PREVISIONI PER IL PROSSIMO FUTURO di G.P.

Nessuno di noi possiede la sfera di cristallo né, tanto meno, si può approssimare impudentemente all’arte divinatoria al fine scorgere, dalle traiettorie geometriche tracciate da questi “uccellacci” della politica nostrana, i probabili cambiamenti che verranno messi in atto all’indomani del “plebiscito” a favore di Veltroni. Tuttavia qualche ipotesi la si può azzardare. Se voi foste in Veltroni (absit iniuria verbis) e vi trovaste immediatamente catapultati alla testa di un grande partito che punta ad aggregare le forze moderate e conservatrici del paese (diciamo pure quelle più reazionarie e assetate di risorse nazionali), pur restando in un governo che si fonda su partiti e gruppi non più assimilabili al vostro progetto, da dove partireste per squilibrare lo statu quo?  E soprattutto, a quali strategie ricorrereste per liberarvi di chi usurpa il posto al quale voi aspirate; con costui (o costoro) che, inoltre, tenta di rovinarvi la piazza o di tendervi qualche piccola o grande trappola? Si danno molte risposte a queste domande con altrettante soluzioni diverse. Ma per non azzardare troppo nelle previsioni possiamo affidarci ad un “auguro” che la sa lunga, certo molto più di noi, uno che va d’accordo con la futurologia e con gli astri.

Naturalmente si tratta del Direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli. “Paolino” è praticamente il portavoce delle istanze e delle sollecitazioni del gruppo di potere riunito intorno alla Rcs. Il Piano “Mieli-Rcs-Piccolo establishment” si sostanzia in alcuni punti  fondamentali:

  1. Elezioni il prima possibile (fra 6-8 mesi, il tempo di mettere mano ad una legge elettorale che non mortifichi troppo il nascente Pd, invischiato nel corso nefasto di questo centro-sinistra prodiano).
  2. la cementificazione di alleanze alternative tra forze moderate, oggi ancora disseminate, con l’imposizione di una conventio ad excludendum nei confronti dei cespugli recalcitranti dell’estrema sinistra (che se proprio vogliono accostarsi a qualche “desistenza” pro-elettorale devono mettersi completamente proni e subire l’egemonia centrista più di quello che già accade)
  3. Preparasi a qualche anno di passaggio e di fortificazione nel caso in cui Berlusconi dovesse vincere le prossime elezioni, come appare evidente secondo i sondaggi odierni

 

Ma il Pd potrebbe ritrovarsi la strada meno in salita se a destra non si chiariscono immediatamente le idee sul da farsi, se non portano a soluzione i loro problemi di leadership. A tal uopo già si pensa a come promuovere il Cavaliere in alto, ma così in alto da renderlo irraggiungibile, magari concedendogli come rassicurazione un Gianni Letta alla massima carica governativa. Pro tempore s’intende. Almeno così si potranno aprire i giochi per la nuova leadership per poi confrontarsi con l’ondata veltroniana.

E’ ovvio che se Berlusconi diventasse Presidente della Repubblica sarebbe al riparo da tutti i nemici politici e finanziari, e dalla stessa magistratura che per anni lo ha perseguitato, potendo infine disinteressarsi delle piccole beghe politiche quotidiane, trovando il tempo anche per occuparsi dei suoi affari imprenditoriali.

Queste operazioni, che appunto contemplano una possibile sconfitta del Pd alle prossime elezioni, come spiega Mieli, servono per smaltire qualche padrino di troppo. L’obiettivo finale è comunque quello di portare Veltroni alla testa del governo e, forse, Berlusconi al Quirinale.

Ecco la sintesi perfetta del “maanchismo” veltroniano che non darà nulla di buono all’Italia.

Infine, potrebbe anche darsi che il Pd riesca davvero a smarcarsi, in questi pochi mesi, dall’operato di Prodi e del suo governo. Se questo accadesse, ma ci vorrebbe un vero e proprio miracolo, oltre che una dose massiccia di autolesionismo da parte del polo delle libertà, il progetto di Veltroni potrebbe subire una brusca accelerazione con esiti imprevedibili. L’unica cosa certa è che, anche in questo caso, ci sarà il tempo per spingere nel tritacarne a marchio Pd tutti quelli considerati pleonastici.

E questo sarebbe il modo nuovo di fare politica alle soglie dell’era perfettamente bipolaristica!