L’invasione degli ultracorpi del denaro, politicamente invasati

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Da oggi in poi li chiameremo le Creature, come nei films di fantascienza, esseri dalle fattezze umane ma dall’essenza nera e dalle intenzioni mostruose. Quello che sta accadendo in Italia non ha più giustificazioni, siamo stati invasi da alieni politicamente invasati, da colonie di virus stellari e strisciati che si nutrono degli organismi ospitanti istituzionali resi non più ospitali dalla loro avidità cosmica, degli apparati statali dei quali non resta più nulla dopo il loro passaggio, salvo l’esteriorità epidermica necessaria a nascondere l’immonda voracità galattica.

Niente sopravvive del precedente scenario in seguito alle loro scorrerie, non i beni pubblici, non la dignità dello Stato, non il benessere sociale, non la speranza di salvarsi dal risucchio del buco nero della crisi sistemica globale.
Distruggono tutto, mandano in rovina famiglie e generazioni, spingono al suicidio i più deboli, selezionano la razza padrona e moltiplicano le razzie predatorie, plaudono alla sfascio e alle rovine, esultano per il crollo dell’impalcatura sociale, restano impassibili al disastro ma strozzano la voce in un pianto di coccodrillo per celare la soddisfazione, sono extraterrestri venuti da un altro mondo nemico, ci ingannano inventandosi l’indispensabilità di riforme inutili, ricorrono ai falsi riti costituzionali per espandersi e legittimarsi ai danni dell’ indipendenza dei cittadini, Ufo che sbafano ad ufo facendosi spalleggiare da oracoli esterni alla nostra orbita nazionale al fine di ridurci definitivamente in povertà ed in catene.

Non sono come noi anche se hanno nomi comuni di persone, ma sono le “Cose” che soggiogano, dall’alto di una fasulla competenza, la patria per spingerla sempre più a fondo.
Quando giunsero sul nostro suolo, circa quattro lustri fa, durante l’anno primo di disgrazia giudiziaria, simularono una lotta senza esclusione di colpi tra bene e male, tra moralità ed immoralità, tra civiltà e inciviltà, tra giustizia ed ingiustizia, tra parità di opportunità e odiosi privilegi, tra beatificazioni e demonizzazioni. Riuscirono a dividere il popolo, le classi, i ceti, gli individui disperdendo l’intelligenza collettiva e lobotomizzando gli elettori, i quali finirono nella loro trappola degli estremi opposti tra i quali non poteva esserci dialogo, perché gli uni erano in odor di santità e gli altri di amenità.

I reprobi tutti da una parte e i probi dall’altra, antiberlusconiani contro berlusconiani, centro-destra contro centro-sinistra, quote rosa contro luci rosse, intellettuali contro bottegai, botteghe nell’oscurità e festini in penombra, lo spirito civico contro lo sterco del demonio, il salotto chic contro il bunga-bunga da choc, la res publica contro la res pubica. Era tutta una messa in scena che trova nella presente ammucchiata per le pene universali del Paese il suo inequivocabile disvelamento. Le larghe intese sono le stringenti pretese che cadranno ancora sulle nostre spalle perché il sangue è finito ma reclamano da noi ancora molte lacrime.
In verità, erano tutti d’accordo, le forze di opposizione e quelle di maggioranza, i liberali e gli statalisti, i marziani privatizzatori e i marxiani pubblicisti, la televisione e la stampa, che ogni tanto si scambiavano ruoli e funzioni senza mutare gli obiettivi di disordine e di massacro della comunità.

Era soltanto una disputa interna tra ultracorti di cervello e servitori di grandi ordini Atlantici e sovranazionali che cercavano di accreditarsi al meglio verso i neo colonizzatori extra ed intra comunitari. Sembra un romanzo di Aldous Huxley ed, invece, è la realtà.
Adesso che il sipario è caduto li vediamo uniti in un unico fronte di disprezzo per la gente e per la salute pubblica. La demonicrazia, come la chiama il gen. Piero Laporta, è servita, da domani in Italia governeranno direttamente gli “ultracorpi del denaro” e i “quislingoniani” del Nuovo Mondo alla conquista dello spazio geopolitico mondiale. Prepariamoci ad accogliere da schiavi le stirpi dei bilderberghiani, dei trilateraliani, degli aspensiani. L’Italia è in ceppi geospaziali ed Eta Letta, l’aspensiano, imparentato con i trilateraliani e i bilderberghiani, ha appena ricevuto il mandato per il premierato.
Ce l’ha giurata il nipote di cotanto Zio (Sam), vuole liquidare i tesori di Stato per allargare il circolo vizioso della disperazione nazionale. Se non ora quando?