LACRIME E SANGUE

“Serio non è chi non ride: come mostra Pierrot, si può essere tristi e pagliacci”. Dice bene questa volta Marcello Veneziani col quale siamo pienamente d’accordo. Dopo aver sentito le fregnacce del Ministro Fornero nell’intervista a Report di ieri sera, le parole del giornalista mio “conterroneo” mi sono rimbalzate nel cervello come un refrain. Un rap tecnico da rapina che sfonda i neuroni e le tasche degli italiani. Frigna la Frignero che non vuole finire al cimitero ma ci manda velocemente tutti gli altri.  Stia tranquilla che ad ogni modo la proverbialità del camposanto gioca a suo favore, poichè si sa che l’erba cattiva non muore mai e lei non è, nell’aspetto e nel carattere, propriamente un giglio. Il suo pianto aristocratico però non la sgraverà dai gravi torti commessi, la povera gente ha smesso da tempi letterari di credere ai lucciconi dei ricchi e dei potenti che si commuovono per alleggerire la propria coscienza mentre alleggeriscono il portafoglio del popolo. Strano comunque che le percosse le riceviamo noi mentre sia lei a versare gocce di afflizione. Loro le lacrime e noi il sangue. Dunque l’anomalia sta nel manico, come si suol dire, poiché la presunta e presuntuosa necessità che ha fatto della Fornero e dei suoi compagni di governo dei salvatori della patria è soltanto una menzogna che loro stessi, con l’aiuto di mercanti esteri armati di spread e di armi tossiche di borsa, hanno costruito per autolegittimarsi.  Il Ministro, senza verifiche e sprezzante del buon senso, giustifica così i suoi colpi ai salariati che sarebbero stati sferrati per evitare ferite più profonde. Dice che si rischiava, senza la sua “de-forma”, di non poter pagare le pensioni e persino gli stipendi agli statali. Non c’è la controprova e non ci sono le prove di tanto pericolo eppure hanno fatto diventare questo raggiro la corda che tiene insieme tutto e tutto stringe alla gola. Tuttavia, c’è da dubitare di quello che invece sembra un misero sotterfugio utile a capovolgere la realtà, a manipolarla secondo esigenze dei gruppi dominanti, ma non a renderla intelligibile, perché se Napolitano, comandante in Colle e Superpremier in pectore, non avesse dato il colpo di grazia al Cavaliere Scostumato, tutto questo non sarebbe accaduto e nemmeno si sarebbe giunti a questo punto. La signora afferma che lei e i suoi colleghi di esecutivo sono stati chiamati (da chi? Dai partiti esautorati? Dal parlamento svuotato di sovranità? Oppure da forze che non deve nominare ma alle quali deve rispondere?) a distribuire fiele e non miele e quello stanno facendo con senso del dovere ed irreprensibilità. E qui casca l’asino cattedratico! Anche sulla distribuzione del dolore che fa commuovere “la” Fornero (o preferisce “il” Fornero…come quello crematorio ) infatti ci sarebbe molto da obiettare. Ne parlavamo qualche giorno fa,  è sufficiente che la banca rovesci la panca che il governo più non campa.  E’ successo allorché l’Abi ha protestato contro il provvedimento che azzerava le commissioni sui prestiti. Il gabinetto dei banchieri sensibile alla contestazione ha subito fatto rientrare la norma, mentre continua a fregarsene ampiamente delle manifestazioni dei lavoratori e dei pensionati che stanno precipitando sotto la soglia di povertà. Fino a quando gli italiani accetteranno questa disparità di trattamento? Qui occorre davvero una catastrofe che azzeri la situazione, un cataclisma di proporzioni totali che faccia tabula rasa del verminaio istituzionale e politico, perché, nella Storia di uno Stato, arriva il momento che anche le rovine e le macerie sono meglio di una ridicola messinscena su un traballante palcoscenico di salvezza nazionale dove si esibiscono pagliacci piangenti e buffoni gaudenti alle nostre spalle. Meglio il diluvio universale di questa pioggia acida che ci sta corrodendo lentamente.