SEMPRE COPERTURE PER INGANNARE

Indubbiamente, c’è un punto su cui Berlusconi non aveva tutti i torti. Era sciocco a sostenere che c’erano ancora i comunisti quando ormai questi si erano da molto tempo spostati in senso filo-atlantico, cioè quali futuri scherani degli Usa, così come infatti lo divennero dopo il crollo dell’Urss. Tuttavia, l’ometto aveva ragione su un punto. Da quelli di tradizione comunista – non da tutti ben s’intende – sono originati dei veri mostriciattoli, individui che fanno parere quasi vera la credenza di una “mutazione genetica”. Immaginare individui più nefasti di questi non credo sia possibile. Certamente, da quelle fila sono emersi anche personaggi di grande rilievo e coraggio, di coerenza nella lotta e di grande capacità di sacrificio. Quando, però, in quel settore politico è iniziato il rinnegamento della propria storia e il passaggio “al nemico”, è indubbio che i fu comunisti hanno dato prova di essere i peggiori di tutti.

Si è cominciato con “mani pulite” che ha finto d’essere un’operazione di giustizia, mentre era una mossa già pronta da tempo, e attuata soltanto quando il grande avversario degli Stati Uniti era scomparso dalla scena, per eliminare Dc e Psi, vecchia macchina ormai troppo usata, e sostituirla con una nuova, che a bordo aveva individui senza il minimo di moralità, privi di ogni idealità, adusi ad obbedire ai predominanti centrali pur di avere in mano il governo d’Italia, per conto di una “classe economica” di filibustieri e parassiti sempre sussidiati dallo Stato, ma affamati come prima non mai. Sappiamo cosa ne seguì; in questo blog abbiamo analizzato i comportamenti dei farabutti, sia economici che politici, per filo e per segno.

Adesso siamo alle solite. Si spara ad un obiettivo, apparentemente giusto (almeno per il ceto medio semicolto, orrenda e marcia base sociale di quelli che si dicono di sinistra e, udite udite, progressisti), mentre il bersaglio celato è ben altro e ben più esiziale per il nostro paese. In un momento di estrema gravità della crisi che sarà ancora lunga – perché non è semplicemente economica bensì di profondo rivolgimento dei rapporti di forza internazionali – e nel mentre un ridicolo governo di finti tecnici, di scarso valore sia professionale sia soprattutto umano, fa melina, terrorizza ulteriormente il “poppolo” nel tentativo di “passarlo a tabacco” (poi vedremo cosa “partorirà la montagna”), il presdelarep si lancia a sostenere i poveri immigrati, i cui figli devono essere, ipso facto, cittadini italiani. Per ragioni di principio e di cultura sono per lo “ius soli”; anche se, per la verità, penso che esso sarebbe abbastanza ben difeso fissando un congruo periodo di inserimento (stabile e “normale”) nella nostra società, fino a prova contraria basata su una lingua ed una certa non proprio breve epoca di “civilizzazione”, per divenirne parte costitutiva con tutti i diritti annessi.

Tanto per fare un semplicissimo esempio, ritengo demenziale la norma secondo cui in ogni specializzazione medica, ormai a numero chiuso di ammissione, una quota fissa deve essere assegnata ad extracomunitari. Per quanto ne so, tale quota nemmeno viene raggiunta e quelli ammessi spesso non conoscono gran che la nostra lingua. Tra quote per extracomunitari, quote rosa, ecc., ormai la stupidità dei “politicamente corretti” (sempre i falsi sinistri, il cancro ormai intollerabile della nostra società “occidentale”, che prima o poi troveranno la giusta lezione, perché stanno superando ogni limite di tollerabilità, venendo fra l’altro imitati dai fessi del “centrodestra”) è oltre il livello di guardia, anzi ha inondato il tessuto sociale disgregandolo abbondantemente.

Comunque, questa è una semplice notazione introduttiva, perché non è affatto mia intenzione discutere di questi “principi”. Tanto più che si tratta di semplice copertura, di un “obiettivo spostato”, esattamente come lo fu quello della “giustizia” nei primi anni ’90, solo mirante ad attribuire il governo ai voltagabbana piciisti, ormai in “odore di santità” presso i banditi statunitensi con i loro accoliti della GFeID italiana. Il preselarep spara la sua “fucilata” semplicemente per acuire il contrasto con la Lega – sapendo che ormai il Berlusca è divenuto docile docile e ha tanto in simpatia il “bell’abbronzato” – e stabilizzare un governo di mediocri e inetti, che deve tuttavia adempiere il suo compito di servitù. Inoltre, il bersaglio è plurimo, non è esclusivamente rappresentato dallo “spirito leghista”; si acuisce il dissidio nord-sud, si spacca il ceto lavoratore che non è soltanto il lavoro subordinato. Tuttavia, perfino se ci si limitasse a quest’ultimo, potrebbero sorgere contrasti al suo interno (la cosiddetta “guerra tra poveri”), soprattutto in una fase storica che sarà sicuramente quella delle “vacche magre”.

