SALVINI STIA ATTENTO. QUELLA DI B. E’ UNA TRAPPOLA

salvini putin-2

salvini putin-2Il centro-destra prova a rimettersi in piedi e lo fa simbolicamente in casa del nemico, nella rossa e grassa Bologna, feudo del Pd e degli altri rimasugli di sinistra. Rispetto all’alleanza dei lustri passati i rapporti di forza, all’interno della coalizione, risultano capovolti. La Lega è il contraente più forte del nuovo patto tripartito con Forza Italia e Fratelli d’Italia (che prende il posto di AN, distrutta dai tradimenti di Fini).
Il movimento di Salvini si è certamente rinnovato dai tempi di Bossi, ha chiuso con i miasmi secessionistici e si è aperto all’aria nuova della difesa della sovranità nazionale e di una politica estera anticonformista nei suoi punti di riferimento internazionali, maggiormente orientati ad Est, verso la Russia di Putin.
Ormai, l’unica scissione perorata da Salvini, come dichiarato anche al nostro sito in una intervista di mesi fa, è quella contro l’Europa, matrigna ingombrante e malevola che ha denutrito l’Italia compromettendo il suo sviluppo futuro. L’Ue è diventata la nostra tomba e se non ce ne sbarazziamo rischiamo di restare seppelliti sotto di essa. Nonostante le buone intenzioni della Lega e di Fratelli d’Italia, altra formazione sicuramente autentica nei suoi obiettivi finali, temiamo che l’abbraccio col Cavaliere ed il suo partito depotenzierà lo slancio del Carroccio frenando i suoi tentativi di rigenerazione.
Se l’Italia è giunta ad un tale livello di devastazione istituzionale le responsabilità sono anche di Berlusconi che, per salvarsi il sedere, ha ceduto ai ricatti della magistratura e a quelli ancor più nefasti di Giorgio Napolitano, abbandonando il suo posto nel momento di massima criticità per lo Stato, facendo largo al pessimo Mario Monti, l’uomo scelto dai poteri forti per ridimensionare le aspirazioni nazionali.
In quella occasione, B. non fece assolutamente nulla per far naufragare l’ennesimo golpe di Palazzo elaborato all’estero, dalla finanza europea e dai centri strategici statunitensi contro il Belpaese, non abbastanza allineato agli equilibri atlantici nello spazio mediterraneo e sui dossier energetici più strategici.
B. si fidò delle parole di Obama, il quale gli promise una “caduta in piedi”, in cambio di una sua uscita di scena mentre si concretava l’ennesima cessione di sovranità italiana, nello scenario libico ed in quello economico europeo.
Da allora il Belpaese non si è più ripreso e adesso continua a navigare in acque tempestose, tra crisi finanziarie ed instabilità politiche. Di questo pantano B. è stato artefice e complice, anche per vie traverse, perché nessuno ci toglie dalla testa che tanto la fuoriuscita di Alfano da FI per puntellare e sostenere il Governo di sinistra che le manovre di Verdini per lo stesso motivo siano state assecondate dal Tycoon di Arcore, il quale adesso finge di soffrire per tali pugnalate alla schiena dei suoi ex pupilli. Probabilmente, la perdita di consensi oltre una determinata soglia di guardia lo ha convinto a muoversi in direzione della Lega e di FdI, ma l’insincerità resto lo sfondo di ogni sua mossa.
Capiamo le esigenze tattiche ed elettorali di Salvini e soci ma temiamo che il leader lombardo si stia facendo trascinare su un terreno di sabbie mobili dal quale verrà risucchiato e annichilito. Del resto, anche tra le sue fila si annidano personaggi sleali e perfidi che non attendono altro per annientare la sua spinta riformatrice. Ricordatevi di Flavio Tosi e dei recenti tentennamenti (sarebbe meglio chiamarli giramenti) di Maroni, un altro professionista nei voltafaccia per tornaconto personale.
Staremo a vedere ma non nutriamo grandi speranze da questa situazione. Il partito della fazione (Fassina e c.) ha già visto la luce, poi toccherà anche a quello della nazione (Renzi e c.) ed, infine, a quello della defezione (di cui B. è maestro incontrastato). Il sistema sarà salvo e l’Italia definitivamente sepolta.