SENZA MEZZI TERMINI

gianfranco

 

 

Iniziamo da quei presuntuosi rompicoglioni che sono gli economisti. Vogliono parlare di politica monetaria. No, voi siete soltanto dei tecnici. Parlate quindi soltanto di tecnica di gestione della moneta. Capisco che si rischi spesso di slittare verso considerazioni politiche. No, gli economisti devono evitarlo, devono limitarsi a questioni tecniche gestionali. Lo stesso principio vale quando gli economisti si occupano, mettiamo, di politica fiscale. Si dedichino esclusivamente ai problemi tecnici e non dicano una parola d’altro; nemmeno osino urlare, ad es., contro l’evasione fiscale. Appena individui con queste grette capacità pretendono di avventurarsi in politica, si licenzino dai posti di lavoro in cui sono (e soprattutto fuori dalle Università), li si lasci senza stipendio, senza una pensione qualsiasi, senza la benché minima assistenza sanitaria; e si proibisca a chiunque di far loro l’elemosina. Stimiamo pure i tecnici, basta che lascino stare la politica.

La politica è attività che dovrebbe essere lasciata a personale dotato dell’elasticità, doppiezza, valutazione polivalente delle questioni, assunzione di molte sfumature decisionali, ecc. che sono tipiche dei veri politici. Purtroppo, lo so, da almeno un quarto di secolo in Italia (e in Europa quasi lo stesso) prevalgono in politica degli idioti; viene fatta una vera selezione al peggio. Siamo arrivati ad una tale degenerazione del ceto detto politico che sarebbero indispensabili misure drastiche contro questi sciagurati. Manca una forza alternativa, estremamente decisa, capace di realizzare quella che è ormai una necessità impellente.

 

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E veniamo pure al grosso problema di questi tempi, che non so quanto dureranno, ma temo non saranno troppo brevi. Parlo della cosiddetta migrazione di imponenti masse – soprattutto, oggi, di origine africana o araba – verso le nostre plaghe europee, e italiane in specie. Sgombriamo però il terreno dalle solite facili accuse dei cialtroni e rimbambiti, che vogliono l’accoglimento di milioni di persone in nome (ma sono in genere falsi e ipocriti) della pietosa umanità, del fraterno accoglimento dei diversi, dei sofferenti, ecc.

Affermo con molta nettezza che non considero certo inferiori la civiltà, la cultura, le tradizioni di questi popoli, pur del tutto diverse dalla nostra. Nemmeno mi procura chissà che fastidio il fatto di coprirsi il capo, il velarsi delle donne e altre cose del genere. Sono le loro abitudini, i loro costumi; plurisecolari come i nostri. Dirò di più: potrei perfino avere una qualche preferenza per il comportamento di quelle donne, che non sono abituate come le nostre a fare subito sesso senza amore, senza nemmeno stima per il partner. Il tutto in assenza di un qualsiasi, e profondo, trasporto dell’anima. Tuttavia, non riesco nemmeno, per mia impostazione mentale, ad approvare quella per me spietata sudditanza della donna all’uomo tipica di certe culture degli immigrati. In ogni caso, si tratta di diverse tradizioni culturali, non d’inferiorità di date popolazioni ad altre. Solo che…..

Qui cominciano i problemi. La diversità arricchisce, dicono gli scemi o i falsoni del “politicamente corretto”. Senz’altro, in dati casi ciò è vero. Soltanto però quando ci si confronta da pari a pari. Ci si arricchisce se si visitano, e non per semplice turismo, paesi lontani. Ci si arricchisce quando ci sono reali incontri culturali, o anche quando vari paesi con diverso tipo di civilizzazione si scambiano cittadini per funzioni lavorative; soprattutto però di un certo livello (Università, centri di ricerca, ecc.).

Facciamo un esempio diverso. La massa di lavoratori italiani, che sono andati in Svizzera, Belgio, Francia e altri paesi europei, oppure negli Usa o in paesi sudamericani (Argentina e Brasile in specie), sono spesso tornati indietro avendo solo imparato un po’ di lingua di quel paese (e malamente). Oppure sono rimasti laggiù senza però tanto integrarsi, ma i loro figli, nati e cresciuti nel paese, ne sono diventati cittadini a pieno titolo, dimenticando tuttavia quasi tutto della cultura e tradizioni dei loro genitori (e proprio più nulla dei nonni). In ogni caso, non c’è alcuna integrazione di diversità che s’intrecciano e fondono: o impermeabilità o una vita vissuta nella cultura e mentalità del nuovo paese. Ripeto: il vero arricchimento reciproco esige parità di livelli culturali e di lavoro svolto in funzioni piuttosto elevate facenti parti del medesimo organismo. Ognuno resta con le abitudini e predisposizioni già contratte da tempo, ma le diverse competenze lavorative di ottimo o buon  livello cooperano e ottengono risultati comuni. Tutto lì, basta con i pezzi di cretini dei nostri “sinistri”.

