UCRAINA, UN DISASTRO ANNUNCIATO

odessa

 

L’Unione Europea si sta suicidando politicamente in Ucraina. il suo epitaffio sarà una frase di circostanza in cirillico: stimata da tutti, non amata veramente da nessuno. La crisi di Kiev sta mettendo in evidenza la pochezza geopolitica e il ristretto orizzonte storico in cui si muove questa UE priva di strategie.
Dopo averci messo lo zampino, via Berlino, si è fatta trascinare dagli Usa in uno scenario di disordine alle sue porte dal quale uscirà senza cavare un ragno dal buco e con le ossa rotte. Al contrario, aumenteranno i suoi problemi, dai rapporti deteriorati con la Russia (indispensabile per l’approvvigionamento energetico, e non solo) all’accresciuta influenza americana ad Est, in una fetta di territorio troppo prossima al più grande competitore di Washington. Questo complicherà di molto le nostre faccende continentali, innanzitutto perché qualsiasi frizione tra i due giganti ricadrà sull’Europa ed in secondo luogo perché le potenze europee, costrette in un ambiente limitato, non potranno più scaricare le loro tensioni o allungare i propri interessi, alla ricerca di valvole di sfogo economiche e sociali, oltre lo spazio interno comunitario. Insomma, vedranno ridimensionate o annullate le loro zone d’influenza. Dopo la Libia, quella volta via Parigi e Londra, speravamo che gli europei avessero imparato la lezione, invece in Ucraina sono riusciti a fare peggio, con la differenza che adesso non c’è nessun mare a dividerci dalla catastrofe.
Come scrive l’economista La Grassa la strategia americana pur essendo improntata alla estensione di disordini internazionali ha una sua logica ed una sua razionalità. il caos americano non è la confusione totale che hanno in testa i nostri governi e governanti europei. Gli Usa sembrano fare esperimenti in particolari luoghi considerati utili alla loro causa strategica, giocando con le altrui contraddizioni ed anche spingendosi nell’ignoto per trovare nuove soluzioni. Se si rendono conto di non poter avanzare confidano nello sconvolgimento creato perché nessun altro possa farlo. Dice, appunto, La Grassa che questa strategia “è in fondo una versione corretta (e, in un certo senso, ampliata) di quella del divide et impera. Per produrre caos è indubbiamente necessario approfittare dei contrasti esistenti in campo avversario. Tuttavia, si procede con una notevole flessibilità, e rapidità di cambiamento, al relativo appoggio (o minore aggressività nei confronti) ora dell’uno ora dell’altro di tali “nemici” in reciproco conflitto. Ciò comporta labilità e incertezza nei percorsi seguiti nell’accordare detto appoggio. Dietro la mutevolezza e instabilità esistenti sul terreno di scontro, vi è pur sempre un campo di stabilità fissato teoricamente dagli analisti delle strategie; tale campo contiene però alcuni “gradi di libertà”, da seguire attentamente con atteggiamento fortemente aperto al carattere solo probabilistico delle mosse compiute dai contendenti di cui sfruttare il conflitto per i propri scopi”. Non c’è, dunque, improvvisazione nel disegno americano ma un ventaglio di mosse e contromosse da sottoporre a verifica empirica, anche al costo di migliaia di morti. E’ L’Europa che procede a rimorchio degli Usa (di cui non capisce fino in fondo i moventi e i movimenti), in maniera del tutto scollata tra i diversi membri.
Tornando alla vicende ucraine, alcuni analisti russi hanno tracciato un quadro dell’evoluzione degli eventi, da oggi a qualche mese, in quel Paese. Sembra l’apocalisse ma poiché nulla è ormai impossibile, dopo la deflagrazione della guerra civile, riportiamo la previsione così come è stata data (personalmente nutro alcuni dubbi).
1) Il 25 maggio si tengono le elezioni così come imposto dagli Usa
2) Il risultato elettorale assegna la vittoria all’oligarca Poroshenko
3) L’altra candidata, Yulia Timoshenko, non accetta il responso delle urne (come del resto ha già annunciato in caso di sconfitta) e lancia majdan 3
4) Settore destro, ormai fuori controllo e negli elementi che rifiuteranno di rientrare nei ranghi istituzionali, torna ad attaccare il sud-est del Paese
5) Gli Usa e l’occidente riconoscono la vittoria di Poroshenko
6) Il nuovo governo firma l’accordo d’ingresso nella Nato
7) Le truppe Nato entrano ufficialmente in Ucraina e iniziano a costruire basi e postazioni missilistiche
8) Majdan 3, Settore destro ed altri gruppi nazionalisti creano disordini rifiutando di accettare l’ingresso dei soldati Nato in Ucraina
9) Poroshenko decide di proseguire il dialogo con l’Ue per l’ingresso in Europa
10) Il Paese subisce forti scossoni economici a causa delle imposizioni dell’Ue e del FMI
11) Le tasse aumentano mentre stipendi e pensioni diminuiscono
12) Alla fine dell’estate il paese sarà letteralmente alla fame, la gente si organizzerà in gruppi per commettere saccheggi
13) Il paese sprofonderà nel caos e nell’anarchia
14) Il sud-est passa sotto la protezione russa. Nelle Repubbliche indipendenti arrivano contingenti di pace russi. Scontri ai confini del Donbass con i militari della Nato e del ricostituito esercito ucraino
15) In autunno gran parte della popolazione ucraina ridotta allo stremo chiede aiuto e protezione alla Russia
16) In questa fase la Russia si è già divincolata del peso delle sanzioni occidentali ed interviene
17) Offensiva russa in tutto il paese e pericoloso confronto diretto con la Nato
Ps. Mentre scrivo questo pezzo le squadracce di Ahkmetov, l’oligarca locale di Donetsk, stanno attaccando la nuova Repubblica. L’esercito di Kiev si sta ritirando e sta lasciando fare. Da questa battaglia dipenderà il futuro di tutto il sud-est dell’Ucraina. Ahkmetov, l’uomo più ricco del Paese temeva la nazionalizzazione delle sue imprese.