Cipro ci riprova con la riunificazione

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Styled_logo[Traduzione di Francesco D’Eugenio da: Stratfor]
In breve
I leader greco- e turco-ciprioti stanno tenendo delle trattative per la riunificazione dell’isola. Altri paesi nella regione stanno seguendo i negoziati da vicino, perché un accomodamento politico potrebbe aprire la porta alla cooperazione energetica tra Grecia, Turchia e Israele nel Mediterraneo orientale. Tuttavia le trattative sono complicate da seri problemi domestici, ivi compresi la restituzione delle proprietà ai greco-ciprioti e la decisione del sistema politico dell’isola riunita. Anche i problemi internazionali pesano, come ad esempio la condizione delle potenze militari straniere sull’isola. L’ultima parola sulla riunificazione verrà dai cittadini stessi, che dovranno ratificare eventuali accordi tramite un referendum.
Analisi
Cipro è divisa sin dal 1974, quando la Turchia invase la parte settentrionale dell’isola in risposta a un colpo militare sponsorizzato dalla Grecia. L’isola ne venne de facto divisa: i turco ciprioti abitano la maggior parte del terzo settentrionale e i greco-ciprioti per lo più nei due terzi a sud. L’ONU pattuglia la zona cuscinetto tra le due parti, nota comunemente come “Linea Verde”.
Le due fazioni contestano il numero di rifugiati causato dalla divisone, ma l’ONU stima che circa 165.000 greco-ciprioti fuggirono o furono espulsi dal nord mentre circa 45.000 furono i rifugiati turco-ciprioti. Nei primi anni ’80 Cipro Nord proclamò l’indipendenza, ma solo la Turchia la riconosce.
Gli stessi vecchi problemi
Tra il 1974 e il 2004 ci furono diverse proposte per la riunificazione. La maggior parte ruotava attorno all’idea di una federazione o confederazione. Nei primi anni 2000, l’allora Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan presentò un piano per creare la Repubblica Unita di Cipro, una blanda federazione dei due stati costituenti, ciascuno con il suo parlamento regionale ma condividendo il parlamento federale. Il piano prevedeva anche una combinazione di restituzione di proprietà per alcuni dei greco-ciprioti e di compensi economici per altri. La Turchia e il Regno Unito diedero pieno appoggio al piano, mentre la Grecia si mantenne neutrale. Ma nel 2004 le speranze per il piano svanirono definitivamente, allorché i greco-ciprioti lo bocciarono con oltre il 75 percento dei voti in un referendum. (Due terzi dei turco-ciprioti approvavano il piano). Con ciò i negoziati rimasero virtualmente congelati per un decennio.
Tutti i tentativi di riunificazione incontrano più o meno gli stessi ostacoli. Internamente, la restituzione delle proprietà è un problema delicato. Molti greco-ciprioti, che possedevano la maggior parte dei terreni e delle proprietà nel nord, furono costretti ad abbandonare le proprie case quando l’isola venne divisa; anche alcuni turco-ciprioti lasciarono le proprie case nel sud, ma non nella stessa misura. Da allora, la parte greco-cipriota chiede la restituzione delle proprietà in tutti gli insediamenti. I turco-ciprioti ritengono invece che la restituzione delle proprietà dopo quattro decenni sia impossibile. Invece, i turco-ciprioti insistono su una qualche forma di compensazione.
L’importanza strategica di Cipro
Anche lo status dei militari stranieri a Cipro è controverso. Sia la Grecia che la Turchia mantengono dei contingenti nelle rispettive parti dell’isola. Inoltre, il Regno Unito ha delle basi navali sull’isola e un accordo del 1960 concede al Regno Unito, alla Grecia e alla Turchia il diritto di intervenire militarmente negli affari dell’isola. A causa della posizione strategica di Cipro nel Mediterraneo Orientale, Atene, Ankara e Londra sono decise a mantenere la propria presenza militare sull’isola.
I negoziati sono ripresi nel febbraio 2014. In una dichiarazione stampa congiunta, il Presidente di Cipro Nicos Anastasiades e la sua controparte turco-cipriota Dervis Eroglu, hanno dichiarato il loro intento di creare una “federazione bi-comunitaria e bi-zona con parità politica”. Ci sarà un’unica cittadinanza cipriota e un’unica legge federale. Per fare passi avanti, l’accordo deve essere approvato in due referendum simultanei ma separati per i greco- e turco-ciprioti. Anche se l’Unione Europea, la Grecia e la Turchia hanno lodato l’annuncio, esso ha creato una certa tensione politica a Cipro sud, dove alcuni partiti politici lo hanno respinto – tra questi anche il centrista Partito Democratico, membro della coalizione al governo.
Cosa cambia stavolta
Gli stessi ostacoli sono ancora al loro posto per i nuovi negoziati, ma ci sono anche nuovi elementi capaci di influenzare l’esito dei dialoghi. Prima di tutto, un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti. A fine maggio, il Vice Presidente degli USA Joe Biden è stato il primo leader degli Stati Uniti a visitare l’isola in più di cinquant’anni. Sebbene Washington non riconosca Cipro Nord, Biden ne ha incontrato il presidente, Eroglu, per discutere di riunificazione.
