NON BASTANO I DISCORSI GIUSTI di GLG

LAGRA21

A dir la verità si vanno accumulando molte questioni gravi che dovrebbero far pensare alla possibile fine di un governo sempre alla ricerca di barcamenarsi in qualche modo. Le due questioni che più pesano sulla posizione di Renzi sembrano essere lo scandalo della corruzione a Roma (con la faccenda delle cooperative dette “rosse”) e poi il tormentone dell’immigrazione, dove ormai appare chiaro che la UE non farà nulla, e potrebbero piombare nel nostro paese centinaia di migliaia di nuovi africani, in specie libici, ecc. Personalmente, non sono molto sensibile a questi due problemi che occupano al momento l’attenzione dei giornali, ma immagino anche quello di parte della popolazione. A me interesserebbe magari di più la questione internazionale, l’incapacità di questa Europa (per lo meno dei suoi attuali governi) di staccarsi dalla subordinazione agli Usa, che verrà ulteriormente aggravata con il trattato di libero scambio in discussione (anche nel recentissimo G7).

Tuttavia, mi sbaglierò, ma non mi sembra che questo problema sia particolarmente sentito dalla cosiddetta opinione pubblica. In particolare, non credo che su di esso possa prodursi una netta spaccatura all’interno di quest’ultima. Mentre invece soprattutto gli eventi riguardanti l’arrivo dei migranti potrebbe produrre alla fine tale spaccatura, forse anche in forme acute. Se ciò si verificasse, sarebbe possibile infine vedere un indebolimento del “buonismo” idiota tipico della “sinistra” (che noia, siamo ancora necessitati a parlare di destra e sinistra). Già si nota che alcuni personaggi, abbastanza vicini a tale buonismo, cominciano a prenderne le distanze. Il tutto potrebbe in effetti aggravarsi. E penso che di questo fatto certe forze politiche debbano approfittare.

Mi sembra certo giusto insistere sulle questioni che sembrano più rilevanti per definire i rapporti di forza nell’attuale fase degli equilibri, sempre più fragili, in campo internazionale. Tuttavia, è necessario tener conto che sarebbe importante mettere fine in Italia a quel processo iniziato nel 2010-11 e che ha portato alla “transizione” Monti-Letta e infine Renzi, punto di arrivo di una totale resa incondizionata del paese alla più completa e devastante subordinazione agli Usa (di Obama), assistiti in Italia dal loro “plenipotenziario” al vertice della Repubblica. Tale transizione ha potuto compiersi così completamente e senza in pratica resistenza per la vile complicità di Berlusconi. Non perché avesse le stesse idee della “sinistra” (ormai in fase di cedimento rispetto ai “renziani”), ma per paura. Ne andava della sua incolumità, delle sue aziende forse, ecc. Ha comunque accettato il male minore, una certa “persecuzione” giudiziaria, del resto alla fine resa molto blanda e con la sconfitta di alcuni dei suoi principali “nemici” (vedi sconfessione della Boccassini, come esempio). La sua scelta può essere umanamente compresa, ma politicamente va apertamente condannata e dichiarata pubblicamente quale causa non ultima dell’installarsi dell’attuale infame governo.

Il “nano d’Arcore” sta conducendo anche adesso una politica ambigua atta a smantellare il centrodestra (cioè in realtà F.I.) al Senato, di modo che ne verrà infine facilitato il governo, fino a poco tempo fa a malapena maggioritario (o perfino no) in tale Camera. E allora si deve chiedere ad es. a Salvini di smetterla di traccheggiare; non si deve più incontrare Berlusconi ma invece invitarlo con durezza e decisione a ritirarsi e a smetterla con la sua azione sottilmente complice. La Lega ha una discreta posizione in politica internazionale; in fondo non ostile (anzi) alla Russia e quindi oggettivamente (pur se ancora troppo timidamente) critica verso gli Usa. Tuttavia, indebolisce questa sua politica, invece di consolidarla, se continua a tenere in piedi un berlusconismo ormai corroso e che sparge solo veleno sulla possibile opposizione ad un governo di vili servi. Sì, ci sono dichiarazioni di Salvini in senso anche molto critico, ma è necessario rompere con nettezza e denunciare più scopertamente quel che ha fatto il “nano” dal 2011 in poi.

Quanto alla Meloni, deve smetterla di fare la “ragazzina per bene”, che si muove rispettando le forme; per cui dice che non si può affermare la superiorità delle Regioni rispetto ai Comuni per quanto riguarda la politica verso l’immigrazione, ecc. Insisto: il problema è appurare – politicamente e non giuridicamente – se, come sembra, tale questione potrebbe infine innescare una “bomba” di forza tale da mettere in difficoltà la “sinistra” buonista, provocando la rottura tra la maggioranza della popolazione e questi “semicolti” maledetti, portatori di un vero e proprio cancro che affligge la nostra società. Questo è al momento il compito primario. Bisogna trovare il modo – anche agitando una questione che non è quella a noi più congeniale – per mettere in difficoltà l’attuale governo, di fatto minoritario eppure tranquillo per le continue esitazioni o liti che affliggono l’opposizione.

Dobbiamo sconfiggere i servi degli Usa. Non ci riusciremo solo discutendo della politica internazionale. D’accordo, siamo per la sovranità del nostro paese. Crediamo sul serio di raggiungerla direttamente, dimostrando che gli Usa sono aggressivi mentre la Russia soltanto si difende? No, non è quello che interesserà per molto tempo la stragrande maggioranza della popolazione italiana. Mentre la “bomba” immigrazione potrebbe forse esplodere. In ogni caso, almeno facciamo attenzione al problema. Se non cade questo governo, avremo comunque un’Italia acquiescente pedina della strategia statunitense per tenere ferme certe situazioni nel sud Europa, in Turchia, Iran, medioriente e via dicendo. Se salta questo governo, salta, almeno in parte, la piatta funzione di semplice pedina oggi svolta da questo paese. E di qui poi si riparte.

Parlare di sovranità in astratto, con tanti bei discorsi ma non tenendo conto del livello cui si trova l’opinione pubblica – e dove, su quali punti, si possono veramente provocare rotture decisive – mi sembra esercizio di “bello stile”, sfoggio di retorica e ricerca di ammirazione da parte di chi crede proprio nella “Patria”, quella per cui si deve morire. Non siamo alla Grande Guerra, cerchiamo di tenerne conto. Qui, al momento, non andiamo in guerra; abbiamo bisogno di curarci dal cancro della “sinistra” (e della “destra” che ha fatto sempre il “controcanto”!) e da quel buonismo idiota che ha irretito tanta gente, consegnandola alla guida dei servi fidati degli Stati Uniti! Cerchiamo comunque dove si trova il punto che può far saltare i nervi della gente, che può scagliarla contro questi “buonisti”, contro questi servi. E magari non capendo al momento che sono servi; l’importante è che li si odi e li si combatta! Addosso ai “sinistri”; e nessuna requie ai “destri del controcanto”.