Perché dilaga la corruzione in Italia? (di Roberto Buffagni), tratto da http://goofynomics.blogspot.it/

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predicare_bene_razzolare_malePerché dilaga la corruzione in Italia? (di Roberto Buffagni)

[Questo articolo è stato postato da Roberto Buffagni sul sito Goofynomics del prof. Alberto Bagnai. Per coloro (non uso il termine utilizzato da Bagnai nella chiosa all’articolo) che si scandalizzassero della pubblicazione da parte di C&S di un post uscito su un sito che sostiene tesi che questo blog critica, ribadiamo la scelta di pubblicare posizioni sostenute in altri siti e utili ad alimentare il dibattito nel nostro- siamo sicuri dell’apprezzamento di Roberto. Se poi conosciamo qualcosa del prof. Bagnai prevediamo una sua eventuale risposta imprevedibile.  la Redazione di C&S]

Perché dilaga la corruzione in Italia? (perché per dilagare dilaga eccome, e in questo momento non prendo in considerazione il fatto, indubbiamente vero, che dilaga anche altrove, che in Italia c’è l’auto-razzismo, che l’auto-razzismo non è casuale ma fa parte di un frame, etc.).

1) peccato originale (versione laica: i soldi piacciono a tutti)

2) perché le democrazie sono sempre corrotte (rispetto ai regimi aristocratici o monarchici, aumenta il numero di concorrenti ai posti da classe dirigente, la concorrenza si fa certo con le idee, ma le idee senza soldi hanno una vocina fievole, dunque ci vogliono i soldi per pagare l’Amplifon ai cittadini)
3) perché le democrazie con maggioritario e partiti leggeri sono PIU’, non MENO corrotte delle democrazie con proporzionale e partiti strutturati (i partiti leggeri cedono il marchio in franchising ai singoli candidati, ai singoli procurarsi i voti costa molto caro e non tutti sono ricchi di famiglia; nel modello USA la corruzione politica è meno vistosa solo perché strutturale, regolamentata e legalizzata, vedi le lobby, i P.A.C., etc.)
4) perché lo Stato italiano è in grave crisi di legittimità: non solo di consenso, ma di legittimità. La prima crisi di legittimità si è aperta con la sconfitta nella IIGM e l’occupazione angloamericana, ed è stata tamponata con il mito fondativo dell’antifascismo: “la vera Italia non ha perso la guerra: il solo fascismo, espressione della falsa Italia, l’ha persa. La vera Italia, l’Italia antifascista, l’ha vinta insieme alle benevole potenze liberatrici, che ci hanno aiutato gratis et amore Dei. Per un po’ ha funzionato, poi è cascato un certo Muro. La seconda crisi di legittimità dello Stato italiano si è aperta con l’ingresso nella UE e nell’euro. E’ stata temporaneamente tamponata con il mito dell’Europa, della battaglia contro la “falsa Italia” berlusconica (avatar della falsa Italia fascista) che avremmo sconfitto grazie al benevolo e gratuito aiuto delle potenze nordiche e degli organismi sovrannazionali, della trasformazione dell’Italia in “paese normale” (=nordeuropeo+anglo+protestante+weberiano). Per un po’ ha funzionato. Ora però anche i ciechi cominciano a vedere che dalle alture della Terra Promessa europea non sgorgano fiumi di latte e miele, ma di miseria, merda, ipocrisia e spocchiose prese per il culo.

5) uno Stato in crisi di legittimità – cioè uno Stato nel quale non si sa chi comanda, e soprattutto in nome di chi e/o di che cosa comanda – risponde alla definizione di S. Agostino: “remota itaque iustitia, quid sunt regna nisi magna latrocinia?” (se togli la giustizia, gli Stati sono grosse bande criminali e basta). La “iustitia” di Sant’Agostino non è quella di Travaglio: è la conformità allo ius – giustizia sostanziale, non formale – cioè la legittimità.

6) Questo gorgo di sangue, miseria, merda e mediocrità superficiale, vanitosa e arrogante che sintetizziamo con la parola “corruzione”, come tutti i gorghi ruota intorno a un vuoto. Il vuoto è, appunto, il vuoto di legittimità dello Stato italiano; che giorno dopo giorno, spruzzo di merda dopo spruzzo di merda, frustrazione dopo frustrazione, umiliazione dopo umiliazione, vaffanculo dopo vaffanculo, cinismo dopo cinismo, risata amara dopo risata amara, rischia di inghiottire non solo la legittimità dello Stato, ma persino l’immagine interiore – il simbolo, il prezioso, insostituibile simbolo – della patria grande e piccola, della casa, della famiglia, dell’identità personale degli italiani.

7) Quanto precede, per dire che questa faccenda della corruzione è una cosa seria; e che la corruzione come la definiscono il Codice civile e penale è anzitutto un effetto collaterale minore della corruzione come la definisce il vocabolario etimologico: dello sfaldamento di una comunità nazionale, al quale non si porrà mai riparo a forza di sentenze, authority e titoli di giornale; e della corruzione come la definisce il vocabolario politico: è strutturalmente corrotta una classe dominante che domina per conto terzi (a prescindere dalla moralità personale: ma a questo punto, in effetti, dopo aver fatto il trenta dell’asservimento perché non fare anche il trentuno e non rubare?)

8) Ecco perché la concitazione del momento ha suggerito a Claudio Borghi una verità urgente, quando ha detto in televisione “Abbiamo bisogno di patrioti e non di vermi”. Perché se fino a qualche tempo fa forse bastava la patria a fare i patrioti, adesso senza patrioti la patria non ce l’avremo più: avremo solo questo verminaio.