SEMPRE PIU’ ALLIBITO, di GLG

il ratto d'europa

Sono sempre più incredulo di fronte alla gigantesca ottusità e meschineria di questa “sinistra” antifascista (ipocrita e menzognera, che parla di “liberazione” quando siamo stati occupati e resi servi degli Stati Uniti) con l’aggiunta di alcuni settori della “destra” (non molto dissimile dall’altro schieramento), che si finge liberale. Si cerca ormai in tutti i modi di rimbecillire sempre più la sedicente opinione pubblica per rendere completamente inutilizzabili i cervelli di chi cade nel tranello della propaganda di questi imbroglioni.

Innanzitutto, se ci sono movimenti sempre più scettici in merito all’attuale funzione della UE, inizia subito la loro demonizzazione in quanto populisti, xenofobi, razzisti e, ovviamente, nazifascisti. Da ormai molto tempo si sa – in realtà, lo sanno coloro che seguono attentamente le informazioni e conservano gli articoli subito messi nel dimenticatoio – com’è nata questa schifezza detta Europa Unita. Si veda:

Qui

Ancora più preciso è Joshua Paul, prof. universitario americano, che ha trovato importanti documenti già 16 anni fa circa l’interessamento (lautamente finanziato) degli Stati Uniti all’Unione Europea; e tutto è appunto stato scordato al più presto. Leggete:

da Italia Oggi

Vedete come i principali uomini politici europei del dopoguerra (addirittura Churchill, Adenauer, De Gasperi) abbiano partecipato alle trame per renderci servi degli Usa; e siano stati per questo compito abbondantemente “unti” da oltreatlantico. Divertente (si fa per dire) è la partecipazione a simile “bell’affare” di Leon Blum, che fu il premier del Governo del Fronte Popolare in Francia all’epoca della guerra civile spagnola. Questo la dice lunga sul tipo di antifascismo in auge già dagli anni ’30. E pone in luce il tragico errore dei comunisti di allearsi con simili “sinistri” in funzione antifascista, che in realtà fu semplicemente un porsi al seguito di forze divenute subito assai servili verso gli Stati Uniti; come fece assai più tardi (negli anni ’70) il sedicente eurocomunismo, guidato dal Pci di quel segretario che straparlava di superiorità morale. Oggi, bisogna smetterla con simili errori. La “sinistra”, finta antifascista, è l’affossatrice di ogni autonomia europea; ed è sempre stata lautamente pagata dagli Usa per questo obiettivo (ci si ricordi, sia pure come episodio minore, della “scissione di Palazzo Barberini” con cui, nell’immediato dopoguerra, dal Psi nacque il Psdi saragatiano).

Adesso la medesima solfa continua subito dopo le elezioni presidenziali austriache. I servitori degli Usa si sentono sollevati perché non hanno vinto….. i nazifascisti, ecc. Riporto qui di seguito uno dei pochissimi commenti seri a queste elezioni

Marcello Foa

Non sto nemmeno a discutere di una vittoria in cui le poste hanno dato 31.000 voti di vantaggio all’ecologista, che aveva avuto in patria quasi il 2% in meno dell’avversario. Non m’interessa nemmeno discutere se ci siano stati o meno brogli. Capisco anche l’importanza che riveste il vincere la “cadrega” di presidente della Repubblica. Tuttavia, secondo me, i problemi sostanziali sono altri. In primo luogo, ai vincitori che “finalmente respirano” per lo scampato pericolo, ricordo che metà popolazione austriaca ha votato per i sedicenti nazifascisti (sono tali per coloro che temono di perdere i lauti “emolumenti” da parte degli Stati Uniti). Ricordo pure che i sentimenti euroscettici, ancora a mio avviso non precisi ed efficaci, si stanno largamente diffondendo nel nostro continente; e anche in Inghilterra (al di là del risultato del prossimo referendum, in cui ritengo vinceranno gli “europeisti”, cioè i servi; non so se con o senza brogli).

