UN PODESTA’ AUTOCTONO

aula-parlamento-italiano

Lo spread, questo virus che potrebbe curarsi con l’aspirina di una svalutazione valutaria (laddove controllassimo ancora l’emissione di moneta) o stimolando le normali difese politiche autoimmunitarie dell’organismo nazionale, indebolisce l’Italia come un carcinoma metastatizzato soltanto perché dei finti specialisti economici e dei veri ciarlatani politici, stanno praticando al paziente salassi fatali affinché il banale raffreddore (dovuto alle correnti recessive del clima mondiale) abbia la meglio sul suo fisico debilitato. Trattasi di morte assistita dall’estero, quindi di eutanasia per procura con la democrazia contumace, allo scopo di garantirsi la propria sopravvivenza di classe dirigente necrofaga e gattopardesca, per la quale anche qualche anno in più al potere equivale all’eternità.

Adesso, sempre appellandosi alla crisi finanziaria internazionale, che richiederebbe il massimo delle sinergie tra tutti i ceti parassitari italiani (in primis tra gli ordini corporativi banco-industriali e sindacali), vorrebbero costituire un governo di larghe intese “sovrannazionali”, guidato da fuori e mandato a sbattere dentro, da questo Monti o da un suo duplicato, al fine di moltiplicare esponenzialmente i nostri guai e dichiarare la sopravvenuta morte del malato.

A tale punto siamo giunti! Circondati dall’autoreferenzialità degli uomini di Stato e di partito, nonché dall’impazzimento dei corpi istituzionali, oramai in perenne cortocircuito, il Paese si sta sciogliendo come neve al sole, mentre i suoi pezzi migliori finiscono all’incanto,  dove ricche potenze dello scacchiere planetario si contendono le sue imprese di punta e gli altri assets strategici per spiccioli di euro svalutati.

Soltanto un “miracolo” potrebbe salvarci, oppure una equipe di chirurghi politici, praticante una deontologia sovranista non compromettibile, la quale, davanti agli arti incancreniti della democrazia parlamentare, non abbia paura di praticare la necessaria amputazione. Se commissariamento ministeriale deve essere che lo sia fino in fondo; il Podestà di cui abbiamo bisogno non deve venire dai circoli finanziari della Goldman Sachs, non può nuovamente essere un replicante della Trilateral, non un confidente della agenzie di rating e nemmeno un manichino di lingua inglese stentata appartenente ai clubs transnazionali dove predomina l’americano stentoreo.

Deve trattarsi, invece, di uomo forte che parli il nostro idioma e affermi la nostra identità, politica, economica e sociale, un capo sostenuto da drappelli di decisori con una visione storica lungimirante e da apparati, pubblici e privati, nei quali sopravvive ancora un barlume di senso dello Stato.

Gli altri, gli innominabili (perché protetti dalle prerogative della magna magna Carta), i moralisti autoproclamatisi paladini della buoncostume e del Gabinetto lavato dai cascami berlusconiani, scandalizzati dalle bandane e dalle bande di mignotte a Montecitorio, sono arrivati ad invocare i carabinieri in aula¸ i fucili avverso le gonnelle, per far sgomberare il nano e le sue ballerine.

Contro la farsa d’(h)ar(d)core hanno reclamato le baionette, ora con che faccia si turberanno se sollecitiamo l’esercito contro il terrorismo dei persecutori fiscali, la milizia contro egli svenditori di patrimonio industriale, i colonnelli contro gli incaprettatori delle regole di bilancio inserite nella Costituzione per compiacere i mercati, i soldati contro gli scialacquatori di risorse pubbliche, le brigate della morte contro gli zombies succhiatori di carovita? Si sono messi tutti insieme “appassitamente”, da destra a sinistra, facilitando il compito di chiunque deciderà di sgomberare sapientemente lo sporco di questa Repubblica, perché costui o costoro potranno colpire a casaccio cogliendo sempre bene.

Non chiamateci settari, né esaltati altrimenti dovremmo chiedervi perché noi saremmo bocche di fogne e voi bocche di Asor Rosa quando, impaludati all’opposizione e paludati nei salotti, adombravate colpi di mano palesemente reazionari e suicidi, per imprigionare e violentare la nazione conto terzi per i vostri sesterzi, come gli italiani hanno potuto ben constatare.

Avete disdetto speranze disfacendo l’Italia, tocca ad altri ricostruirla poiché questo alto compito non sarà mai connaturato al vostro basso istinto di affossatori della patria.