 

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Pensate cosa s’inventa questo ciarpame umano. I migranti arrivati a decine o centinaia di migliaia sono “risorse” perché la nostra natalità è in calando. In una situazione di crisi da stagnazione (adesso si prevede in Italia anche per il 2017 un Pil al 0,7%), il fatto di ricevere lavoratori (più o meno reali o presunti) in sovrappiù ci favorirebbe. Questi intanto ci costano e non poco (adesso si sta scoprendo che occorrono altre vere risorse, senza virgolette, per poterli mantenere qui); e, quando lavorano, lo fanno per la classica “pipa di tabacco”. I nostri giovani non vogliono assumersi determinati lavori, dicono i “maiali politicamente corretti”. Certamente, con la remunerazione che accettano i migranti non potrebbero affatto mantenersi, visto che qui abbiamo raggiunto livelli di vita non paragonabili a quelli dei paesi africani. I porci che ci predicano queste cose sono quelli stessi che ci raccontano le loro prodezze per difendere i lavoratori. Vigliacchi mentitori: voi distruggete la possibilità di lavorare per i vostri connazionali. E per far questo, siete fin troppo pagati quali rappresentanti sindacali di chi affossate.

Come già accadde con la crisi di stagnazione di fine ottocento, la bassa crescita si accompagna a profondi avanzamenti tecnologici. Allora ci fu la “seconda rivoluzione industriale”. Perché non ci dite di quanto cresce la produttività del lavoro con questa nuova ventata di innovazioni? E’ sicuramente di molto superiore alla crescita; quindi, diminuiscono le occasioni di lavoro, tutto si complica per i lavoratori connazionali di cui voi, miserabili “sinistri” del c…., dovreste difendere condizioni di vita e di lavoro. E questi sciocchi, ancora mantenuti da famiglie, in cui i padri e le madri hanno accumulato qualche soldino con grande fatica, non vengono a trovarvi nelle sedi sindacali, e magari anche a casa, per farvi più neri dei migranti. Quanto a coloro che scrivono nei vari giornali e riviste (alcune paludate come scientifiche) e ai prof. di “sinistra” nelle Università e scuole in pieno sfacelo, meriterebbero un trattamento speciale: almeno per un mese, per 24 ore al giorno, sottoposti all’elettrochoc. Non mantenere più simili “mangiapane a ufo” sarebbe un buon modo per liberare risorse da dedicare allo sviluppo del paese.

Aggiungo ancora che la stragrande maggioranza di coloro che arrivano qui, piangendo miseria e con pretese talvolta assurde, sono giovani maschi; e hanno pagato migliaia di dollari o euro per prendere i barconi. Non sono i miseri e affamati di cui si favoleggia. Fuggono dalla guerra? Durante la seconda guerra mondiale solo pochi figli di papà nostrani se ne andarono in Svizzera e pochissimi negli Usa. Il 99% dei ragazzi restò qui, in Italia ed Europa, a sorbirsi la guerra e, in notevole numero, anche a combatterla o da una parte o dall’altra. Questi giovani che fuggono dalle loro guerre (e, ripeto, pagando fior di quattrini) non mi sembrano meritare alcun rispetto. Sì, affrontano il pericolo di affondamento, che riguarda una nettissima minoranza; e di questa una piccola parte affoga (adesso, poi, che vanno a prenderli direttamente “a casa loro”!). La guerra, nei loro paesi, è il risultato di politiche dei paesi avanzati? Vero, ma soprattutto degli Stati Uniti; i governi europei (e quasi sempre “di sinistra”) sono solo dei sicari. Allora, cari “sinistri” merdosi, cominciate intanto a combattere gli Usa (e a non dirottare la lotta contro la Germania), smettetela di appoggiare i “vostri” governi che sono proprio quelli più servi degli americani. No, non li combattete, anzi li favorite perfino in quello che è un loro progetto: affogarci di profughi e clandestini in modo da non avere più risorse per il nostro sviluppo indipendente, e così asservirci ancora di più a loro.

Capite allora che la causa del disastro immigratorio, sotto gli occhi di tutti quelli che non si rifiutano di vedere, è negli Stati Uniti che hanno usato una particolare politica per riprendere in mano la situazione onde mantenere la supremazia e ritardare la crescita di altri competitori. In particolare devono tenere sotto scacco l’Europa (in specie i paesi come il nostro), impedendo qualsiasi “strana idea” di rivolgersi verso est. Nei paesi europei, a partire dal crollo del “socialismo reale” e dell’Urss – e l’Italia di “mani pulite” ne è un esempio “luminoso” – gli Usa si affidano soprattutto alla “sinistra” detta progressista (il cui unico progresso è in realtà quello della loro malattia degenerativa). Il fenomeno migratorio è un effetto di tutto questo armeggio degli Usa. Tuttavia, anche dagli effetti bisogna partire per arrivare alle cause. La migrazione creerà problemi via via insolubili e ciò metterà in crisi le “sinistre” asservite. Vedremo se in questi nostri paesi balzani uscirà fuori infine una forza capace di spazzarle via e imprimere una svolta in grado di farci risorgere, magari anche lentamente all’inizio. I dubbi sono molti in questa situazione così degradata; però, come ben si sa, la speranza è l’ultima……risorsa.