Secondo la mia opinione, è da vedere se finalmente questo euroscetticismo avrà una vera consapevolezza del problema della UE quale creatura americana e quindi puro tramite, assieme alla Nato, della nostra dipendenza da quel prepotente paese; oppure se continuerà ad essere sentimento prevalentemente legato alla paura per la massiccia immigrazione degli ultimi tempi. Sia chiaro che personalmente sono contrario a tale processo incontrollato; anche perché non c’è integrazione che tenga se non con un afflusso molto minore e molto più prolungato nel tempo. E poi, pur non essendo affatto interessato ad una qualsiasi religione, resto convinto che la cultura europea sia intrisa di cristianesimo e tale è meglio rimanga; non credo positivo un suo slittamento verso l’islamismo o altro. Tuttavia, la reale pecca dell’Unione Europea, con tutto ciò che ne è conseguito (anche l’euro, se vogliamo), è appunto quella d’essere strumento di una potenza tesa ad assoggettarci a tutte le sue scelte: sia economiche che politiche, e pure guerresche.

Ho ripetuto mille volte, e lo ribadisco, che amo molti caratteri culturali di quel paese: dal jazz alla letteratura e soprattutto al suo cinema. Sono invece nettamente contrario alla sua pretesa “democrazia”, al modo in cui si svolgono le elezioni presidenziali, all’eccesso di competizione e individualismo che ne sbriciolano i rapporti sociali, ecc. Inoltre, esso ha appunto acquisito – anche grazie al fallimento della sognata “rivoluzione e transizione al socialismo” – un eccesso di forza rispetto agli altri paesi; il che lo rende fortemente aggressivo e nocivo per il futuro dell’intera società mondiale. E’ indispensabile lavorare (in politica internazionale) per tagliargli le unghie, per modificare i rapporti di forza. Ed è fondamentale, per il suo ridimensionamento, che i vari paesi europei, a partire dai principali, comincino ad autonomizzarsi rispetto a quella potenza così recidiva nei suoi comportamenti miranti al massimo caos, soprattutto nelle aree a noi più vicine.

Non credo che ciò possa essere ottenuto da una Unione Europea ormai segnata irrimediabilmente dal servaggio seguito alla seconda guerra mondiale, e poi accresciuto dal crollo dell’Urss. Bisogna passare necessariamente per un periodo in cui nascano – autonomamente in diversi paesi europei – forze realmente interessate a liberarsi della subordinazione agli Stati Uniti, con completo ridimensionamento della Nato e senza accettare altri “patti” tipo TTIP; forze, quindi, di fatto antiamericane e, lo riaffermo con forza, rivolte verso est, verso la Russia. Non ho speciali simpatie nei confronti di tale paese. Culturalmente mi resta più lontano degli Usa; apprezzo moltissimo la letteratura russa, ma si tratta di quella del XIX secolo e, al massimo, inizio XX. E poi amo quella prima fase del cinema sovietico, di cui è immortale capolavoro la fantozziana “cagata (o boiata) pazzesca”. Sono comunque decisamente favorevole ad accordi stretti con la Russia e ad una ferma opera di indipendenza rispetto agli Stati Uniti. Nessuna forma di euroscetticismo che non contempli un simile atteggiamento mi sembra minimamente adeguata. Tanto meno una critica alla Germania, che non sia semplicemente rivolta al comportamento di tale paese tutto intento a diventare il maggiordomo tra i servitori europei degli Usa.

Nel contesto di queste mie predisposizioni, giudico in ogni caso positivo il risultato delle elezioni austriache; e non certo per la più che striminzita vittoria dell’imbelle ecologista. Il problema, lo ripeto, è solo vedere come evolverà anche in altri paesi europei l’opposizione alle decisioni della serva UE. Per il momento, ammetto che non saprei fare una sicura previsione, la nostra “opinione pubblica” mi sembra ancora largamente immatura e inconsapevole degli effettivi obiettivi da perseguire. Non basta la paura dell’immigrazione, c’è ben altro sul tappeto.