Il presdelarep è difeso dalla legge contro la libera espressione del giudizio da dare su queste sue “uscite”. Quindi, ben consapevole che chi mi legge sa quello che penso di lui (del resto da quando lo incontrai 2-3 volte esattamente quarant’anni fa alle Botteghe Oscure, quinto piano, quello della segreteria del partito; lui non può ricordarsi di un tapino come me, ma io ricordo bene lui), eviterò di parlarne; lo farò semmai fra un paio d’anni. Del resto, è il “viaggiatore” del 1978; e questo basti. Invece, preoccupante è che le sue parole siano dirette contro una parte politica di notevole rozzezza culturale; però furbacchiona e tutto sommato contenta dell’assist fornitole per conquistare un po’ di voti in più tra nordici (e nordestini) abbastanza fessacchiotti.

Ci manca solo che, dopo la nebbia diffusa dal corpo giudiziario su precise scelte politiche, cominciamo adesso con la diatriba intorno allo “ius soli” o “sanguinis”. E’ ora di guardare alla sostanza del problema. Mi sposto d’oggetto, semplicemente per farmi capire meglio. E’ di questi giorni la polemica tra Bossi e Berlusconi; ti sei ritirato perché ricattato per le tue aziende (ero presente quando vennero a trovarti i dirigenti d’esse); no, mi sono ritirato per il bene del paese. La balla più grossa è senza dubbio quest’ultima; pure la prima affermazione è però una mezza verità che, come ben si sa, può essere sviante quanto una menzogna. Berlusconi ha retto il gioco americano (con i suoi rappresentanti ben noti in Italia, sia nell’economia che nella politica) da almeno un anno; platealmente si è fatto dire da Obama: o non caschi o caschi in piedi (ovviamente se sarai obbediente e premuroso). Entrambi hanno finora mantenuto l’accordo: servilismo contro trattamento non troppo “ruvido”. Le aziende sono un complemento, un supporto, soprattutto un reiterato messaggio affinché l’obbediente non dimentichi i suoi obblighi. Il fulcro della questione è tuttavia un altro.

Ed è il medesimo fulcro per cui Napolitano se ne esce anche con lo “ius soli”. Non gli interessano gli immigrati e i loro diritti, ma il diritto di questo governo a fare gli interessi fondamentali della GFeID, i cui membri sono i “cotonieri” legati alla potenza americana, sono quelli che vogliono eliminare i settori strategici, “fastidiosi” per quest’ultima, al fine di rendere il nostro sistema del tutto complementare a quello statunitense. Se poi fosse possibile ridurci a turismo e ancora discreta “cucina”, sarebbe una pacchia per gli obesi d’oltreoceano; ci trasformeremmo in un paese di perfetti camerieri sempre intorno ai loro tavoli con portate succulente. Insomma, ci siamo capiti.

Questi “sinistri”, approfittando di “destri” al di sotto della minima “intelligenza dei fatti”, provocano diatribe e tensioni del tutto svianti, cosicché ceti sociali di “media” cultura (in realtà bestioni di incredibile ignoranza politica, perfetti idioti annebbiati da intellettuali criminaloidi, che sarebbe necessario spazzare via integralmente) si schierino scandalizzati per la difesa dei poveri immigrati, mentre il governo della GFeID e degli Usa farà con tutta calma (perché non c’è proprio alcuna fretta, quella riguardava solo Berlusconi, affinché se ne andasse appena possibile) il suo nefasto lavoro onde renderci appunto complementari ai predominanti mondiali in una fase, in cui questi ultimi stanno accentuando le mene (criminali e sanguinose) tendenti a ritardare il più possibile il loro declino.

E’ inaccettabile che si stia a questo gioco; tuttavia, non si vede l’ombra di una intelligenza e comprensione di quanto sta accadendo. Gli obiettivi svianti ottengono sempre successo. Ci sono personaggi – e noi li abbiamo perfino valorizzati, abbiamo riportato loro articoli e prese di posizione che sembravano nette – in totale apnea; resto a bocca aperta davanti ai loro odierni articoli, salvo qualche eccezione più che lodevole, ma del tutto rara ormai. Siamo pochi, forse nemmeno noi lucidi come si dovrebbe; tuttavia, è necessario insistere, denunciando i “sinistri” che sviano versi falsi bersagli e i “destri” che continuano a caderci (in buona fede?). In questo paese dovrebbe sorgere una forza di “dignità nazionale” di una durezza (e anche ferocia in certi casi) tale da superare molte tradizioni (non proprio nostre, ché siamo “smollacchioni”) del passato. Le difficoltà attuali sono enormi, dato il quadro internazionale esistente. Di questo, però, dovremo parlare più spesso.