FAVOREVOLE AL NUCLEARE

Il governo ha deciso di rinunciare al suo programma nucleare e lo ha fatto inserendo nella moratoria prevista nel decreto legge omnibus, la cancellazione di tutte le norme con le quali si sarebbero dovute avviare le procedure per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese. E’ un grave errore politico ed un immane danno economico che pagheremo a caro prezzo, tanto più che il PDL ha raccolto l’infatuazione sinistrosa per le energie rinnovabili le quali sopravvivono al mercato solo grazie ai sovvenzionamenti pubblici. Butteremo quattrini dalla finestra per finanziare non un programma di sviluppo energetico ma un’ideologia vacua sostenuta da intellettuali falliti o fuori posto (essendo tutto fuorché scienziati) e speculatori senza scrupoli che si attaccano alla mammella statale per moltiplicare i loro profitti. Il Ministro dell’ Inviluppo economico o dello smantellamento industriale Paolo Romani è già d’accordo sulla nuova linea ecocompatibile dell’Esecutivo mentre quello della Gioventù Bruciata Giorgia Meloni, notoriamente una navigata del campo eneregetico ed affini, gli ha fatto “eco e compatibilità” affermando che “La scelta di oggi sul nucleare dimostra la totale libertà di un governo capace di prendere importanti decisioni su base politica, senza farsi influenzare dagli interessi economici contingenti. La capacità di tornare sui propri passi e valutare strade diverse non vuol dire non avere le idee chiare, ma essere responsabili e lavorare onestamente per il bene della nazione. Soprattutto quando in ballo ci sono scelte destinate ad avere conseguenze sulle generazioni future”. La Meloni sarà corta di gambe ma è lunga di lingua e con le sue boutade da sbarazzina supergiovane riesce a far divertire i suoi coetanei delle scuole elementari, molto meno le persone serie. Eppure esperti e scienziati, quelli che sanno fare il loro mestiere e non vanno in cerca del consenso facile per ottenere soldi dai contribuenti, hanno dimostrato che il solare è stato un fallimento e l’eolico quasi un flop. Qualcuno continuerà a storcere il naso per le mie citazioni da Franco Battaglia ma vorrei che fossero smentiti i suoi dati e non crocefisso l’uomo. Per esempio: “Qualche buontempone ama ripetere che il nucleare è economicamente non conveniente. Facciamo i conti della serva (assumendo, per comodità di calcolo, che il kWh sia quotato 10 centesimi alla Borsa elettrica): un reattore nucleare Epr (del tipo di quelli che stanno costruendo in Francia o Finlandia) richiede un impegno economico di 5 miliardi di euro, ma alla fine della sua vita certificata avrà prodotto 1000 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di 100 miliardi di euro. Gli stessi 5 miliardi, impegnati in impianti fotovoltaici, produrranno, nell'arco di vita di questi impianti, 30 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di 3 miliardi di euro, cioè con una perdita secca di 2 miliardi di euro. Solo così si spiega come mai il kWh elettrico, che alla Borsa elettrica è quotato meno di 10 centesimi, è remunerato 48 centesimi a chi lo produce da impianti fotovoltaici. A me sorge spontanea questa domanda: ma alla Corte dei Conti c'è qualcuno che li fa i conti?” La stessa domanda sorge "involontariamente" anche a me e non mi fanno cambiare idea i cori degli ultras ecocretini e grilloscemi ai quali scatta la “viulenza” verbale non appena sentono pronunciare la parola atomo. Ma in Italia purtroppo i folli e i profeti dell’apocalisse prevalgono sui ragionevoli e sui sani di mente che vogliono confrontarsi col proprio tempo senza farsi prendere dal panico. Panico che viene sobillato ad arte da un altro professionista del ramo, tale Antonio Di Pietro, alchimista delle Procure, che ha tappezzato le città coi suoi manifesti pieni di funghi atomici e di teschi. All’inizio pensavo si trattasse del sostegno dell’IDV alla campagna elettorale di Piero Fassino, detto mucchio d’ossa, prossimo Re delle urne cinerarie di Torino. A questo punto B. può anche tornarsene a casa dopo aver fatto strame della sua agenda politica in tutte le sfere sociali. B. si è rimangiato la parola data agli elettori e non ha mantenuto nemmeno una promessa fatta al popolo. A noi dei suoi festini privati e dei molleggiamenti sul lettone di Putin non è mai importato niente ma se il bunga bunga diventa l’unica idea che gli frulla nella testa ha sbagliato letteralmente carriera. È meglio darsi al porno e fare concorrenza a Rocco Siffredi piuttosto che affaticarsi nel lavoro istituzionale. Certo i depravati non mancano nemmeno in Parlamento tanto che c'è da augurarsi una migrazione di massa dalla politica all'erotismo spinto, ma nutriamo ancora la speranza che le aule parlamentari tornino a svolgere il loro compito e non divengano ufficialmente il set per un film senza plot di Riccardo Schicchi.