In secondo luogo, la grave crisi economica a Cipro fornisce a Nicosia un’ulteriore ragione per cercare un accordo. Una risoluzione pacifica potrebbe attirare quei finanziamenti stranieri di cui l’isola ha grande bisogno.
Terzo e forse più importante motivo, la recente scoperta di idrocarburi nel Mediterraneo Orientale potrebbe servire da incentivo per la creazione di una collaborazione che includa Turchia e Israele. Le compagnie israeliane sono interessate a lavorare con le ditte cipriote sull’esplorazione e l’estrazione di petrolio e gas naturale a largo delle coste israeliane. Ciò ha generato nuovi attriti tra i due paesi da una parte e la Turchia dall’altra, perché Ankara sostiene che Nicosia non abbia l’autorità per firmare accordi internazionali. I greco-ciprioti intendono anche costruire un terminale per la liquefazione del gas naturale, ma finora non ci sono stati grandi progressi.
Varie compagnie israeliane e turche hanno recentemente discusso la costruzione di un gasdotto dal giacimento di gas naturale israeliano Leviathan alla costa turca. Ciò contribuirebbe sicuramente allo sforzo turco per diversificare i suoi approvvigionamenti di gas naturale. Il problema è che la linea dovrebbe passare attraverso la zona economica esclusiva di Cipro – un eventualità che Nicosia rifiuterebbe categoricamente senza un accordo esaustivo tra Turchia e Cipro sulla riunificazione. La priorità di Israele è di usare le sue riserve energetiche per rafforzare le proprie relazioni strategiche nella regione. La Turchia, nel frattempo, sta tornando sui suoi passi verso una normalizzazione dei rapporti con Israele, per evitare di essere lasciata fuori dallo sviluppo economico del Mediterraneo Orientale.
Il risultato di questi sforzi sarà la graduale integrazione della Turchia nelle discussioni energetiche nel Mediterraneo Orientale. La riconciliazione tra Turchia e Cipro, ivi compreso un accordo sulla frontiera marittima turco-cipriota, è cruciale perché la Turchia possa realizzare i suoi piani di un gasdotto dal giacimento Leviathan alla Turchia. Israele adotterà probabilmente una strategia regionale fornendo energia ai suoi vicini tramite gasdotti da Turchia, Egitto e Giordania piuttosto che investire in una struttura per l’esportazione del gas naturale liquefatto [GNL, NdT]. Israele è molto più interessata a rafforzare le sue alleanze regionali di quanto non lo sia per un ricavo maggiore dalle vendite di GNL ad altri mercati come la regione dell’Asia Orientale. Infine, la Casa Bianca vuole vedere le compagnie USA al lavoro nell’esplorazione per gli idrocarburi nel Mediterraneo Orientale, ed allo stesso tempo desidera una riconciliazione tra Turchia, Grecia e Israele. Dobbiamo aspettarci che gli Stati Uniti restino coinvolti sia nel dialogo per la riunificazione, sia nei negoziati tra gli attori più importanti della regione.
Bisogna tenere d’occhio anche la Russia. In un momento in cui i principali acquirenti delle sue esportazioni di gas naturale nell’Europa continentale stanno cercando di diversificare gli approvvigionamenti, la Russia si opporrà alla riunificazione di Cipro, perché permetterebbe la cooperazione regionale per esplorare i giacimenti di idrocarburi. E la Russia ha una certa voce in capitolo: è presente nei settori bancario e immobiliare di Cipro, e l’isola ha una forte dipendenza dal turismo russo.
Postille stampate in caratteri minuscoli
Anastasiades ed Eroglu sono d’accordo sia sulle linee di massima sia sul tipo di governo che l’isola dovrebbe avere, ma i dettagli devono ancora essere concordati. Per esempio c’è la questione sull’uguaglianza tra le due comunità. I greco- e turco-ciprioti hanno parlato della possibilità di una presidenza a rotazione, ma non riescono a mettersi d’accordo su come il sistema dovrebbe funzionare. L’ex Presidente di Cipro Demetris Christofias ha affermato di voler combattere anche per la demilitarizzazione dell’isola e per la riduzione del numero di coloni turchi. Ankara finirà probabilmente con il respingere entrambe le proposte.
Anche se tutti questi problemi venissero risolti, la riunificazione non può ancora avvenire senza l’approvazione dei cittadini. I sondaggi recenti mostrano le stesse divisioni del 2004, con i turco-ciprioti più favorevoli alla riunificazione dei loro vicini greco-ciprioti. Molti greco-ciprioti sono ancora spaventati dall’idea di condividere il potere e di garantire pari diritti politici alla minoranza nel nord. Anastasiades ed Eroglu hanno acconsentito ad incontrarsi ogni due settimane per discutere l’agenda bilaterale. Ma quando gli incontri saranno terminati, la decisione di qualche centinaio di migliaia di elettori sarà più importante di qualunque accordo firmato tra i capi e gli attori regionali.