NIENTE CINISMO, MA BUON SENSO SI’ 18/1/2012

 

 

Il comandante della capitaneria di Livorno (mi sembra sia questa) è ormai un eroe – si dice invidiatoci all’estero; immagino da giornalisti coglioni come i nostrani – per aver intimato al comandante della nave affondata: “torni sulla nave, cazzo!”. Un tempo, all’eroe che rispondeva “merda” facevano dire “obbedisco”; oggi no, un eroe deve essere specialmente virile, e un bel “cazzo!” merita una menzione speciale. Il capitano della nave invece dovrebbe essere condannato al carcere a vita; il fatto che gli abbiano dato gli arresti domiciliari è un vulnus da lavarsi con il sangue.

Non voglio sostenere che non abbia dimostrato singolare inattitudine al posto che ricopriva; si è fatto prendere dal panico ed è andato fuori di testa. E’ quindi certo meglio che non comandi più nulla che si muova in un mezzo liquido. Tuttavia non è stata smentita l’iniziale notizia, ormai dimenticata, che sulle carte nautiche non risultava la roccia fatale. Viaggiava troppo vicino alla riva, ma c’era l’abitudine del sindaco di …? di salutare la nave al passaggio (anche il sindaco deve essere incriminato? Per il momento non sembra, anche se qualche giornalista lo ha suggerito). Debbo inoltre ricordare che solo fino agli anni ’60 ho visto nei film americani il capitano, rigido sull’attenti nella torretta di comando, che affondava assieme alla nave. Anzi già nel 1954 (in L’ammutinamento del Caine), un capitano nevrotico al limite della pazzia ed eminentemente instabile ed inidoneo al comando (Humphrey Bogart) veniva, alla fine del film, pienamente rivalutato perché logorato dai passati “eroismi” “commessi” in mille occasioni al servizio della “Patria americana”.

Sintomatico è poi che una delle prove principali della vigliaccheria (vista anzi come criminalità pura) del comandante della nave è stata la sua risposta all’“eroica” intimazione di risalire a bordo; ha affermato di non poterlo ormai più fare con la nave inclinata in quel modo, con le cime (si dice così?) immagino impegnate per far scendere la gente in una situazione di immaginabile disordine. Non lo vedo il capitano arrampicarsi in controcorrente, beccandosi ulteriori maledizioni. Non voglio fare il cinico; la tragedia è stata tragedia e tale rimane. Solo che la banalità dei giornalisti, e anche della “ggente”, mi sembra aver almeno sfiorato il ridicolo; ed è solo a questa banalità che mi riferisco.

A piccola riprova della perdita di buon senso, posso anche citare un altro evento preso per manifestazione di grande eroismo: un trevigiano (mi sembra almeno, comunque uno che faceva l’animatore per bambini sulla nave) ha riunito quelli sotto la sua “giurisdizione”, diciamo così, e li avviati a salvamento. Una dimostrazione di presenza di spirito, coraggio, ecc., ma da non presentare come il gesto di un novello Pietro Micca o Enrico Toti (magari ci sarebbe da dire anche su quelli). In ogni modo, viviamo un’epoca di totale rimbambimento mediatico. Si cambino certi capitani di navi perché del tutto inadatti al posto ricoperto. Si spediscano però pure i giornalisti a esercitare altri mestieri più utili. E si inviti certa “ggente” a ritrovare un po’ di equilibrio nel giudicare i mirabolanti eroismi che non hanno alcun carattere degli stessi.

A dir la verità, ho incontrato più gente di quanto non credessi e sperassi dotata di buon senso e allibita di fronte all’idiozia dei media. Sono però rimasto sorpreso di incontrarla soprattutto nei bar di periferia che frequento, dove c’è una buona percentuale di pensionati che gioca a carte. Speravo di vedere migliori performances in internet; invece, sarò capitato male, ma ho letto commenti a mio avviso un po’ avvilenti. Forse sbaglio io a scrivere su questo argomento. Comunque, nel naufragio della nave ho visto un presagio di quello del paese. E nei commenti dei giornali, ma anche di certa “ggente”, ho letto che la colpa del disastro italiano non sta soltanto nella sua presunta “classe dirigente”; è gran parte del “poppolo” che non sa più “stare sulla nave”.

Ultima notazione. L’equipaggio era proprio del tutto idoneo ai compiti? E non vi era nessuno in grado di sostituire il comandante? Mi sembra eccessivo affidare alcune migliaia di viaggiatori alla competenza e sangue freddo di uno solo. Non vi è perciò proprio alcuna responsabilità da parte di chi “arma” le navi e ci fa lauti guadagni? E’ come fabbricare paracaduti con un solo congegno d’apertura. Magari sono rimasto in arretrato; forse li fabbricano già così. Il secondo macchinista sui treni non l’hanno già tolto, e in tutta Europa? Comincio ad essere preoccupato: è del tutto probabile che hanno messo Monti al governo senza nemmeno prevedere un sostituto in caso di disastro. E hanno pensato con quale altro “vecchio saggio” sostituire Napolitano fra poco più di un anno? Se fosse meno che novantenne, si rischierebbe un naufragio come quello del Concordia. In quale altra generazione vuoi trovare un ex (euro)“comunista” che sappia aggirare tutte le rocce di questo mare procelloso, in cui navigheremo per chissà quanto tempo?