Obama quel che vuole. Ai popoli oppressi rimangono i referenda che non servono a niente ma almeno fanno perdere la faccia ai nostri sgovernanti, ormai più vecchi e bacucchi del Continente stesso. A voi, che mi leggete da tempo, chiedo di non farvi ipnotizzare dal dito (la Germania) ma di fissarvi sull’immagine della luna (gli Usa). Siate licantropi e non conigli.