Sanzionami questo!

RUSSIAN PRESIDENT VLADIMIR PUTIN VISITS CHINA

 

Le sanzioni non hanno mai fatto cambiare idea a nessuno, nemmeno all’Italia fascista e proletaria (in realtà ancora agricola e contadina) che era autarchica ma non autosufficiente, la quale giustamente rispondeva “me ne frego” all’arroganza della comunità internazionale a guida inglese. Lo stesso accade oggi con la Russia che seppur colpita dalle punizioni di Usa ed Ue va per la sua strada nei “normali” disordini dell’epoca multipolare. Nemmeno funzionano le liste di proscrizione contro gli uomini d’affari e i dirigenti politici del Cremlino (anche questo non è un argomento nuovo considerato che si operava alla stessa stregua contro la Germania ai tempi del nazismo e, appunto, contro l’Italia del ventennio) il cui obiettivo è quello di far passare per una cricca le élite istituzionali russe, al fine di produrre una separazione tra popolo e Stato, togliendo loro qualsiasi credibilità internazionale. Anche questa iniziativa è destinata a fallire come attesta l’indice di gradimento degli elettori verso Putin. Tali provvedimenti rappresentano armi spuntate contro un Paese che ha deciso di mettere la sovranità politica davanti a tutto il resto, allacciando la museruola anche agli organi finanziari interni (soprattutto la Banca centrale) i quali, in quanto composti da burocrati formatisi nelle scuole anglosassoni, tentano di condizionare la linea del governo. Come scrivono molti analisti, la Russia ha dimostrato una inaspettata stabilità (politica, sociale ed economica) nonostante alcune criticità, però comuni al resto del mondo a causa del clima di crisi sistemica globale: “L’inflazione è stata messa sotto controllo, la svalutazione della moneta nazionale è stata fermata e addirittura invertita, le sanzioni economiche occidentali non sono riuscite a mettere la Russia in ginocchio, le elezioni parlamentari di settembre hanno determinato una vittoria trionfale prevedibile per il partito Russia Unita. I rischi politici ed economici sembrano relativamente bassi e gestibili…il sistema russo si è rivelato più adattabile e flessibile rispetto a quelli stranieri”. Sul fronte estero Mosca ha ugualmente dimostrato di saper far valere i suoi interessi, con l’intervento in Siria, che ha salvato Assad, ed il rinsaldamento dei legami con Paesi come l’Iran ma anche con la Turchia, convinta a scendere a compromessi sulla vicenda. In tutto ciò è riuscita pure a non inimicarsi gli Stati Arabi. Permangono le difficoltà in Ucraina dove attualmente la situazione risulta congelata. Ma ciò non basta a rassicurare il Cremlino sui suoi confini dove si annidano ancora troppe insidie che possono essere sfruttate dai nemici per operazioni di destabilizzazione. In ogni caso, Mosca ha tracciato il percorso che i paesi volenterosi devono intraprendere per resistere alla crisi e affrontare le incertezze dell’epoca. Ribadiamo che il dissesto finanziario mondiale non è causa ma conseguenza di squilibri geopolitici, in una fase in cui l’unico centro regolatore dei rapporti di forza mondiali si vede insidiato nella sua esclusiva egemonia da altri attori emergenti o riemergenti. L’Ue ha scelto di ignorare questi mutamenti, per restare sottomessa alla sfera d’influenza statunitense. L’opzione si sta rivelando deleteria, in primo luogo per i suoi anelli deboli, come l’Italia, costretti a subire la tensione di questa conflittualità sottotraccia che, tuttavia, non tarderà ad esprimersi con sempre maggiore virulenza, aggravando le già precarie condizioni dei suddetti membri. Si annunciano giorni sempre più bui. Triste da dirsi, ma c’e’ da rimpiangere i giorni del menefreghismo.