LA DEMOCRAC.I.A.

Bavaglio

Ha ragione Giuliano Ferrara che ridicolizza i sognatori ad occhi aperti e mente chiusa della democrazia, ultimo stadio dell’imbecillismo epocale e del cretinismo sociale, voce muta in bocca a chi non sa cos’altro dire, invocazione al cielo di sinistri moralisti senza etica, con i valori nella fondina e i principi in canna, che spingono nell’inferno del servilismo la nazione, cimitero di spiriti politici con l’encefalogramma piatto ed il programma-necrologio pronto, sepolcro parlamentare di zombies che si cannibalizzano per la spartizione di un Paese finito nella tomba. Questo, innanzitutto, nel particolare nostrano. A livello generale, invece, la democrazia è un florilegio di belle e consolanti parole d’occasione, proprio come si usa nei funerali che però i democratici fanno soprattutto agli altri, a quelli non democratici.

I nostri massimalisti della pulizia pubblica,  spazzini nella I Repubblica e delinquenti nella Seconda, riformatori regressivi e anime pie che fanno pio pio ai cacciatori internazionali di imprese statali, volevano le mani pulite, avendo la coscienza sporca, ma si sono ritrovati con le gambe segate a camminare a testa in giù. Con il sedere al posto del volto ci hanno fatto le prediche sul bon ton e sui vizi privati dei personaggi pubblici, mentre cercavano di convincerci che i vizi pubblici di uomini e donne deprivati d’identità e d’ideali, perennemente attaccati alla mammella dello Stato, di cui hanno prosciugato tutto il liquido vitale, erano un peccato più veniale. Di loro non si doveva dubitare, erano dalla nostra parte, indefessamente contro Berlusconi e a favore di tutti i pover’uomini. E’ proprio vero, il mondo è pieno di facce di culo che parlano di prrrrrrrrrrrrrrrroletariato, ed ora lo abbiamo pienamente riscontrato!

E’ già durata troppo a lungo questa situazione d’incancrenimento sociale, politico ed economico ed ormai siamo al punto in cui delle due l’una: o si precipita nel baratro oppure ci si sbarazza di questi cadaveri che ci trascineranno tutti nella bara.

I consumatori incalliti di democrazia sono riusciti a sperperare tutto il patrimonio pubblico, a vendersi l’argenteria di Stato e a mettere le mani pure sul risparmio privato, poi la comunità internazionale e quella europea hanno imposto una terapia shock per spezzare le ultime resistenze della Penisola all’overdose di svendite, invocando l’intervento degli assistenti asociali della tecnocrazia, uomini che non fanno uso di stupefacenti essendo loro stessi stupefacenti, per sobrietà, serietà e diligenza liquidatoria.  La Tecnocrazia è l’altra faccia della democrazia, quella che sostituisce il voto col vuoto, ovvero se da quest’ultima elimini la pantomima elettorale quel che viene fuori è un manichino della Triletarale e di tutti gli altri poteri forti mondiali.

Quindi è giusto quel che dice Ferrara: “La democrazia di massa è spettacolo, avanspettacolo, non riflessione; è agitazione di simboli e vitalismi come la favolosa (efficace) nuotata del sessantacinquenne venuto a stupire e a manipolare la Sicilia, l’amico di Casaleggio, il Pataca, il Grillo, piuttosto che elaborazione di idee, progettazione architettonica del futuro politico, convito energizzante dell’eros civile, mito poietico, macché, tutte balle…”, e siamo pienamente d’accordo a buttarla pure nel cesso questa sceneggiata chiamata democrazia ma se costui pensa di sostituire l’inganno della democrazia con l’incatenamento della democrac.i.a. può star sicuro che lui non sarà tra quelli che tireranno finalmente la catena per far scivolare via l’abbondante merda di questa fase storica. La democrazia puzza ma la democrac.i.a. olezza e appesta.