LE MUTEVOLI STRATEGIE, di GLG

gianfranco

 

 

http://www.conflittiestrategie.it/il-battesimo-di-fuoco-di-trump

 

http://www.conflittiestrategie.it/i-mutamenti-in-atto

 

mi permetto di avanzare un’ipotesi un po’ strana. In fondo le ipotesi, anche quando sono sbagliate, sono appunto utili nello specifico errore che si manifesta infine con il passare del tempo. In certi casi, per carità, finiscono proprio nel nulla e sono servite a poco. Tuttavia, lo ripeto, in altri casi danno indicazioni precise di possibile orientamento anche quando alla fine si rivela il loro errore.

Dunque, partiamo dalla somiglianza che va assumendo sempre più quest’epoca rispetto a quella “dell’imperialismo” tra guerra franco-prussiana (1870-71) e prima guerra mondiale. Epoca caratterizzata appunto dal declino inglese e dall’emergere di altre potenze/poli; tipo Germania, Usa e Giappone. Oggi, l’Europa è al momento una semplice appendice degli Stati Uniti (qualsiasi sia il presidente di tale paese); e finché le forze politiche esistenti non capiranno che è ormai arrivato il momento di smettere, almeno per un congruo periodo di tempo, con le mene elettoralistiche, non ci sarà rinascita di alcun paese europeo. Avremo solo infinite chiacchiere sulla presunta forza dell’unione europea o invece, in solidarietà antitetico-polare, sulla possibile rinascita di sovranità nazionali; chiacchiere che resteranno necessariamente tali. Questo solidarismo di posizioni opposte va rotto con una violenza inaudita e senza alcun rispetto di questa ignobile farsa “democratica”, semplice paravento della mollezza e servilismo europei.

Le uniche possibili potenze (poli) in grado di contrapporsi realmente nel medio periodo agli Usa sono Russia e Cina. Lasciamo per favore cadere la ridicolaggine del BRICS. Quanto ai paesi come Turchia e Iran (a noi geograficamente vicini) o al Giappone (una vecchia grande potenza che per il momento, almeno nel medio periodo, non credo riuscirà ad esserlo più) e qualche altro, possono essere considerati delle subpotenze, cioè dei paesi di buona forza, ma necessitate ad allearsi con una delle grandi potenze. Russia e Cina sono sempre (o quasi) state divise da notevole rivalità o comunque, diciamo, “incomprensione”; anche quando, ufficialmente, erano considerate “socialiste”. Mi sembra che nel momento in cui è crollato il mondo bipolare (con la Cina solo “terzo incomodo” e altri paesi non ancora a livello di subpotenze) nel mentre ha iniziato ad avanzare, sia pure con lentezza, quello multipolare con crescita del disordine mondiale (che ha fatto finalmente giustizia delle fregnacce raccontate dai cantori della “globalizzazione”, di un’idiozia superlativa), gli Usa hanno manifestato difficoltà e incertezze a scegliere la strategia giusta per dividere gli avversari.

Alcuni pensano: se Russia e Cina sono in fondo fra loro abbastanza ostili (o comunque non proprio “felici” di dover magari collaborare), cerchiamo di usare nei loro confronti politiche diverse, manifestando un minimo di amichevolezza verso l’una e ostilità verso l’altra. E si nota che negli Usa ci si è divisi tra chi preferiva mostrare benevolenza verso la Cina e chi verso la Russia (a questi secondi è sembrato appartenere Trump durante la campagna elettorale e subito dopo). In questo modo, si è pensato, i due paesi non saranno spinti a unire le loro forze per opporsi al predominio americano e, anzi, andranno accentuandosi le loro differenze nel tentativo di ognuna d’esse di sfruttare l’atteggiamento “benevolo” degli Usa nei suoi confronti.

Sembra però emergere, o comunque esser tenuta fortemente presente, una differente politica. Puntare ad una forte ostilità verso entrambe, ma per motivi diversi e in aree logicamente diverse; e lasciando aperta una via d’uscita a entrambe, ma se cederanno sul punto fondamentale dell’appoggio ad un loro “alleato” (subordinato). Per la Russia il contrasto viene giocato, parzialmente in questo particolare momento, sull’Ucraina; e invece in modo assai più netto sulla Siria, con la complicazione dell’intervento del radicalismo islamico, che gli Usa hanno alimentato per poi, nel contempo, combatterlo; ottenendo, con questo duplice e contraddittorio atteggiamento, vari risultati a raggio più allargato, fino ai vari paesi europei. Per quanto riguarda la Cina, invece si punta a tenere sotto pressione la Corea del nord, in situazione interna certo molto differente da quella siriana e che tuttavia ha bisogno dell’appoggio cinese molto più di quanto non appaia “alla vista”. Questa pressione comune verso entrambe le potenze rivali, differenziata però per aree e paesi aggrediti, potrebbe spingerle alla collaborazione contro gli Usa. Tuttavia, malgrado le apparenze di certi atteggiamenti ufficiali, alla Cina non interessa troppo la Siria (dove è forte la vicinanza, non solo geografica, della Russia) e a quest’ultima non interessa gran che della Corea del Nord. Così si spera magari di spingerle, e per vie separate, a trattare e mediare con gli Stati Uniti invece che unirsi in una lotta comune contro di essi.

Non sempre “l’unione fa la forza”; certuni possono credere di ottenere di più trattando con il nemico separatamente e non manifestando unità d’intenti con l’altro paese contrastato e aggredito da quest’ultimo. Secondo me, si tratterebbe di un grave errore, ma io non sono alla dirigenza di paesi come Russia e Cina; magari la loro ancora non sufficiente forza li può spingere a cercare vie diverse per ottenere una diminuzione di pressione da parte degli Stati Uniti, che pure restano ostili ad entrambe. In fondo, malgrado l’apparenza di una coerente lotta degli “Alleati” contro entrambe le potenze “dell’Asse” (ridotte a Germania e Giappone, dati i soliti voltafaccia degli italiani “brava gente”), la seconda guerra mondiale è stata assai differente (anche negli esiti) nell’area asiatica (dove c’è stato di fatto un confronto Usa-Giappone) e in quello europeo, dove all’apparenza hanno vinto insieme Usa e Inghilterra contro la Germania (e perfino con qualche concessione ai francesi per merito di De Gaulle), ma dove invece, alla fine, gli americani hanno ridotto gli “alleati” (effettivi subordinati, grazie anche alla vigliacca azione dei “padri dell’Europa”) a semplici pedine dei loro “giochetti” antisovietici, così come oggi lo sono di quelli antirussi.

Beh, è una semplice ipotesi; e d’altronde, la situazione è “di movimento” e non “di posizione”; per cui possono, di volta in volta, mutare gli atteggiamenti delle varie potenze e subpotenze, anche per periodi brevi. Assisteremo probabilmente ad una notevole variabilità. E non solo per mettere in confusione gli avversari, ma anche per la propria incertezza circa la migliore strategia da seguire.